MX. Gli Up & Down dal GP del Portogallo
MX1:
Antonio Cairoli: incredibilmente "up". Agueda è la sua pista. Da quando si corre su questo circuito Tony ha conquistato 4 affermazioni di GP e tutte con la doppia vittoria di manche. In gara 2, partito attardato, ha rimontato con forza, determinazione e tecnica invidiabile. Arrivato alla seconda posizione, a circa tre giri dalla fine, poteva anche accontentarsi, come presumibilmente avrebbero fatti tutti gli altri comuni mortali ed invece ha "tirato" come non mai per agguantare e surclassare il belga De Dycker. Se mai ce ne fosse stato bisogno, Tony ha dimostrato chi è e lo ha fatto alla sua maniera.
David Philippaerts: "up & down". Due scivolate nella qualifica di sabato ed una in gara 1, hanno dimostrato che il feeling con il tracciato portoghese non è stato dei migliori. Dopo aver lavorato con il team per ottimizzare il rendimento della sua Yamaha, David ha fatto due partenze "a razzo" dimostrando che il lavoro effettuato (centralina a doppia mappatura) ha prodotto ottimi frutti, ma non è riuscito a sfruttarlo fino in fondo. Nella prima manche è scivolato nel momento cruciale della gara, subito dopo che ha dovuto subire l'attacco di De Dycker che lo ha scalzato dalla prima posizione e quando aveva Cairoli alle spalle. Si è rialzato quinto ma non ha potuto recuperare posizioni. In gara 2 si è ritirato dopo il contatto con Cairoli. Uno "zero" pesante che ha portato il campione del mondo in sesta posizione, nella classifica generale, a circa 60 punti dal vertice.
Il contatto Cairoli - Philippaerts: "down" sicuramente. Colpe o non colpe, volontarietà o no, un contatto che si poteva e si doveva evitare. Nel dopo gara sono "volati" mille commenti, mille opinioni diverse. Fatto sta che il contatto e la conseguente caduta di Philippaerts con il suo ritiro dalla manche, non ha prodotto effetti positivi nè sul campionato (Philippaerts ha perso punti pesantissimi) nè sull'ambiente.
Cairoli - Philippaerts, due amici che saranno ancora amici ma di certo si guarderanno in maniera diversa da ora in avanti. Una piccola ammonizione ad entrambi ce la permettiamo: questo è il motocross, questi episodi ci stanno tutti ma... la cosa finisce qui!
Clement Desalle: molto "up". Considerato fino a poco tempo fa una "mina vagante" all'interno del circuito, per la sua guida irruenta e irriverente nei confronti di tutti i suoi avversari, il diciannovenne belga ha maturato in questo inizio di stagione ed salito sul podio (terzo) per la seconda volta dopo Faenza. È il nome nuovo del campionato e da qui al termine avrà su di lui tutti gli occhi addosso anche in proiezione futura. Sembra presto ma il "mercato piloti" è gia in fermento e le sue quotazioni salgono ad ogni gara.
MX2:
Rui Goncalves: "up" "up". Il sogno che si avvera. L'ufficiale KTM ha fatto segnare la sua prima vittoria di un Gran Premio iridato sulla pista di casa. In gara 1 ha ammesso la superiorità di Musquin accontentandosi del secondo posto, in gara 2 non ha lasciato spazio a nessuno. Dopo l'infortunio di Simpson sente anche addosso il peso di dover sostenere da solo la KTM per la lotta al titolo mondiale, ma ad Agueda non ha praticamente sbagliato nulla.
Marvin Musquin: "up & down". Una rimonta incredibile in gara 1. Partiva dalla penultima posizione in griglia per la caduta durante la qualifica del sabato ma è riuscito a scattare bene e a rimontare tutti gli avversari fino alla vittoria parziale. Nella seconda frazione, scattato a centro gruppo, non è riuscito a ripetere quella che sarebbe stata una vera impresa forse anche a causa del grande dispendio di energie della prova precedente. Sesto al termine ha comunque recuperato nove punti sul vertice della classifica.
Gautier Paulin: "down". Una buona progressione fino a metà della prima frazione e fino al secondo posto ma poi si è dovuto arrendere a Musquin, Goncalves e Frossard concludendo quarto. In gara 2 non è mai entrato a far parte del gioco. Ottavo al primo passaggio ed ottavo al termine. Una giornata "no" per il francesino che comunque è riuscito a mantenere la tabella rossa di leader di classifica generale.
Ken Roczen: molto "up" e sarà un osso duro per tutti da ora in avanti. Quindici anni appena compiuti, il tedeschino si è fatto vedere fin dalla qualifica del sabato conquistando il diciassettesimo posto. In gara 1 è risalito dalla diciottesima posizione riuscendo a classificarsi nono, ma il suo capolavoro lo ha compiuto nella manche finale. Scattato in quinta posizione non ha avuto remore nell'agganciarsi al gruppo di testa fino a portarsi alle spalle del trio di testa e a insidiare la terza piazza di Guarneri proprio nelle ultime tornate. Sentiremo di certo ancora parlare di lui.
Davide Guarneri: "up". Poteva e doveva essere uno dei tracciati favorevoli al "pota" ma una intossicazione alimentare lo ha debilitato fin dalle prime ore della domenica mattina. Inevitabile per lui un calo fisico anche se nella seconda manche, tenacemente, ha guadagnato un ottimo terzo posto dopo aver concluso quinto, gara 1.
Enzo Tempestini
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