MotoGP. Ducati: Lorenzo si avvicina, Dovizioso contento
SEPANG – L’umore è decisamente migliore rispetto a ieri: dopo la “batosta” di ieri, Jorge Lorenzo ha cominciato a far vedere il suo potenziale anche con la Ducati. Certo, il lavoro da fare è tantissimo, ma Lorenzo è sicuramente più ottimista.
«Ieri era stato scioccante, oggi abbiamo fatto un passo in avanti gigantesco» sintetizza Lorenzo. «Sono molto contento! Abbiamo lavorato tanto e questo ha pagato: più che del tempo sul giro, che non è stratosferico, sono soddisfatto per la migliore confidenza che ho con la moto. Piano piano mi sto adattando, e abbiamo anche fatto delle modifiche per rendere la Ducati più adatta al mio stile di guida. Siamo ancora lontani dal nostro limite: domani si può sicuramente fare un altro passo in avanti. Sono più rilassato».
Quanto eri preoccupato ieri?
«Ieri è stato sorprendente scoprire certe difficoltà, ma sapevo che era solo una questione di tempo, che con il lavoro avremmo potuto capire meglio questa moto. Ero tranquillo, perché Stoner e Dovizioso erano andati forte e io mi sento perlomeno al loro livello».
In particolare, dove siete migliorati?
«In frenata: adesso stacco più tardi, come richiede la Ducati. Adesso devo capire meglio come sfruttare le gomme nuove e ci sono tanti punti forti da sfruttare. Ma il lavoro paga sempre».
DOVIZIOSO: “VELOCI ANCHE RISPETTO A YAMAHA”
Andrea Dovizioso ha finito di pochi centesimi davanti a lui: si potrebbe pensare a un Dovi un po’ nervoso, invece, anche oggi, è molto sereno.
«Fortunatamente siamo riusciti a girare per 4 ore, provando parecchio materiale. Sono contento, ho un buon feeling anche con la nuova moto. Abbiamo raccolto tanti dati: ci sono aspetti positivi e altri negativi, ma, nel complesso, il giudizio è buono».
Cosa farete domani?
«Continueremo a lavorare sul telaio nuovo e cercheremo di confermare quanto di positivo emerso oggi: andare via da qui con le idee chiare farebbe una grande differenza per i prossimi test».
Come siete messi rispetto agli avversari?
«La sensazione è positiva. Mi sono trovato con Márquez e Viñales: è stato bello vedere che potevo gestire bene la situazione. Rispetto alla Honda non posso dire granché, perché credo che Marc non stesse spingendo al massimo, ma con Maverick abbiamo fatto un paio di giri molto veloci, quasi da “gara”: potevo giocarmi le mie carte».
Iannone ha detto che è sorpreso dai limiti di telaio che la Ducati aveva rispetto alla Suzuki: cosa ne pensi?
«Non ho mai avuto dubbi sui nostri problemi, la situazione mi è chiara per l’esperienza che ho. E non è certo una sorpresa vedere Iannone così veloce con la Suzuki».
Lorenzo si è avvicinato parecchio.
«Non so come abbia fatto i tempi, non so se abbia montato una gomma nuova (sì, lo ha fatto, NDA). So però che la nostra velocità è buona, il tempo di oggi è poco indicativo».
Credo che la scelta di Dovizioso, al di là di ciò che potevano essere le sue prestazioni rispetto al ex collega Iannone, sia stata una scelta pesata con la massima attenzione e, perfettamente in linea con ciò che sarebbe stata la nuova squadra. In questo, Dovizioso è la persona giusta, Jorge si senta a casa, condivide la sue sensazioni e accoglie quelle di Andrea e i consigli di Stoner. Il risultato non tarderà ad arrivare per nessuno dei due!
Un "bravi", sia pure scontato, mi sembra giusto darlo alla squadra tutta, a cominciare da Dalligna, la sintonia e la serenità fatta uomo che, già con il suo esempio, basta e avanza per tenere tutto in perfetta armonia e controllo. Veri complimenti a tutti e grazie a nome mio e di tutti gli appassionati di moto prima di tutto e di Ducati poi.
Un saluto, Giovanni Fanuele
Del resto esiste di peggio come moto, visto che Bautista gioisce per la guidabilità della sua GP16 (neanche GP17).
Oggi 01/02/2017 si è visto che Jorge sta scoprendo come deve guidare la Ducati per sfruttarne i punti di forza e mitigarne le carenze. Come ho già più e più volte scritto, una Ducati e una Honda non curveranno MAI come una Yamaha e una Suzuki, così come una Yamaha e una Suzuki non potranno MAI ottenere dal motore la potenza di cui dispongono Ducati e Honda.
Sono filosofie progettuali diverse e perseguite, non errori.