MotoGP

Lin Jarvis: per Lorenzo scelta difficile

- Jorge voleva fare una uscita come wild card e ora ogni piano è sconvolto, ma con Yamaha il suo contratto vale solo per il 2020. Con Rossi in Petronas? Chissà. Più concretamente, il manager Yamaha affronta poi il tema della crisi economica e del futuro della MotoGP
Lin Jarvis: per Lorenzo scelta difficile

Jorge Lorenzo tiene banco, di questi tempi, e le sue dichiarazioni social rimbalzano in tutto il mondo creando qualche perplessità. Dopo avere a suo tempo espresso la volontà di partecipare al GP di Catalogna come wild card – possibilità negata dal Covid - più recentemente ha lasciato trapelare il desiderio di fare qualcosa in più: magari anche un ritorno a tempo pieno in quanto “non sono a corto di offerte”.

Intervistato dalla Gazzetta, il manager di Yamaha Racing, Lin Jarvis, ha chiarito la posizione di Yamaha.

“Con noi Lorenzo ha un contratto di un anno soltanto – ha detto Jarvis - e magari potrebbe essere una soluzione per altri. Nei test di Sepang ha ritrovato i suoi automatismi e ne siamo stati felici, ma naturalmente questa pausa forzata complica le cose, non sappiamo se altre wild card saranno permesse in stagione, sarà molto difficile anche per lui scegliere una strada”.

Davvero Jorge potrebbe far coppia con Valentino nel team Petronas dal 2021? L’ipotesi non è stata scartata da Rossi, secondo lui Lorenzo sarebbe perfettamente in grado di tornare a correre a tempo pieno. Non sarebbe contento Morbidelli, però, ha aggiunto il Dottore. Cosa ne pensa Jarvis?

“Sarebbe interessante – ha risposto maliziosamente - anche perché non sarei io a doverli gestire… Ma credo che sia improbabile: il team Petronas ha uno scopo diverso, e punta a far crescere le nuove generazioni dei piloti”.

Più complessi i temi economici affrontati da Lin Jarvis sul sito Speedweek.com, intervistato dal collega Wiesinger. Se la crisi finanziaria del 2008, ragiona l’intervistatore, ha indotto a suo tempo Kawasaki e poi Suzuki ad abbandonare la MotoGP, questa volta il colpo potrebbe essere ancora più forte: Jarvis teme defezioni?

“Ogni recessione economica porta a una situazione preoccupante nello sport motociclistico - spiega il direttore generale di Yamaha Motor Racing - ed è difficile stimare quali decisioni le aziende prenderanno. Yamaha è tra i grandi protagonisti del settore, le nostre fabbriche sono sparse in tutto il mondo e abbiamo tra 65.000 e 70.000 dipendenti. Potremmo incontrare grandi difficoltà, e questo vale anche per fabbriche come Aprilia, KTM o Ducati, ma ciò che mi rende ottimista è che Yamaha è molto impegnata, la MotoGP è una parte molto importante del business, per il marchio, per la promozione e per rilanciare il mercato."

Lin è sicuro di avere una buona squadra, ma soprattutto vede segnali di continuità anche nella politica delle altre Case giapponesi.

“Con Maverick e Fabio abbiamo due forti piloti della MotoGP per il 2021 e il 2022. E vedo che la Honda ha offerto a Marc Márquez un nuovo contratto di quattro anni, fino alla fine del 2024. È un impegno abbastanza solido, e Suzuki ha appena prorogato il contratto con Alex Rins di due anni. Quindi mi pare di capire che non sarà solo la Yamaha a continuare a correre”.

Tutte le Case collaborano tra loro sul piano politico riiguardo al tema Racing? Nel 2019 c’erano state delle divisioni importanti.

“E’ vero - ha confermato Jarvis - nel 2019 si sono svolte poche discussioni all'interno dell'MSMA. Ma ora ci incontriamo regolarmente in teleconferenza e discutiamo molto, ritengo sia un segnale positivo. La chiave per il futuro è la sostenibilità, e ci stiamo lavorando: dobbiamo essere ragionevoli, equilibrati, e tenere d'occhio i costi. Sono sicuro che se saremo ragionevoli e riduciamo i costi, tutte le Case continueranno”. 

  • Valentino.Masini
    Valentino.Masini, Cesena (FC)

    Siamo piombati in una crisi anomala, non è infatti determinata dalle solite ragioni economiche di varia origine come tutte le altre ma da una pandemia a livello mondiale di cui nessuno sembra sapere nulla e cosa si possa fare in concreto per arginarla.
    Al momento sembra non vi siano cure efficienti, chi viene infettato se è una persona "debole" per altre patologie, per anzianità o per entrambe le condizioni, spesso ci lascia le penne, chi ne esce in molti casi lo fa con giorni e giorni di terapia intensiva e successivi mesi di recupero.
    Sembra che la soluzione ideale possa essere un vaccino efficiente ma non si sa se e in quanto tempo possa essere disponibile…..anche mai, visto quanto è successo con il vaccino per l'HIV, malattia infettiva pericolosissima ma molto meno contagiosa di questa, sopratutto non ha mai costretto la gente a doversi tappare in casa e chiudere le fabbriche non necessarie alla sopravvivenza.
    Pensare positivo penso possa aiutare ma non può sicuramente cambiare il corso delle vicende.

    Nel caso specifico, "le moto" specie intese come oggetto di divertimento e sport non sono da considerare attività necessarie alla sopravvivenza e saranno fra le prime a pagare questa recessione.
    In questa fase abbiamo una situazione in cui tutto era stato predisposto per avere un campionato del mondo ai massimi livelli: case e sponsor che hanno fatto l'impossibile per accaparrassi i piloti più competitivi, cifre da capogiro e contratti blindati per anni.
    Yamaha addirittura ha fatto letteralmente "terra bruciata" attorno le altre squadre mettendo sotto contratto praticamente tutti i piloti che per blasone e qualità sono nella scala geriatrica dietro al solo Marquez che è stato blindato per altri 4 anni dalla Honda, Suzuki ha pensato di doversi tenere stretti i piloti che ha già sotto contratto, Ducati sembrerebbe essere rimasta col cerino in mano a meno, oltretutto con un rapporto difficile nei cospetto del loro pilota di punta, KTM e Aprilia hanno fatto sforzi incredibili nel tentativo di ridurre lo svantaggio dalle case più competitive.
    Impegno a livello tecnico ed economico da parte di tutte le case impegnate come mai si era visto prima.
    Ora tutto questo sforzo è stato azzerato dall'impossibilità di poter svolgere qualsiasi manifestazione o attività che procuri assembramenti, si sta navigando a vista, si rimanda di mese in mese ben sapendo che la storia potrebbe non finire fra mesi, la speranza è l'ultima a morire ma se il virus non deciderà di suicidarsi da solo potrebbero volerci anni a riprendere la normale routine, nel frattempo le industrie penso che dovranno ridimensionarsi, causando una recessione mai vista a memoria d'uomo, gli sport in genere dovranno subire uno stop incondizionato, i denari già investiti andranno persi e quelli che per contratto non sono ancora stati erogati difficilmente lo saranno in futuro, poi se tutto si dovesse risolvere in tempi ragionevolmente brevi si potrebbe al limite riprendere il discorso ma nulla credo potrà tornare come prima.

    Spero che tutto si risolva più in fretta possibile ma tutto fa pensare che almeno questa stagione agonistica possa essere di fatto azzerata, nonostante le tante ipotesi e la volontà di tutti a volere fare qualcosa comunque.

    Valentino Masini
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