Le pagelle del GP di Malesia 2016
ANDREA DOVIZIOSO - VOTO 10 E LODE
Pole position, vittoria, giro veloce: come dire, non si poteva far meglio. D’accordo, con l’asciutto sarebbe stata tutta un’altra gara, ma questa volta il Dovi è stato bravissimo a sfruttare l’occasione favorevole. A volte fa arrabbiare per il suo essere troppo “cerebrale”, ma a Sepang Andrea ha fatto tutto quello che doveva fare: ha controllato all’inizio, ha superato subito Iannone appena ha capito che Rossi avrebbe potuto scappare, ha forzato quando è andato al comando, ha amministrato nel finale. Un trionfo meritato. Lacrime di gioia.
VALENTINO ROSSI - 9
Un altro GP da protagonista, un’altra volta davanti al compagno di squadra, un’altra gara con tanti sorpassi, uno addirittura triplice al primo giro, quando in una sola staccata ha infilato Iannone, Márquez e Lorenzo. Insomma, in ogni condizione, su ogni pista, contro ogni avversario, Rossi c’è, ma come è già successo a Brno (Crutchlow), Misano (Pedrosa), Phillip Island (Crutchlow) non è riuscito a vincere perché sulla sua strada ha trovato un rivale in stato di grazia. Per il terzo anno consecutivo è vice campione del mondo: non conta nulla, ma, per dire una banalità, meglio che fare terzo, quarto, quinto… (Vice) campione.
JORGE LORENZO - 5
Un passo in avanti rispetto agli ultimi GP, ma dopo quanto aveva fatto vedere nelle prove, dopo le sue dichiarazioni di sabato («sono veloce sia sull’asciutto sia sul bagnato») ci si aspettava ben di più di un terzo posto fortuito – l’ha riconosciuto lui per primo con la solita onestà - in un’altra gara assolutamente anonima. Non è certo il momento migliore della sua carriera. Preoccupante.
ANDREA IANNONE - 8
Ha entusiasmato, poche storie. Ci prova sempre e comunque, non ha timori riverenziali per nessuno, che sia Márquez, Rossi, Lorenzo, Dovizioso o qualsiasi altro. Qualche suo comportamento può lasciare perplessi, ma a livello di guida è solo da elogiare. Poi esagera, ma, perlomeno in questa occasione, l’errore passa in secondo piano. Arrembante.
MARC MÁRQUEZ - 4
Due cadute in due gare: troppe, soprattutto considerando che ne ha collezionate già 16, nuovo primato personale in MotoGP. D’accordo, se c’erano GP dove poteva scivolare erano proprio quello d’Australia e quello della Malesia, ma due scivolate consecutive sono comunque poco giustificabili per un campione come lui, anche se con il bagnato è facilissimo fare un errore. Poco concentrato.
CAL CRUTCHLOW - 4
Due cadute sabato (una nelle FP3 una in Q2), un’altra domenica: non è stato il modo migliore per festeggiare il compleanno. Che peccato.
HECTOR BARBERÀ - 8
La GP14.2 è probabilmente la miglior moto sul bagnato – probabilmente anche di gran lunga – ma lui l'ha sfruttata al meglio. Per quello che fa in prova, sempre alla ricerca di un pilota da seguire, è da biasimare, ma in gara è stato impeccabile. Oltre le aspettative.
LORIS BAZ - 8
Quando ci sono condizioni difficili, lui emerge (quasi) sempre: non può essere casuale. Specialista.
MAVERICK VIÑALES - 5
Sull’asciutto volava, tanto da essere uno dei favoriti, ma appena piove affonda: non può essere colpa solo della moto.
ALVARO BAUTISTA - 7
In prova è stato sempre velocissimo, in gara un po’ meno, ma il suo è stato senz’altro un GP positivo.
JACK MILLER - 5
In queste condizioni, ci si aspettava di più.
POL ESPARGARÓ - 5
Dopo le scintille australiane, è tornato nei ranghi.
DANILO PETRUCCI - 5
La sfida interna per conquistare la GP17 per la prossima stagione sembra aver mandato in tilt lui e il compagno di squadra. Sul bagnato te lo aspetti davanti a lottare per il podio, invece ha finito staccatissimo.
ALEIX ESPARGARÓ - 4
Era quinto, ma ha fatto un errore al terzo giro.
BRADLEY SMITH 5
In Australia aveva fatto bene, qui ha faticato moltissimo.
SCOTT REDDING - 4
Anche lui sembra schiacciato dalla pressione di dover battere a tutti i costi il compagno di squadra.
DUCATI DESMOSEDICIGP - VOTO 8
Dieci sul bagnato, sei sull’asciutto per la rossa di Borgo Panigale: la media fa otto in pagella. Intanto, però, è arrivato il secondo successo stagionale. Evviva.
YAMAHA M1 - VOTO 8
Con il caldo è tornata competitiva in ogni condizione, ma, alla fine, c’è sempre una moto più efficace di lei, specie nel finale di gara. E la vittoria sfugge da 10 GP.
HONDA RC213V - VOTO 7,5
Dopo quattro successi consecutivi, la migliore Honda al traguardo è quella di Jack Miller (8°). A Sepang, la RC213V ha faticato parecchio, più del previsto. Un passo indietro.
SUZUKI GSX-RR - VOTO 8
Sull’asciutto ha dimostrato di essere super competitiva, sul bagnato non si sa: la sensazione è che i piloti non riescano a sfruttarla al meglio con le “rain”, ma manca la controprova.
APRILIA RS-GP - VOTO 6
In prova è andata forte, in gara molto meno.
E me ne sbatto se pioveva, c'era il sole, cadevano asteroidi o era in atto un attacco da parte della Regina Himika.
Ducati 8.5, perché non si è mai arresa in questi anni di tirannia nipponica e ancora oggi porta la bandiera della tradizione motociclistica europea nella classe regina.
Speriamo che anche altre case europee, più grandi e dotate di capacità di investimento ben più ingenti di quante ne avesse Ducati nel 2007, non solo entrino nel motomondiale, ma abbiano anche i maglioni di restarci e resistere alla pressione politica - ancor prima che sportiva - della yakuza.
Non è stato facile liberarsi dalla piume gialle lasciate in eredità dal campione di cartone.
Umiltà e lavoro di squadra, queste sono state le due cose che hanno riportato Ducati al livello che merita.
Altro che le sceneggiate da prima donna messe in atto dalla piagnina da tavullia: gnee gneeeee il telaio che non curva...gnee gnaaaa l'airbox che non porta...gniii gneeee la sella troppo aventi...ecc...ecc.
Bravi ragazzi, bravi, avanti così!