Pramac Racing festeggia 15 anni e presenta il team MotoGP 2016
Pramac Racing ha festeggiato i 15 anni in MotoGP durante la presentazione, a Casole d'Elsa in Provincia di Siena, del team 2016. Svelate le nuove livree delle due Ducati Desmosedici GP di Octo Pramac Yakhnich su cui Danilo Petrucci e Scott Redding torneranno a correre fin dai test di Sepang. Sul palco si sono alternati i protagonisti di Octo Pramac Yakhnich dopo i saluti di Paolo Campinoti, che ha ripercorso i 15 anni di Pramac in MotoGp anche attraverso i divertenti video messaggi dei piloti che hanno fatto la storia del team: da Alex Barros a Toni Elias, da Max Biaggi a Loris Capirossi ad Andrea Iannone, ambasciatore di Pramac in Motogp, con la gradita sorpresa di Carmelo Ezpeleta che ha voluto salutare Paolo Campinoti ed il Team con un in bocca al lupo per la stagione 2016.
Paolo Campinoti (Ceo Pramac e Team Principal Pramac Racing)
«E' una giornata per noi del tutto speciale. Quella che sta per iniziare sarà la quindicesima stagione di Pramac Racing in MotoGp e per celebrarla siamo tornati dove tutto è cominciato. Veniamo da una stagione ricca di soddisfazioni con la perla del podio conquistato da Petrux a Silverstone. Ma Pramac è ambiziosa. Per questo ci aspettiamo di far ancora meglio nel 2016 con Danilo e con il nuovo arrivato Scott Redding sul quale riponiamo grande fiducia. Avremo ancora al nostro fianco OCTO e diamo il benvenuto a Yakhnich e ringraziamo tutti i nostri partner che continuano a darci fiducia. Li consideriamo amici prima che sponsor.
Siamo pronti per dare battaglia in una stagione che spero - e ne sono certo - sarà entusiasmante anche grazie alle Desmosedici GP su cui Danilo e Scott hanno dimostrato di trovarsi già a loro agio. Pramac Racing è parte della famiglia Ducati e quella 2016 sarà la dodicesima stagione consecutiva di un rapporto iniziato nel 2005 e che auspico possa essere ancora longevo e ricco di soddisfazioni».
Francesco Guidotti (Team Manager Octo Pramac Yakhnich)
«Veniamo da una stagione che ci ha soddisfatto. Con Danilo abbiamo riportato il team sul podio dopo il 2008 ma il nostro obiettivo è quello di migliorarci ancora. Del resto solo chi ha vinto non può fare di meglio. Il regolamento tecnico ha mischiato le carte, parliamo di una svolta abbastanza importante. Per questo dovremo lavorare molto. Ma iniziamo con grande entusiasmo perché siamo di fronte ad una nuova sfida. Quanto potremo migliorarci è difficile dirlo. L'anno scorso abbiamo scommesso su Danilo e abbiamo avuto ragione. Quest'anno scommettiamo su Scott e rilanciamo su Danilo. Sarà una stagione con molte novità quindi siamo pronti a nuove sfide e non vediamo l'ora di scendere in campo per dare battaglia».
Danilo Petrucci
«Con Daniele Romagnoli e con tutti i ragazzi del team ho un rapporto bellissimo e questo rappresenta per me un motivo in più di fiducia. Non vedo l'ora di cominciare perché c'è ancora tanto da fare anche alla luce del nuovo regolamento. Ma la voglia di far bene è grande. I test sono andati molto bene soprattutto a Jerez dove abbiamo fatto un grande passo in avanti rispetto a Valencia».
Scott Redding
«Sono molto eccitato. Il feeling con la moto è stato fantastico fin dal primo giro dei test a Valencia. Mi sono sentito subito bene sulla Ducati ed è stata una bella sensazione. E devo dire che la domenica di Valencia, quando sono entrato nel box ed ho conosciuto la nuova squadra, l'atmosfera è stata subito molto piacevole. I ragazzi mi hanno dato il benvenuto e ho percepito tanta voglia di far bene. Sento che hanno grandi aspettative nei miei confronti ma allo stesso tempo riescono a non mettermi pressione. E poi, come ho detto, la moto è pazzesca. A Valencia i tempi non sono stati eccellenti ma l'obiettivo era solo quello di lavorare».
Non vorrei che si trattasse solo di un problema di 'non specializzazione'.
Mi spiego: Honda e Yamaha con le Bridgestone avevano performance spesso inarrivabili per Suzuki e Ducati. Questo secondo me è in parte dovuto ai piloti, ma per la restante parte è da attribuirsi alla capacità che le due case hanno avuto nell'affinare sempre più la propria propensione ad assecondare e sfruttare le potenzialità offerte dagli pneumatici, andando a curare dettagli infinitesimi, ben oltre quello che hanno saputo fare le concorrenti.
Quindi ora Yamaha e Honda partono da una situazione molto focalizzata sulle Bridgestone rispetto a Suzuki e Honda, che avendo una moto meno estrema dal punto di vista del dettaglio infinitesimo, si sono per questo adattate più rapidamente alle Michelin.
Quindi non si tratterebbe di un vantaggio tecnico, bensì di un vantaggio solo temporale, colmabile anche nel breve periodo quando Yamaha e Honda trovassero la via corretta. Bisognerà vedere se poi Ducati (Suzuki spero si impantani... ;)) sarà in grado di sviluppare con lo stesso ritmo e l'efficacia dei migliori.