Aumentano produzione e vendita di moto in Cina
Complice il calo del mercato indiano, l'anno scorso quello cinese è tornato a essere il primo al mondo per la vendita di moto e scooter con circa 17 milioni di unità acquistate.
E l'inizio di quest'anno si sta mostrando più vivace, favorito senz'altro dalla forte contrazione di febbraio 2020 ma con tutti gli indicatori in positivo.
Come vedremo più avanti quello cinese è composto essenzialmente da modelli di cilindrata medio piccola e piccola ma i volumi sono importanti e lo sono anche quelli dei veicoli elettrici.
Nel mese di marzo le vendite sono state 1.842.900, in aumento del 75%, di queste 1.332.000 sono state quelle a motore termico. Le moto vendute sono state 826.000 (+68%) e gli scooter 589.000 (+94%), a questi numeri vanno poi aggiunti i tre ruote.
Il primo trimestre si è chiuso con 2,1 milioni di moto vendute (+69%) e 1,4 milioni di scooter (+56%).
Passando alle cilindrate, i modelli fino a 50 cc sono stati 172.000 (+41%), quelli fino a 110 cc oltre 507.000 (+36%), mentre le 125 restano le più diffuse con 1.367.000 (+72%) e i modelli 150 hanno totalizzato 848.000 vendite (+70%). La categoria 250 ha sommato da gennaio a marzo 309.000 esemplari venduti (+83%). I modelli fino a 500 cc calano però a poche decine di migliaia.
Gli elettrici, scooter soprattutto e ciclomotori, sono aumentati del 53% raggiungendo la cifra di 860.000 unità.
Queste sono le prime dieci marche nel primo trimestre di quest'anno per quanto riguarda i modelli endotermici, fra parentesi le unità vendute: Dachangjiang (531.300), Loncin (314.600), Lifan (214.700), Zongshen (207.500), Yinxiang (204.400), Luoyang North, Wuyang-Honda, Xinduzhou Honda, Guangzhou Dayun e Guangdong Daye .
E queste le prime dieci nella vendita di modelli elettrici: Yadi Technology Group (216.100), Jiangsu Xinri (149.400), Zhejiang Lvyuan (111.200), Dongguan Tailing (105.300), Jinyi, Zongshen Group, Jinan Dalong, Shandong Bus, Jiangsu Huaihai e Dongfang Lingyun.
Le esportazioni nel mese di marzo sono state 805.000 (+58%) per un valore di 500 milioni di dollari, significa un valore medio di 620 dollari.
Da gennaio a marzo sono stati esportati 336.000 motori (+18%) per un valore medio di 150 dollari.
Le aziende più attive nell'export sono state: Loncin, Dachangjiang, Zongshen, Yinxiang, Xinduzhou Honda e Lifan.
fonte China Motorcycle Chamber of Commerce
Concordo con chi dice che con i dazi non si risolve niente e in ogni caso lascerei la liberta a chi vuole di acquistare i prodotti che vuole. Però non si può far morire un patrimonio industriale motociclistico come quello italiano. Con lui se ne va anche la cultura motociclistica e alla fine ci saranno utenti che non distingueranno una moto cinese copiata dall'originale.
Sono invece convinto che l'industria motociclistica italiana vada aiutata, per produrre prodotti migliori di quelli cinesi.
Basta guarda l'esempio di BMW, che riesce a vendere moto a prezzi elevati dappertutto
Non sarebbe forse il caso di cominciare anche in Europa a costruire moto più economiche ed accessibili a tutti quelli che non si possono permettere di spendere cifre elevate ?
Oggi la tendenza è quella di costruire dei mezzi ipertecnologici con prestazioni e prezzi sempre più elevati,ma questo se da un lato è giusto perchè bisogna seguire l'evoluzione tecnica,dall'altro lato richiede un elevato sforzo economico per i potenziali acquirenti con la conseguenza di frenare le vendite.
Forse con dei mezzi un po' più semplici ed economici si potrebbero aumentare le vendite,contrastare l'avanzata dei Cinesi ed accontentare una vasta platea di potenziali acquirenti che oggi stanno alla finestra.