MotoGP 2016. I temi della seconda metà del campionato
Si torna in pista dopo quasi un mese di pausa e dopo nove GP disputati.
La prima metà della stagione ci ha mostrato: 1) Marc Marquez molto più attento al campionato che alla singola vittoria: qualcosa di assolutamente inedito per uno come lui; 2) Valentino Rossi velocissimo, spesso il più competitivo in pista, ma penalizzato da due cadute (Austin e Assen), dalle difficoltà di ritrovare il ritmo dopo il cambio moto (Argentina e Germania), dalla rottura di un motore (Mugello); 3) Jorge Lorenzo a tratti irresistibile (Qatar e Francia), ma in altre occasioni irriconoscibile, il peggior Lorenzo da quando corre in MotoGP (Olanda e Germania); 4) Ducati velocissima in alcune circostante (Qatar, Argentina, Austin, Mugello e Sachsenring), in grande difficoltà in altre; 5) Maverick Viñales all’altezza dei migliori in prova, ma molto meno competitivo in gara; 6) Honda in difficoltà, dove la differenza l’ha sempre fatta Marquez, con un Dani Pedrosa sempre costretto a inseguire e mai contento della sua moto (e della sua squadra); 7) Danilo Petrucci che, dopo essere stato costretto a saltare le prime gare per infortunio, è tornato ai livelli del pre-campionato: è veloce, sull’acqua addirittura velocissimo, ma deve essere più costante.
Cosa ci si può aspettare dalla seconda metà del campionato?
Ecco alcune previsioni, un “io l’avevo detto” da verificare a fine 2016, un modo per tornare a parlare di motomondiale in attesa del GP d’Austria di domenica prossima.
Marquez è il grande favorito al titolo?
Ovviamente sì: con 48 punti da amministrare su Lorenzo e 59 su Rossi, il pilota della Honda si può permettere di amministrare, di non attaccare mai, esattamente come ha fatto (non sempre ma quasi…) nella prima parte della stagione. Fino adesso Marquez è stato impeccabile tatticamente, con l’unico neo di troppe cadute in prova (sei), ma una sola in gara (una, in Francia, dove ha comunque terminato il GP).
Rossi è ancora in lotta per il titolo?
Secondo me sì, anche se l’impresa appare impossibile: dovesse riuscire a conquistare il mondiale sarebbe a dir poco straordinario. Ma la velocità messa in mostra nella prima parte del campionato, la competitività della sua Yamaha, l’affiatamento della squadra, il buon supporto di Luca Cadalora sono tutti elementi a suo favore: ha il potenziale per lottare sempre per il gradino più alto del podio.
Lorenzo si potrà riprendere dopo le ultime due gare, addirittura disastrose?
Sì, perché Jorge, in passato e in tutta la sua carriera, ha dimostrato di saper superare momenti difficilissimi. Sicuramente, quello visto in Germania è stato il peggior Lorenzo in MotoGP: Q1 a parte, in nessun turno di prove e in gara è mai stato nei primi dieci. Una crisi per certi versi imbarazzante, ma lo spagnolo è in grado di tornare a livelli stellari.
La Ducati può vincere un GP?
Sì, a cominciare proprio da quello in Austria: nei test effettuati a luglio dopo il GP di Germania, la Desmosedici ha (stra)dominato. Nella seconda parte di campionato sono molte le piste favorevoli alla Ducati: oltre all’Austria, sicuramente Silverstone, Motegi, Phillip Island, Sepang. Ma in passato è stato competitiva anche a Misano e può dire la sua pure ad Aragon: insomma, il primo successo dell’era Dall’Igna è una possibilità reale più che un sogno.
Pedrosa tornerà protagonista?
Molto difficile, anche se adesso arrivano piste a lui più congeniali. Il Pedrosa visto nella prima parte della stagione è stato tra i più deludenti della sua carriera, non solo per i risultati, ma, soprattutto, per l’atteggiamento, per la negatività mostrata nei confronti della Honda in generale e del suo capo tecnico in particolare. Fino adesso, Dani, in questa stagione, non ha portato nulla alla HRC: se continua così, farà fatica a ottenere una sola vittoria. Personalmente, continuo a chiedermi perché la Honda gli abbia rinnovato il contratto per altri due anni.
L’Aprilia sarà costantemente nei primi dieci, come da obiettivo della Casa di Noale?
Purtroppo, temo proprio di no. Nella prima parte della stagione i miglioramenti, se ci sono stati, sono stati difficili da individuare e i risultati raccolti sono stati più dovuti agli errori altrui che a meriti propri. Del resto, fare sviluppo in gara è difficilissimo: sarebbe stato più opportuno effettuare un anno di test come fatto in passato dalla Suzuki e in questa stagione dalla KTM.
Le Michelin saranno decisive come nelle prime nove gare?
Ni. Le gomme, da sempre, rappresentano un elemento fondamentale e, di conseguenza, lo saranno anche le Michelin, ma l’esperienza accumulata nella prima parte della stagione mi fa pensare – e sperare – che le ultime nove gare saranno più “regolari”, sotto questo aspetto, delle prime.
Quale potrebbe essere il pilota rivelazione della seconda parte della stagione?
Punto su Vinales, nel senso che mi aspetto di vederlo costantemente nelle prime posizioni anche in gara, non solo in prova.
Adesso, poiché i piloti han detto che alla fine della gara questi pneumatici non ci sarebbero arrivati, verranno portati quelli di sicurezza, duri come i cerchioni, quelli che più che antipattinamento sono antisputtanamento per intenderci, solo che le moto con quelli slittano anche in rettilineo...
Ci credo che Aprilia non ci capisce più 'na fava e KTM già mette le mani avanti.
Quella del gommista francese è stata davvero una piaga sull'attuale campionato.
Pause cosi lunghe spezzano il rischio del campionato e tolgono interesse.
Voto zero alla Dorna per il calendatio MotoGP