DopoGP con Nico e Zam. Il GP d'Argentina 2017
La M1 si conferma la moto più equilibrata, e non solo nella versione 2017: lo dicono le quattro Yamaha nei primi sei posti. Maverick ha un passo eccezionale, Valentino lavora nelle prove per preparare la gara, poi Zarco e Folger molto consistenti. Le Honda RCV213 2017 sembrano delicate da guidare, ma lo sono? Márquez e Pedrosa cadono in modo analogo, ed è Crutchlow a salvare la baracca. Come Bautista per la Ducati, del resto. Analizziamo insieme la situazione delle rosse: Dovi ha sbagliato in Q1; diversamente, forse avrebbe potuto ambire al podio, invece Lorenzo ha patito sempre e poi è caduto subito. Che tipo di adattamento sta cercando Jorge? I limiti della Desmosedici sono risolvibili? E’ vero che il suo motore è l’unico V90?
Capitolo pneumatici, la Michelin corre ai ripari: l’anteriore ha una carcassa poco gradita e anche poco sicura, l’inseguimento alle prestazioni di Bridgestone produce conseguenze. E ancora, come giudicare la prestazione opaca della Suzuki e la penalizzazione di Iannone per la mossa in partenza, e come considerare il ritardo della KTM?. Sorprende ancora Aprilia: sciagurata la sua caduta, ma Aleix Espargaró stava andando molto forte e – come sottolinea Zam - con una regolarità impressionante. La moto c’è, e potrebbe sorprendere nella terza gara ad Austin.
In Ducati passeranno davvero due anni a spostare selle e pedane sperando che, nel frattempo, Dovizioso rimedi qualche punto? Ragionando secondo logica si dovrebbe dire di sì, ma io, con poca logica e molto istinto mi sento di affermare che le cose andranno diversamente. Sento “a pelle” che Lorenzo alla fine riuscirà a comprendere le caratteristiche particolari di quella moto ed a interpretarla come si deve. Dovrà, però, prima abbandonare la tentazione perniciosa e illogica di trasformare una Ducati in Yamaha, e attendere almeno due gare in condizioni atmosferiche ottimali.
Il mondiale?
Se tutto andrà come sopra, il 2018 sarà una buona stagione. Al momento non si può dire di più.