La sabbia di Lommel attende Cairoli
Mentre nella 250 la KTM è costretta a far a meno sia di Pauls Jonass che di Jeffrey Herlings, il primo reduce dal trauma cranico riportato nella caduta al secondo passaggio della manche d’apertura di Loket e l’altro non ancora ristabilito dalla frattura alla clavicola di Halle, nella classe regina la Casa di Mattighofen spera di rivedere sul podio il proprio paladino Tony Cairoli il cui debutto nel GP della Repubblica Ceca alla guida della SX-F 350 non è stato del tutto confortante.
Da parte sua il messinese ha alcune attenuanti, tra cui le mediocri partenze e il poco tempo che ha avuto a disposizione per ritrovare il completo feeling con la moto dopo l’anno e mezzo speso in sella alla 450, per cui dopo aver superato il nuovo corso della sua stagione con un voto da sufficienza a Lommel punta ora al punteggio pieno.
Lo chiedono i suoi tifosi, che da tanto lo attendono sul gradino più alto del podio, la KTM stessa e non ultima la classifica iridata che nonostante l’annata non del tutto soddisfacente lo vede pur sempre in seconda posizione a 109 punti da Tim Gajser.
Nonostante l’ottima competitività dimostrata dallo sloveno quest’anno sulla sabbia del GP d’Olanda, i pronostici sono dalla parte del siciliano in quanto quella di Lommel è una striscia di sabbia che lo aggrada particolarmente, dopo averla assimilata alla perfezione in ore e ore di allenamenti prima alla guida della Yamaha e successivamente con la 350 austriaca che gli ha regalato ben cinque titoli Mondiali e con cui disputò la sua ultima gara nel 2015 sulla sabbia di Valkenswaard.
Certo è che quella di Lommel è una pista da terno al lotto, come conferma anche il risultato della scorsa edizione che vide lo scozzese Shaun Simpson dribblare tutti e prevalere su Gautier Paulin e sul quel Romain Febvre involato verso il suo primo titolo iridato, attualmente relegato al ruolo di inseguitore dopo l’incidente della Gran Bretagna che lo ha tenuto fermo per quasi un mese.
Peccato per l'infortunio a Fevbre che lo ha tagliato fuori dalla difesa del titolo, ma nel cross ci vuole anche fortuna o per lo meno poca sfiga.