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DopoGP con Nico e Zam. Il GP di Gran Bretagna 2017

- Quarta vittoria del Dovi e della Ducati nella MotoGP più equilibrata di sempre. Quattro grandi piloti su tutti: Dovizioso sì, ma anche Rossi a lungo leader della gara, Vinales caparbio fino all’ultimo, Marquez fermato dalla rottura del motore Honda

Ritorna l’analisi tecnica del nostro DopoGP. Giovanni Zamagni ci racconta come è nato in Ducati il successo del Dovi, che torna in vetta alla classifica iridata dopo dodici prove, e ci riporta lo spirito costruttivo di Lorenzo: che questa volta parte con prudenza, poi cresce e chiude molto vicino al podio. Una cosa è certa: Ducati ha individuato un setting di base molto valido; ma esattamente perché Lorenzo sceglie la nuova carenatura alata e Andrea no? L’ingegner Bernardelle lo chiarisce e indaga sui due fattori che determinano questo inedito equilibrio nella top class: i pneumatici Michelin che limitano le prestazioni delle moto e poi il software elettronico che si evolve nella stagione e non sempre è allo stesso stadio di evoluzione per tutti i protagonisti. Le variabili giovano allo spettacolo e noi ne siamo felici, però il tecnico vorrebbe vederci più chiaro.


Yamaha riscatta la brutta gara austriaca con le due moto sul podio -Vinales davanti a Rossi- ma forse ha sbagliato qualcosa nella pianificazione dei test: dopo la rivoluzione ciclistica d quest’inverno fatica ad individuare il setting più adatto alle gomme circuito dopo circuito. Honda invece è nettamente progredita su tutti i terreni, ma da quanto tempo non si assisteva ad una rottura del motore in gara? Qualche lettore vuole sapere se c’è un legame tra le cadute di MM in prova (la prima ad alta velocità) e il problema meccanico, Bernardelle lo esclude.


Bilancio soddisfacente per Aprilia, KTM e Suzuki: le prime due crescono in fretta anche se mancano i risultati eclatanti, la Suzuki resta valida e lo dimostra il fine settimana di Rins; purtroppo però Iannone sembra in crisi profonda e alterna i buoni sprazzi all’apatia. Grande in Moto2 Mattia Pasini, che dopo la terza pole consecutiva chiude secondo davanti a Morbidelli. Bravo anche Bastianini nella Moto3 mutilata di un giro, decisione giusta ma che ha penalizzato i due piloti più forti Mir e Fenati. Ora ci aspetta il GP di San Marino tra dieci giorni. Sulla carta, ma soltanto sulla carta, Misano è più favorevole a Honda e Yamaha.


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I Sondaggi

 

 

 

  • arbeit
    arbeit

    Commento di Rea durante il gp di silverstone. Mi piacerebbe un approfondimento
    dell'ingegnere. grazie


    "Guidare con il gomito a terra e vicino al ginocchio è uno stile che non funziona molto in Superbike, a meno che tu non abbia le leve di Baz o Redding. Inoltre noi non possiamo piegare con quell’inclinazione. Ho visto pieghe incredibili di Vale e Marquez durante le qualifiche nella lunga curva Club”. Il re delle derivate di serie spiega il punto di vista anche tecnico che parte proprio dai diversi tipi di pneumatici usate in MotoGP™ e WorldSBK. “Le nostre gomme non hanno così tanto grip perché la Pirelli punta sulla prestazione in accelerazione e ci concentriamo sulla frenata a centro curva per poi accelerare e prendere velocità. Loro non frenano o accelerano in modo particolarmente rapido ma hanno molta più velocità angolare di noi”.
  • panealpane
    panealpane, Gossolengo (PC)

    Scrivo, senza alcuna pretesa, due spunti di riflessione.
    Il primo riguarda la Ducati.
    Quando la Ducati ha ingaggiato Lorenzo, spendendo una cifra astronomica, tanto discutibile quanto discussa in ogni sede, si è evidentemente assunta implicitamente l'impegno di ascoltare i consigli del pluricampione spagnolo, che veniva da una moto la cui guidabilità è stata considerata un punto di riferimento, e passava su una moto la cui guidabilità è stata criticata ampiamente. Mi pare logico supporre che se Lorenzo chiedeva o consigliava di cambiare questo o quello, di certo non gli avranno risposto "La moto è fatta così, fattene una ragione". Si può quindi supporre che qualche contributo Lorenzo l'abbia dato; non potrebbe essere che il primo a beneficiarne sia stato proprio Dovizioso? Andrea è già abituato da anni a guidare la Ducati, e un eventuale 'addolcimento' del comportamento della moto, fatto per andare incontro alle richieste dello spagnolo, potrebbe aver dato a Dovizioso quello che gli mancava per poter esprimere il proprio talento con un'efficacia e una costanza di risultati tali da poter ambire al titolo mondiale. Potrebbe essere?
    Il secondo spunto riguarda la rottura del motore della Honda di Marquez.
    Da alcune gare, in questo campionato, non abbiamo più visto - o almeno, non in modo così evidente - la differenza di prestazioni in accelerazione tra la Ducati e la Honda. Prima la Ducati andava via a tutti, e più lungo era il rettilineo su cui poter scaricare i cavalli del Desmo, più si notava questa differenza. Da alcune gare la Honda pare aver migliorato le proprie prestazioni; si è ipotizzato che avessero migliorato in qualche modo il setting elettronico e lo sfruttamento delle Michelin, ma visto che il motore rotto da Marquez era un motore 'fresco', non potrebbe essere che in Honda abbiano deciso di aumentare la potenza del motore, rinunciando a qualcosa in termini di affidabilità? Se così fosse, nelle prossime gare la Honda potrebbe essere costretta a fare un passo indietro a livello di prestazioni, onde evitare il ripetersi di un altro cedimento. È possibile?
    Grazie e un saluto alla redazione per gli ottimi approfondimenti, 'DopoGP' sopra a tutti.
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