MotoGP 2022. Per i freni l'Australia è una passeggiata, ma c'è l'insidia della temperatura
La MotoGP atterra in Australia sullo straordinario circuito di Phillip Island. Il motomondiale mancava dal 2019 perché il governo per combattere il Covid aveva imposto misure strettissime. Il circuito è situato sull’omonima isola a 140 km da Melbourne ed è il circuito più vicino al Polo Sud dell’intero campionato.
Il tracciato, secondo i tecnici Brembo è uno dei meno impegnativi per i freni e in una scala da 1 a 6 si aggiudica appena un 1. In un giro completo l'impianto frenante è chiamato in causa in 7 delle 12 curve per un totale di 22 secondi. Si tratta quindi all'incirca di un 25 per cento della durata della gara.
La pinzata più lunga è alla curva 4 che viene affrontata a meno di 70 km/h. I piloti rimangono attaccati al freno per una media di 4,6 secondi con un carico sulla leva di 4,7 kg per decelerare di 156 km/h. La prima curva dopo il traguardo è la più impegnativa con una staccata di 282 metri con le MotoGP che passano da 344 km/h a 181 km/h in 4,1 secondi. I piloti esercitano un carico sulla leva di 4,3 kg e subiscono una decelerazione di 1,5 g.
Se si sommano tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva del freno nell'intera gara si arriva appena a 6,4 quintali, il valore più basso dell’intero campionato.
Problema temperatura
Quello che per l'impianto frenante sembra essere un vantaggio si può però anche trasformare in un'insidia. Ricordiamoci che il circuito è praticamente a picco sul Pacifico e - come detto prima - è la gara più a Sud dell'intero campionato. Le temperature sono spesso basse e questo, sommato al basso impiego dei freni, può comportare un eccessivo raffreddamento dell'impianto con conseguente rischio di non raggiungere la temperatura minima di esercizio. Per ovviare spesso le MotoGP utilizzano le cover in carbonio per conservare calore, le stesse usate anche in altri circuiti in caso di pioggia.
Fonte: Brembo