L'INTERVISTA

MotoGP. Dottor Zasa: questo il protocollo usato anche per Márquez

- Il direttore sanitario della Clinica Mobile spiega come viene presa la decisione di dichiarare un pilota fit o meno, idoneo o non idoneo alla gara. Il medico del circuito, il Race Medical Director, la FIM e la Clinica: tutti i ruoli

La Clinica Mobile non interviene, anche per evitare conflitti di interesse: la squadra di Michele Zasa infatti aiuta i piloti a tornare in pista il più presto possibile. La decisione viene presa dal medico locale responsabile del servizio sanitario, in collaborazione con il delegato della FIM, mentre il Race Medical Director, che è una figura fissa, può intervenire.

La commissione analizza tutta la documentazione disponibile, radiografie comprese, e sottopone il pilota a un serie di esercizi sotto sforzo per valutare se sia in grado di guidare una moto da corsa. Non c’è un protocollo standard rigidamente stabilito. Márquez? Zasa ammette che qualche errore c’è stato, ma non si pronuncia e non ha mai parlato col pilota.

Nell’intervista, con Zam e Nico, Zasa chiarisce il ruolo della Clinica Mobile, illustra l’attività dei due centri aperti a Piacenza e nel Principato di Andorra (molto attrezzati e accessibili a tutti gli sportivi), parla della visita di idoneità, introdotta da pochi anni, cui tutti i piloti si sottopongono all’inizio della stagione.

  • Fortysix
    Fortysix, Roma (RM)

    Questa mattina ho ricevuto due mail, una a distanza di pochi minuti dall'altra.

    Stavo per rispondere alla prima ma poi ho rinunciato. Non serviva più rispondere. La seconda mi aveva appena riempito il cuore di speranza e contentezza e nello stesso tempo aveva cancellato in un attimo la delusione appena ricevuta dalla prima.

    Della prima mail eviterò di descriverne il tono ed il contenuto. Forse una mail dovuta, magari per tutelare semplicemente i propri interessi legali.

    Della seconda ho chiesto l'autorizzazione a poterne scrivere qui, senza naturalmente fare nomi ed evitando polemiche sterili.

    Conteneva un minimo di disappunto, c'è tanta disinformazione purtroppo, ma quello che mi ha reso contento è stato l'incoraggiamento a non prendermela con chi, e sono ormai troppi purtroppo, parlano senza cognizione di causa semplicemente perché a loro non è mai successo di vivere il "dramma" in prima persona.
    Che ne sa? non può capirlo! va compreso...
    Era quest'ultimo il senso della seconda mail.

    Chi me l'ha inviata è molto vicino alla famiglia di un ormai ex pilota che è incorso in un grave incidente e che sta lottando per riabilitarsi da una brutta afasia provocatagli dal brutto trauma cranico occorsogli nell'incidente appunto.
    Tengo a precisare che non sto parlando né di Michael Schumacher e né di Alex Zanardi (quest'ultimo pochi giorni fa è tornato a proferire qualche parola).

    Chi mi ha inviato la seconda mail legge questo sito e voleva dirmi di non arrabbiarmi più di tanto e che sarebbe bastato inserire nel commento la seguente descrizione:
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    "L'afasia è un disturbo del linguaggio in cui è alterata la capacità di comunicare. È tra le conseguenze più disabilitanti dell'ictus dal momento che compromette sia la capacità di comprendere il linguaggio, sia di esprimersi. Tra le cause più determinanti l'afasia, al secondo posto c'è il trauma cranico."
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    Ma la bella notizia è che il nostro amico sta migliorando sempre di più grazie anche un percorso di Logoterapia e a tanto affetto e amore da parte della sua famiglia e dei suoi amici.

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    Conclusione:

    Mi scuso con magojiro per avergli dato del "cialtrone" e per aver minacciato di scrivergli una descrizione che lo avrebbe fatto sparire dalla vergogna.

    Sono abituato a prendermi le responsabilità e quando sbaglio, pago sempre in prima persona.

    Grazie a tutti della pazienza dimostratami in questi mesi. Ma credo che per me sia abbastanza.

    Ciao
  • Gisulfo
    Gisulfo, Arpino (FR)

    "La commissione analizza tutta la documentazione disponibile, radiografie comprese".
    Non credo che la commissione abbia davvero visto le radiografie di Marquez con quella chiodatura estrema, altrimenti non gli avrebbe neanche permesso di provare a farle le flessioni.
    "Primum non nocere" è uno degli assiomi della medicina che non dovrebbe essere ignorato da nessun medico, e da nessuna commissione medica.
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