INTERVISTA

De Carli (KTM): "Il Mondiale per Cairoli è andato!"

- Il team manager romano rinnova per altri 4 anni con KTM e fa il punto della situazione sul forzato stop del Tonino nazionale
De Carli (KTM): Il Mondiale per Cairoli è andato!

Quello del GP di Loket è stato un fine settimana agrodolce per Claudio De Carli. Da una parte la notevole soddisfazione di aver siglato con la KTM un ulteriore accordo di collaborazione quadriennale per continuare a dirigere la squadra austriaca ufficiale nella classe regina, con la quale dal 2010 alla scorsa stagione ha condiviso assieme ad Antonio Cairoli i titoli MX1 e MXGP.

Dall’altra la sconfortante decisione presa assieme al campione messinese di dover pigliare una pausa dal campionato per dar modo al gomito infortunato a Maggiora di guarire, scelta che ha praticamente tolto ogni speranza di poter puntare al titolo Mondiale.

 

Claudio deve essere stata una scelta molto difficile.

«Abbiamo parlato un giorno intero per prendere questa decisione, perché a livello psicologico Tony non voleva accettarlo, ma dopo la Lettonia Tony ha fatto un ulteriore controllo e purtroppo è risultato che correndoci continuamente sopra e non avendo molto tempo per rifare il callo osseo l’articolazione rischiava di andare in necrosi. Quindi assieme al dottore non abbiamo potuto fare altro che decidere di fermarci per salvaguardare il pilota, bisogna aspettare che si saldi e basta».
 

Il Mondiale a questo punto è andato, ma dobbiamo accettare la realtà dei fatti


Quanto tempo potrebbe essere necessario?

«Penso che per vedere se tutto quanto è andato a posto ci vorrà un mesetto. Il Mondiale a questo punto è andato, ma dobbiamo accettare la realtà dei fatti. D'altronde quest’anno c'è stata una percentuale molto alta di piloti infortunati, e va considerato che ringraziando Dio, Antonio dal 2008, anno in cui si infortunò al ginocchio, ha avuto solo piccoli disturbi e fino al 2014 la sua carriera è stata una crescita continua. Quello che gli è successo ora è un piccolo problema, ma purtroppo è successo nel momento più importante del Mondiale».

 

Forse solo lui lo sa, e anche tu che gli sei stato vicino, quanto ha sofferto.

«Tony ha una resistenza incredibile, grazie anche alla guida che ha riesce ad adattarsi. Basta pensare che la caduta nel GP d’Italia gli aveva procurato anche due fratturine alla mano, ma quelle erano il meno perché riusciva a compensare con la sua forza di volontà. Il gomito invece lo limitava veramente tanto e diventava anche pericoloso perché rischiava di farlo cadere in quanto gli mancava la forza e l'estensione completa del braccio. All'inizio gli antidolorifici sono serviti un po', ma poi è stato un bene che lui sentisse il dolore perché non poteva fare i miracoli: bisognava accettare la situazione e basta. Noi che l'abbiamo vissuto sappiamo che ha fatto una cosa fuori dal normale, ma c'è anche un tempo per continuare in questa maniera. D’altronde non voleva buttare il Mondiale, riusciva a perdere pochissimi punti, era arrivato a guadagnare anche qualcosa su Paulin e addirittura un punto da Febvre, ma non si poteva continuare tutto l'anno in quella maniera».

 

Certo che è difficile immaginare cosa potessero pensare gli avversari che gli sono arrivati dietro mentre correva praticamente con un braccio solo….

«Me lo sono chiesto anch’io, ma una delle caratteristiche di Tony è che in tutti questi anni è riuscito a dominare rimanendo sempre integro penalizzando psicologicamente gli altri piloti. La sua intelligenza, la sua preparazione e la sua maturità hanno contato, e anche quando non era in giornata stava lì comunque. Certo è che non puoi stare sempre al cento per cento, questo sport sta diventando sempre più tecnico e l'incidente è continuamente dietro l'angolo».

 

Il suo prossimo traguardo potrebbe essere il Nazioni?

«Prima vediamo come guarisce, è la cosa più importante e quella che lo farà stare bene anche di testa».

  • Giacomo Ottolini
    Giacomo Ottolini , Sestri Levante (GE)

    Annus horribilis, per il super Tony ed altri campioni. Forza e coraggio a tutti. Cio' detto, da fuori appare veramente strano come la squadra abbia deciso di farlo continuare di fronte ad una frattura (mi avvalgo anche delle considerazioni nel commento di (ms60). Peccato. Il team pero' dovrebbe valutare con una vision piu' strategica (forse) e meno tattica resistere gara per gara con una frattura, nel mondiale motocross. Anche pericoloso direi.
  • ms60
    ms60, Livorno (LI)

    In effetti appare strana la gestione della situazione delicata di Cairoli. Parlando con due amici medici sportivi che lavorano per una nostra squadra Nazionale, quindi abituati a gestire infortuni su atleti di livello internazionale, furono subito espressi dubbi sul far continuare a correre Cairoli. Naturalmente non conoscendo bene la gravità dell'infortunio non era possibile giudicare con precisione, ma trattandosi di una frattura al gomito la preoccupazione c'era. Tra l'altro indicarono la più grave conseguenza proprio in una osteoporosi da stress (disgregazione del tessuto osseo per sfregamento meccanico tra i bordi della frattura), cosa che poi ho letto anche in uno degli articoli.
    E' possibile che il team campione del mondo non abbia un supporto medico adeguato a gestire questi infortuni che nel motocross odierno sono purtroppo diventati così frequenti?
Inserisci il tuo commento