Marquez: "Ho capito la strategia di Rossi"
Nel corso di un evento promozionale, Marc Marquez è tornato a parlare dell’incidente di domenica scorsa al Gran Premio Red Bull de la Repùblca Argentina: «Dopo aver visto più volte la sequenza, sono convinto di quel che ho già detto dopo la gara. Sono cose che succedono nelle corse, ma c’è sempre da imparare».
«Tutto questo fa parte dell’apprendimento e di riflessione - ha detto il campione del mondo in carica -. Sono più che convinto che né da parte mia o da parte di Rossi, c’è stata la benchè minima intenzione nel causare questo incidente. Ho sempre detto che Valentino è il mio idolo e un punto di riferimento per tutti noi. Ho imparato molto da lui e sto ancora imparando. È ancora molto forte, è leader del mondiale e sta guidando molto bene».
Sulla lezione appresa domenica al Termas de Río Hondo, ha aggiunto: «Da un lato, ho imparato dalla strategia di Rossi, che ha scelto la gomma extra hard per poter attaccare alla fine, pneumatico col quale io invece non mi sentivo a mio agio, e ho deciso di rischiare con quello più morbido. E a dire il vero, quasi vincevamo la scommessa. Beh, in effetti, mancava un giro e mezzo!».
«Non credo affatto che il nostro rapporto possa cambiare in virtù di quest’episodio. Siamo piloti, sappiamo distinguere la vita dentro e fuori la pista».
«Ci sono diverse cose che mi rendono molto ottimista. Per esempio, sarei stato in grado di vincere tutte e tre le gare, se non avessi fatto quell'errore alla prima curva in Qatar, o se non fossi caduto in Argentina. Al massimo sarei arrivato secondo e mi ritroverei leader. Sto bene, sono in forma, abbiamo fatto un buon lavoro. E, in secondo luogo, nel 2013, dopo le prime sei gare, Dani (Pedrosa) era il leader con Jorge (Lorenzo) secondo ed io terzo a 30 punti... ma alla fine sono stato io vincere il titolo».
Fonte: MotoGP.com
Vuoi per scaramanzia, vuoi perchè giudico il motociclismo di oggi troppo succube dei fattori tecnici, ma soprattutto perchè mi viene da pensare che più di quello che ha già fatto nessuno (nemmeno lui) può fare.
Quello che ammiro e invidio di più del campione che è, è proprio la capacità di stare lì a lavorare su ogni "click del mono" come fosse un esordiente, cosa che, con tutto il fieno che ha messo in cascina, personalmente faccio fatica a comprendere.
Non lo so; per me che vinca il 10°, l'11° o anche di più è lo stesso.
L'unica differenza sarebbe zittire quei 4 gallinacci che continuano a tentare di sminuire questo fenomeno (anche se di certo troverebbero qualcosa da ridire)...!.
P.s. Tutti dicono che "in ducati non ha fatto una cippa e cose del genere, nessuno si chiede mai come sarebbe andata se non avesse mai lasciato l'hrc.
Benvenga quanto accaduto; solo la gara di Welkom vale 1 o 2 mondiali...!