La MotoGP e le rigide misure sanitarie
Il Mondiale MotoGP dovrebbe prendere ufficialmente il via il 19 luglio a Jerez, secondi i piani, ed è certo che il primo GP si disputerà a porte chiuse. Per evitare ogni rischio possibile si sta lavorando intorno a un protocollo molto rigido, non ancora però definito nei dettagli. Il direttore medico della MotoGP anticipa in alcune interviste web le linee generali.
“Sarà molto severo, non possiamo correre il minimo rischio - ha detto il dottor Angel Charte - e dunque le regole dovranno essere scrupolosamente seguite da tutti coloro che si mettono in viaggio. Stiamo uscendo dal confinamento, ma l’ambiente che troveremo nel paddock potrebbe essere ancora più restrittivo, soprattutto nel corso dei primi eventi.”
Come già sappiamo dopo l’intervista di Zam a Hervé Poncharal, presidente Irta, il personale delle squadre verrà ridotto al minimo e sarà controllatissimo anche nel paddock.
“L’idea - prosegue il medico - è ricevere ogni mattina certi parametri clinici da ogni persona per potere individuare presto eventuali casi positivi e seguirli. I movimenti saranno molto più limitati del solito e avranno un protocollo preciso anche i commissari e i medici. Ci sarà un’area per l’isolamento immediato dei casi sospetti, ormai conosciamo bene il Covid-19”.
Negli States già si corre: ecco come
Fin qui le notizie dall’Europa, dove si sta preparando la ripresa del mondiale nella piena collaborazione tra Dorna, Fim, Irta e le Case motociclistiche. Negli USA invece, nonostante la pandemia non dia tregua, il motorsport è già tornato al centro della scena: la Nascar ha già disputato una prova, mentre SBK e Supercross stanno ripartendo.
Il rigidissimo protocollo studiato da MotoAmerica potrebbe prefigurare ciò che la MotoGP metterà in atto da Jerez . Negli States è stato stabilito che tutte le gare si svolgeranno a porte chiuse, e dunque senza il pubblico; tutti i membri delle squadre e il personale saranno monitorati quotidianamente per rilevarne la temperatura corporea, le distanze andranno rigorosamente rispettate. Si parla di sei piedi (circa 182 centimetri, ndr) tra una persona e l’altra senza l’uso della mascherina, oppure l’obbligo di indossarla per i contatti più ravvicinati, e di un’area minima di 4.000 metri quadri per il paddock.
E’ stata pubblicata una tabella per l’oggettiva valutazione del rischio, in modo tale che gli interventi per la cura delle eventuali lesioni non diventino un rischio per la salute di tutti; le riunioni saranno virtuali e ricche di istruzioni e anche di video, per meglio fronteggiare le incognite da parte di tutti. Le verifiche tecniche avranno un rito strettissimo: due sole persone per ogni team (una con la moto e l’altra con l’equipaggiamento), corsie disegnate al suolo per mantenere le distanze, personale e concorrenti con le mascherine, guanti "usa e getta" da sostituire dopo ogni contatto e ogni controllo.
Sul podio e nel parco chiuso tutti con la mascherina, i premiati riceveranno un trofeo igienizzato, non ci sarà champagne e le interviste saranno fatte a distanza con un microfono a braccio.
Intanto la FIM cambia le regole
Perché la MotoGP mantenga il suo status di Campionato del Mondo occorreva cambiare il regolamento che stabiliva un numero minimo di tredici Gran Premi. In tempi normali, naturalmente.
Ora, nel comunicato diramato dalla Federazione Internazionale di Motociclismo si legge che:
“Tutte le discipline sportive in questo periodo sono state colpite, con eventi che sono stati riprogrammati o cancellati. Nel periodo della pandemia è stato accordato di diminuire il numero minimo di eventi per campionato (in tutte le discipline FIM) considerandoli ad ogni modo come Campionati o Coppe Mondiali FIM, e così permettendo che la stagione 2020 arrivi fino al 2021, come ultima spiaggia per completare i campionati”.
Saranno inoltre riviste le tariffe delle federazioni nazionali, la validità delle licenze ufficiali verrà ampliata fino a marzo del 2021 e verrà assegnato il Trofeo di Solidarietà FIM 2020.
Ancora è presto per ipotizzare su quanti Gran Premi effettivamente si disputerà il titolo della MotoGP e quelli delle altre due classi. Se si partirà con il doppio appuntamento di Jerez, programmato per il 19 e il 26 luglio, Dorna progetta di chiudere un calendario di 12-16 gare da organizzare in Europa fino all’autunno inoltrato. Sarà soltanto a settembre, con la situazione prevedibilmente stabilizzata, che si potrà decidere se andare a correre anche fuori dall’Europa. Concludendo comunque questa tormentata stagione, secondo i piani, a Valencia nel mese di novembre.
Penso che sarà un campionato che sarà ricordato più per le polemiche che per le gare....