MotoGP. Valentino Rossi, ancora uno o due anni?
Sul sito Paddock-GP.com si sostiene che tra Valentino Rossi e il team Petronas Yamaha le cose non sembrino così chiare: se il Dottore deciderà di continuare, il posto per lui nel team satellite è già riservato, tuttavia ci sono ancora alcuni dettagli che, a un esame attento, non sembrano affatto risolti. Molto difficile quindi che ci possa essere un annuncio già a Jerez. Per cominciare, scrive Jean Coutu, Rossi vorrebbe trasferirsi con il suo team al completo: e questo porrebbe complicazioni organizzative ben difficili da risolvere prima di metà luglio.
Valentino Rossi ha quarantuno anni, ed è certo che continuerà un altro anno. Ma davvero un anno solo? Pare che il babbo, Graziano, ridendo suggerisca che il momento ideale per abbandonare sarebbe l’anno 46… ma forse sarebbe una sfida molto estrema, commenta il sito.
In ogni modo, secondo fonti ritenute vicine ad Iwata, il contratto di Valentino Rossi con la Yamaha avrebbe effettivamente un durata di due anni in prospettiva 2021-2022. Non è chiaro se si tratterebbe di un contratto espressamente biennale oppure con il secondo anno opzionale. Certamente arrivare fino al 2022 non farebbe paura a Vale.
Riguardo alla squadra, il sito sostiene che siano già praticamente definiti i nomi di David Munoz, di Matteo Flamigni, responsabile della telemetria, e che sia confermato almeno un meccanico della vecchia guardia, Alex Briggs.
Un piano B molto sugggestivo
Questo per il prossimo futuro. Ma Coutu solleva anche la tesi più ardita: e cioè che Rossi stia prendendo tempo nel tentativo di inseguire il suo reale obiettivo: creare un team personale. E’ la tesi che frequentemente suggerisce anche Carlo Pernat. Questa strada porterebbe Valentino forzatamente fuori dall’orbita di Yamaha, perché iscrivere un nuovo team nella MotoGP è soggetto a delle regole e, almeno in linea teorica, soltanto Aprilia e Suzuki non sono ancora dotate della squadra satellite. Ce n’è abbastanza per scatenare la fantasia degli appassionati, se davvero Vale fosse davanti a un bivio tra il primo amore degli anni Novanta (con i due titoli in 125 e 250 portati a Noale) e il suo manager Davide Brivio, che nel 2004 lo portò in Yamaha… ma forse è meglio restare con i piedi per terra.
poi, magari se volesse fare una capatina in moto 2 con il gruppo degli assatanati...