MotoGP 2023. Pecco Bagnaia si apre con GQ e dice la sua sull’importanza dei social e sulla Sprint Race
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(foto copertina GQ Italia)
Dopo Marc Marquez sull’edizione spagnola è la volta di Pecco Bagnaia sull’edizione italiana di GQ. Il campione del mondo ha rilasciato una lunga intervista ad Alfonso Fasano, giornalista del mensile di moda e lifestyle (PS: GQ significa Gentlemen's Quarterly cioè trimestrale dei signori, ndr).
Bagnaia dapprima ha ripercorso la cavalcata di quest’anno e i vari motivi per cui il suo mondiale è speciale (primo italiano su moto italiana dal 1972, primo a vincere dopo Valentino Rossi, pilota che ha recuperato lo svantaggio più grande, tra gli altri). Essendo GQ una rivista che non tratta in primis lo sport è stato necessario creare ai lettori il contesto in cui il ducatista ha trionfato.
“I miei punti di forza – ha detto, entrando un po’ più nel dettaglio - si vedono in frenata, nel fatto di riuscire a far girare la moto molto stretta nonostante vada molto forte. Negli ultimi due anni questa caratteristica ha fatto la differenza per me, soprattutto rispetto ai compagni di marca. E poi secondo me possiedo una grande determinazione, ho sempre la volontà ferrea di riuscire ad arrivare alla fine di ogni corsa. È una cosa che ho maturato negli anni”.
“La velocità è una cosa che mi appartiene"
“La velocità è una cosa che mi appartiene. Mi è sempre stata dentro. Praticarla e saperla gestire mi viene spontaneo, non ho mai dovuto fare fatica per andare forte”.
Poi Bagnaia ha parlato dei social: “Nel mio sport, ma penso sia così nello sport in generale, essere se stessi è la cosa più difficile. Forse perché viviamo in un ambiente in cui si va sempre alla ricerca del personaggio, e personalmente credo che sia una cosa piuttosto stupida. Molto spesso sento dire ‘Quello è un gran pilota, ma alla fine non sarà mai un personaggio’. Ecco, certe parole mi sembrano fuori dal mondo, fuori dal tempo: io per esempio sono fatto in un certo modo, posso sembrare chiuso se mi guardi da un certo punto di vista, e magari lo sono davvero. Questo, però, non può impedirmi di usare i social come ritengo giusto. Di condividere su Instagram ciò che voglio della mia vita privata. Ormai bisogna accettare che le piattaforme social sono diventate fondamentali".
La potenza dei social secondo Bagnaia
"Anzi, ti dirò di più: sono la macchina più potente che c’è, sono l’ambiente dove si creano le sponsorizzazioni, gli eventi, dove avviene tutto ciò che muove il mondo contemporaneo. E allora essere presenti non basta: bisogna lavorare bene sui propri profili, è una cosa che può fare la differenza nella carriera di un pilota, nel modo in cui viene percepito all’esterno”.
Per il piemontese anche pollice su per la Sprint race: “È una mossa giusta. In fondo stiamo parlando di un tentativo di modernizzare il nostro sport. Non possiamo nasconderci: c’è un cambiamento generazionale in corso cui dobbiamo fare fronte con una mutazione del prodotto. Queste transizioni sono momenti che creano sempre un po’ di fastidi, di nervosismi, di arrabbiature. Ma ogni cosa è ciclica, e noi abbiamo il dovere di provare a coinvolgere un pubblico più giovane. Per farlo, dobbiamo rendere più spettacolare il Motomondiale”.
Per rovinare la mente dei giovani e renderli zombi.
Basta osservare cosa succede e quanta gente ne usufruisce anche alla guida.
Sarebbero da cancellare per legge.
Si tornerebbe ad avere il contatto umano, che i social hanno praticamente eliminato....