I dubbi sono fugati: la 450 è quella che quest’anno ci vuole per vincere. Antonio Cairoli se lo sentiva, e per questo ha girato molto quest’inverno con cilindrata più gettonata della classe regina, ma poi l’indecisione di prendere una strada incognita ha fatto preferire la collaudata e pur sempre competitiva 350 con cui si è aggiudicato i suo cinque titoli iridati nella MXGP. Col passare dei GP però il ritmo impressionante di quest’anno, che ha praticamente messo a KO persino un campione come Ryan Villopoto, e il cambio di fisionomia delle piste sempre meno tecniche e difficili, ha fatto riprendere in considerazione la possibilità di avere quel qualcosa di più che evidentemente Tony sapeva di necessitare per puntare al suo obbiettivo.

Detto e fatto, visto che miglior esordio con la sua KTM quattroemezzo non poteva avere considerando che dopo essersi imposto nella manche di qualificazione ha fatto suo il gradino più alto del podio al termine delle due manche della gara ufficiale. Nella prima è partito sesto ma dopo una decina di minuti ancora non abituato alla potenza della sua moto è rimasto a corto di energie e dopo essere rimontato sino a terzo, pur avendo accorciato le distanza si è accontentato della terza piazza visto tra l’altro il passo del battistrada Max Nagl e di Clement Desalle.

Nella seconda invece è partito in testa e ha mantenuto il comando per un paio di giri ma poi un paio di errori hanno permesso a Romain Febvre a scavalcarlo. Il francese ha tenuto duro per cinque passaggi ma poi ha pasticciato a sua volta permettendo a Tony di riprendersi la posizione che ha mantenuto questa volta sino al traguardo dove ha preceduto l’ufficiale Yamaha e Nagl il quale ha così mantenuto la leadership del campionato con lo stesso di vantaggio di 30 punti da Cairoli che aveva prima della tappa iberica.

Febvre si è aggiudicato il suo primo podio in carriera nella MXGP, con un significativo terzo posto davanti a Desalle, che al secondo posto di Gara 1 ha affiancato il quinto nella successiva a causa di una caduta, Bobryshev e Paulin questa volta limitato da brutte partenza e una pista poco facile per i sorpassi. Buon 10° per Alex Lupino, che lentamente comincia a riprendersi dal lungo periodo di assenza dalle gare, mentre David Philippaerts dopo il 13° posto della frazione iniziale ha chiuso in anticipo la seconda prova per un colpo alla mano rimediato nella bagarre inziale.

Ancora un risultato a sorpresa nella MX2, che ha visto Jeffrey Herlings abdicare il gradino più alto del podio nientemeno che allo svizzero Valentin Guillod per colpa di una seconda manche andata tutta storta. Dopo aver vinto la prima nella seconda si è infatti ritrovato oltre la ventesima piazza a causa del taglio spropositato del rettilineo di avvio da parte di Dylan Ferrandis che lo ha costretto ad una difficile rimonta inframezzata da alcuni errori che si conclusa in settima posizione.

Via libera quindi al pilota del team Yamaha Standing Construct che oltre ad essersi diventato il paladino del caloroso pubblico per i suoi pazzeschi scrub ha corso due manche consistenti iniziate con un sesto posto e concluse con la vittoria di quella conclusiva e del GP davanti all’olandese. Terza piazza per Jordi Tixier che ha preceduto Max Anstie e Tim Gajser.

Nell’Europeo Marco Maddii ha chiuso 3° della 300, Simone Zecchina 9 ° della 250 e Davide Cislaghi 3° della 125.

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