INTERVISTA

EICMA 2013: Claudio Domenicali "Dalla Superleggera alla MotoGP ci rimettiamo in gioco"

- Claudio Domenicali, amministratore delegato di Ducati, parla con Nico Cereghini della nuova Monster 1200, della filosofia Ducati, della Superleggera - con il peso minimo di una SBK - e di come si sta lavorando al progetto MotoGP in vista del 2014
  • alexlube
    alexlube, Macerata (MC)

    fabrix e gianka

    Vi quoto tutta la vita!
  • cavallopazzo03
    cavallopazzo03, Imola (BO)

    per "Aforce84"

    Quella dello zainetto contenente il set di chiavi per stringere le viti mi sembra onestamente una cattiveria gratuita e inventata di sana pianta per gettar benzina su un luogo comune duro a morire.
    Di Ducati io invece ne ho avute parecchie e non ricordo di aver mai perso una vite, ne di aver dovuto anticipare quelli che sono i normali tempi di manutenzione.
    Ne onestamente conosco possessori di Ducati che, oltre alla normale trousse di attrezzi in dotazione, va in giro con un set di chiavi a cricchetto.....mi vengono in mente le vecchie BSA 650 bicilindriche....quelle si che avevano bisogno dell'officina viaggiante!
    Il fatto poi che tu parli di Ducati come moto da bar o poco più presuppone che la tua esperienza in merito sia rilevante e non basata solo su due fantomatici amici sfigati....peccato che poi tu stesso affermi di non aver mai posseduto una Ducati.
    Dalle mie parti si parla con cognizione di causa solo di ciò che si conosce e si è provato sulla propria pelle: il sottoscritto potrebbe parlarti dei suoi 94.000 Km e rotti effettuati in giro per l'Europa con un normalissimo MTS1000 e senza mai particolari problemi o di quando in meno di 2 giorni mi sono fatto Milano-Palermo andata e ritorno con un Darmah 900 fine anni '70 o di quel povero 748S che ho scannato in pista non ricordo più neanche per quanti anni o del Monster 900 prima serie di mio fratello che nonostante l'alto chilomentraggio ha ancora i cuscinetti di banco originali.
    Le moto bisogna usarle e provarle, in tutte le salse....e poi magari si può dire qualcosa d'interessante e sensato....soprattutto veritiero!
    Riguardo le giapponesi, chi ne parla sempre bene a prescindere denota "talebanismo" all'opposto.
    A me piacciono le Ducati e le moto italiane in genere perchè a mio parere la motocicletta è un mezzo soprattutto emozionale più che di locomozione. Sono certo del fatto che chi acquista una moto lo faccia più per un aspetto ludico che per una reale necessità di spostamento...ecco quindi che, aspetti come "sound", "estetica", "passione", "emozionalità" non possono prescindere dalla nostra scelta. Questo deve esser molto chiaro a chi difende a spada tratta le giapponesi, perchè molto spesso ne parlano come se stessero parlando di un elettrodomestico (ricorrenti parole come "affidabilità" et simili....più raro sentir parlare di "emozioni di guida").
    Cmq per tornare alle moto giapponesi sarebbe buona norma valutare modello per modello e non generalizzare. Come motori, secondo quella che è la mia esperienza, devo ammettere che i giapponesi hanno sempre costruito unità performanti, affidabili e ben assemblate, ma come telai e ciclistica è dovuto passare un bel pò perchè i jap riuscissero ad eguagliare il made in Italy. La mitica Honda 500 Four aveva una sezione dei tubi telaio talmente risicata che chi decideva di portarla in pista doveva far saldare fazzoletti di rinforzo ovunque per evitare l'effetto "permaflex"...cosa che invece non avveniva con le "meno evolute" Guzzi V7 Sport, Laverda SF o Ducati SS dotate di telai nettamente superiori.
    Mi ricordo che la mia RG 500 aveva un motore che sembrava un caccia, ma appena spingevi un pò non stava in strada e le saldature al telaio facevano veramente pena.....mio padre, di 30 anni più vecchio e con una Ducati F1 di serie, mi lasciava regolarmente indietro....era un motore "vecchio" quello del Pantah, ma globalmente la moto era più equilibrata, guidabile....qualche anno più tardi io con un gsx-r 1100 sacs con motore da quasi 140cv e lui con un 851 biposto da circa 100 cv....la mia Suzuki era potentissima, ma pesante, quasi goffa e seduta sul posteriore.....il Ducatone aveva 40 cv in meno, ma tutti sfruttabilissimi su un telaio da vera sbk (per l'epoca!). E' vero, la rossa necessitava di maggiori cure e l'assemblaggio non era il massimo, ma in sella....in sella non si può spiegare....bisogna provarle certe cose!
    Quello che i japanofili non hanno mai capito è che Ducati fino a qualche anno fà offriva moto con sicuramente meno cavalleria, ma sfruttabilissime fino all'ultimo cv...ricordo ancora la prima Hornet 600 che spopolò dappertutto....affidabile quanto volete per carità, ma con un telaio monotrave ridicolissimo e con una ciclistica da bicicletta...per farla stare in strada era necessario spendere un pò di quattrini, quando un normalissimo Monster 600 aveva un signor telaio, sospensioni e freni nettamente superiori.
    Ai tempi del 998 ancora ricordo le discussioni con chi accusava Ducati di avere prezzi superiori rispetto alle jap e all'interno dello stesso segmento....però ricordo anche che chi comprava un 998 il giorno dopo poteva già portarla in pista così come si trovava.....chi si comprava l'R1 doveva sostituire come minimo il mono dietro, l'idraulica delle forcelle, le pastiglie dei freni e i tubi in plastica con altri in treccia....e non è detto che bastasse.
    Sembrava che ai japanofili interessasse solo il motore, come se una moto avesse bisogno solo di un motore performante e il resto fosse di secondaria importanza, ma la mia opinione è che una motocicletta è un pò come uno strumento musicale e per "suonare" bene deve esser ben accordata. Inutile avere un super motorone quando la ciclistica non ti permette di scaricare a terra tutti i sui cv....a meno che uno non decida di viaggiare solo sul dritto!
    Di acqua sotto i ponti ne è passata è la "vecchia" 1098 è stata la prima sbk a infrangere il rapporto 1:1 peso/potenza....per buona pace di tutte le jap.
    Anche l'affidabilità è aumentata e pure di parecchio! L'ultimo TSE è lontano anni luce dal mitico motore desmoquattro, ma queste cose le sa solo chi ci mette le proprie mani e non chi parla solo per sentito dire.
    Io non sono ne partigiano ne fascista caro Aforce84, ma l'unica logica inobbiettiva è la tua e quella di tutti quelli che sparlano e sparlano e pensano sempre che il giardino del vicino abbia l'erba più verde.
    Se in Italia fossimo veramente "partigiani" la bmw non starebbe sulla cima della nostrana hit parade, con i suoi sgraziati aborti teutonici e le amministrazioni pubbliche darebbero priorità alle nostre aziende.
    Accendi la tv e prova a guardare un serial televisivo tedesco: solo bmw, volkswagen e audi......gira su un serial francese: solo peugeot, citroen e renault.....adesso guardati un serial girato in Italia: solo auto tedesche!
    Te l'ho detto, in Italia pur avendo concentrato l'80% delle opere d'arte, pur essendo stata patria di grandi inventori, pur avendo la gnocca, il clima e la cucina migliori al mondo, pur essendo l'unico costruttore (piccolo) non giapponese ad aver vinto un titolo GP, abbiamo un'altissima concentrazione di esterofili che continuamente rema contro fungendo da baston contrario.
    Forse sarebbe veramente ora d'iniziare a pensare al nostro paese come ad un figlio, ad amarlo un pò di più nonostante le delusioni e ad iniziare a fare qualcosa per lui senza aspettarsi per forza qualcosa in cambio.....se voi italiani rinnegati pensate che l'Italia sia solo un posto casuale dove siete nati mal per voi.....io la sento come un pezzo di me e come tale ne vado fiero...per tutto quello che è stato fatto in passato, nonostante le difficoltà e per tutto quello che credo il nostra paese possa ancora dare....senza di voi, spero.
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