Metzeler Interact Challenge: la prova delle ultime novità
La famiglia radiale dell’”Elefantino” permette attraverso l’utilizzo della tecnologia delle spire metalliche a tensione differenziata (disposte longitudinalmente sulla circonferenza del pneumatico e annegate nella mescola dello stesso), di poter realizzare prodotti dalle caratteristiche prestazionali diverse, intervenendo, sia sui profili che sulle mescole, ma soprattutto sulla differente tensione di questi particolari cavetti metallici.
Le logiche di funzionamento di un pneumatico votato all’uso in pista, come il Racetec K3, sono decisamente lontane da quelle di un macina chilometri quale il Roadtec Z8… ma meno di quanto immaginiate. Le spire metalliche nel K3 hanno una tensione differenziata tra il centro del battistrada, dove sono certamente meno “tese” rispetto allo Z8 (pensato per moto di stazza imponente e macinatrici di chilometri) che deve essere ben rigido, mentre nella fascia mediana del battistrada, il pneumatico pistaiolo deve fornire la maggior area di contatto con l’asfalto (ecco che cala la tensione dei cavetti ed aumenta la capacità di copiare la superficie d’appoggio), mentre lo stradale deve contenere la spinta dei kg (maggior tensione…). In parole povere, ogni tipologia di pneumatico, da pista o da strada che sia, viene perfezionato, oltre che dal punto di vista del profilo/disegno battistrada e della relativa mescola, anche attraverso questo tensionamento delle spire.
Il METZELER INTERACT CHALLENGE ci ha permesso di mettere a confronto i tre prodotti e di saggiarne le doti e soprattutto di poter confrontare tre diverse applicazioni di una stessa tecnologia, sia in pista (Ractec K3 e M5) che in strada (Z8).
Racetec K3
Le danze hanno inizio con le sportive Racetec K3 direttamente tra i cordoli dell’autodromo spagnolo di Cartagena. Ricordiamo che tali pneumatici si fregiano del titolo di primo equipaggiamento su alcune delle sportive più blasonate presenti sul mercato, tanto per capirci: BMW S1000RR; Triumph Speed Triple; Aprilia RSV4.
Ho avuto la possibilità di guidare più di una volta moto dotate di tali pneumatici, ed ogni volta mi sono ritrovato con il classico sorriso ebete sul volto, il che significa per i miei parametri, che la soddisfazione è stata massima. A prescindere dalla moto che “gommano”, le Racetec K3 si comportano sempre un gran bene, l’anteriore che ti fa cadere letteralmente in curva e ti permette di prendere la corda in men che non si dica, potendo contare su un appoggio eccellente e soprattutto trasmettendo in maniera precisa ogni singola informazione sul comportamento dell’avantreno, al pilota. In compenso il posteriore offre grip e appoggio in abbondanza, consentendo aperture di gas senza troppi preamboli anche con le odierne millone ipervitaminizzate.
Sportec M5
Stessa pista e stesse moto, ma questa volta gommate più stradali con le Sportec M5, e via per un raffronto a caldo con le pistaiole K3. Il confronto non è assolutamente impari, anzi potrei azzardare a dire, o meglio a scrivere, che un guidatore medio difficilmente potrebbe notare delle differenze che vadano oltre la minor rapidità di inserimento in curva delle M5 rispetto alle K3. Certo l’appoggio offerto dalle K3 ai maggiori angoli di piega è di valore assoluto, ma le M5 non sono poi tanto inferiori, soprattutto quando si trovano ad equipaggiare le supersport 600. La cavalleria, per così dire, limitata delle plurifrazionate seicento, difficilmente mette in difficoltà le M5, ed in uscita di curva ci si può attaccare al gas senza alcuna remora (lo si può utilizzare come un interruttore on/off tanto per capirci…). Anche la Suzuki GSX-R 750, che di cavalli ne ha qualcuno in più di una seicento, si può sfruttare con grande soddisfazione e divertimento, senza l’obbligo di dover montare i più specifici Racetec K3. La natura “stradale” dell’ M5, inoltre, permette prestazioni stradali oltre che più durature in termini chilometrici, anche più performanti in condizioni di tempo avverso.
Roadtec Z8
Pausa di riflessione e via sulle strade attorno al circuito con le moto dotate delle Roadtec Z8. Kawasaki Z1000 SX, BMW F800, Yamaha FZ1 e chi più ne ha più ne metta. Ritmi brillanti e strade tortuose hanno fatto il resto. Saranno anche pneumatici da turismo, adatti ad equipaggiare allo stesso tempo moto naked leggere e pesanti GT, ma le Z8 pur garantendo comfort e facilità di guida, non si tirano indietro anche se si inizia a tirare sul serio. Lineare e “rotondo”, il loro comportamento stradale riesce ad uniformare le caratteristiche di guida delle varie moto. Tranquillizza e rende più omogeneo il comportamento delle più “nervose”, mentre quelle più pesanti non vengono penalizzate negli inserimenti e nei cambi di traiettoria. Davvero un bel risultato. “Fortunatamente” per noi, le prestazioni sul bagnato ci sono state risparmiate, ma confidiamo sul miglioramento dei risultati rispetto al precedente Roadtec Z6…
Sarà una forzatura, o meglio uno sfizio dei tester presenti, ma al rientro in autodromo chiediamo se sia possibile fare qualche giro con le moto gommate con i Roadtec Z8. Risposta affermativa. Quindi prima con una Triumph Street Triple, e poi con una Kawasaki Z750R, provo l’ebbrezza della gomma Touring in pista. Come è andata a finire? Beh il sorriso non era ebete, ma poco ci è mancato. Le prestazioni in assoluto sono inferiori, ma i limiti delle Z8 sono davvero elevati considerando la tipologia di pneumatico, mentre il divertimento è assicurato. Pedane fresate e saponette abrase sono alla loro portata, senza dover per forza prendere rischi ma tenendo un ritmo che risulta sicuramente superiore alle aspettative.
ottimi....
Z8 Interact