MotoGP. Test Sepang, Day 1. La giornata in 5 frasi
SEPANG – Ripercorriamo quanto è accaduto a Sepang attraverso i commenti più interessanti, curiosi e divertenti dei protagonisti.
NUMERO 5: IANNONE: «Abbiamo nel box due moto leggermente differenti: ancora non abbiamo capito qual è la migliore. Fino adesso, non abbiamo cambiato una vite nell’assetto: è un bene, ma dobbiamo anche lavorare per adattare la moto al mio stile».
NUMERO 4: MARQUEZ: «Per il momento, il motore nuovo non risolve i problemi in accelerazione: domani avremo nel box due moto 2017, ma mercoledì potremmo tornare a fare prove comparative con il motore 2016».
NUMERO 3: DOVIZIOSO: «Temevo che senza alette fossero di più i contro dei pro: avevo dei dubbi, ma adesso sono più tranquillo. Stoner? Fa prove che servono anche a noi e avendo girato nei giorni precedenti aveva già il ritmo: non sono sorpreso dalla sua velocità. Lorenzo? È normale che abbia dei problemi. Ma deve stare tranquillo, è un campione del mondo».
NUMERO 2: VINALES: «Stoner? Ma perché uno così veloce non corre?».
NUMERO 1: ROSSI: «Stoner? Molto veloce. Molto bene (per noi) che non corre…».
Iannone, pilota ex Ducati, dice: non abbiamo cambiato una vite ma ora dovremo lavorare per adattare la moto al mio stile..
In Ducati, Lorenzo : dovrò cercare di adattare il mio stile alla moto anche se non pensava di incontrare grossi cambiamenti..
Dunque, focalizzando la questione sullo stile di guida, dal mio punto di vista, viene logico pensare che Lorenzo, dotato di uno stile in cui la precisione è il suo principale punto di forza e, come ogni cosa estremamente precisa è di per sé più rigida e meno malleabile ai cambiamenti, c'è un altissimo rischio che se la desmosedici non gli dovesse dare il giusto feeling, il maiorchino potrebbe fare un salto nel vuoto e trovarsi fuori dal mondo che lo ha sempre circondato..
Non trovando una motivazione oggettiva e proficua sul motivo per cui Ducati continui a infilarci l'australiano in mezzo ai suoi piloti e soprattutto davanti al mondo con i tempi, pensando con malizia, non vorrei che la strategia dell'azienda bolognese sia proprio quella di avere un alibi per poter affermare che la moto è valida e che in caso di non riuscita del progetto, la colpa ricada sul pilota.
A questo punto però, non c'è nessun cazzo di alibi per la responsabilità della scelta del pilota e ancora peggio sulla gestione dei piloti; perché la presenza di Stoner in pista potrebbe tradursi solo come una mossa per pararsi il culo che va a discapito dei piloti ufficiali e infine si ripercuote sull'azienda stessa..
E' un pensiero davvero contorto ma presenta le caratteristiche che, in caso di mancato obiettivo, meglio rispecchia la realtà..