MotoGP Aragon. Rossi: "Battere Marquez sarebbe un miracolo"
Rossi domani partirà sesto in griglia. Il sabato è iniziato con una brutta caduta, per fortuna senza conseguenze. Nelle FP4 però ha messo in evidenza un buon passo, se non per stare con Marquez, almeno per poter puntare al podio.
«L’inizio non è stato dei migliori, mi sono steso subito dopo mezzo giro. Iniziare così la giornata non è fantastico, ma dall’altra parte sono stato fortunato e devo dire grazie a Dainese perché ho battuto pesantemente sulla spalla destra ma sono solo un po’ acciaccato. Abbiamo perso tanto del turno. Non sono contento del sesto tempo in qualifica. Potevo fare meglio ma non sono stato abbastanza bravo a fare il giro buono anche perché in 2 decimi ci siamo tutti. Però ci sono cose positive perché nelle FP4 mi sentivo bene e come passo gara non sono messo male. Ci sono tante cose che ancora dobbiamo provare e soprattutto domani mattina bisognerà vedere che condizioni ci saranno, sarò più freddo e sarà importante fare la scelta giusta delle gomme».
Tante cadute in prova, con temperature ancora più basse il rischio aumenta?
«Credo che il problema sia soprattutto al mattino. Per quanto riguarda la gara, alle 14, la situazione dovrebbe essere più normale».
Temperatura più bassa significa montare automaticamente la morbida?
«Non è detto che si userà la morbida, anzi credo che la maggiorparte dei piloti rimarrà con la dura, però si apre una finestra per poterla usare e magari qualcuno ci prova».
"L’anno scorso - hai detto - ho preso 2 secondi nel primo giro". C’è il rischio che capiti anche quest’anno?
«Sì, c’è il rischio. Sono sesto come l’anno scorso e partire dalla seconda fila è un po’ un problema».
Un Marquez così è difficile da contenere. Metti in preventivo di perdere qualche punto?
«Bisogna essere realistici e i numeri non mentono. Battere Marquez domani non dico che è impossibile, ma sarebbe un miracolo. L’importante è arrivare sul podio e non sarà comunque facile».
Non ci voleva proprio. Non ci vorrebbe mai, per nessuno ovviamente, ma adesso meno che mai.