Sicurezza Stradale

Incidenti in moto: un’estate terribile

- L’allarme arriva dall’ASAPS: nei soli fine settimana di giugno, luglio e agosto si sono registrati 185 motociclisti morti in incidenti stradali. Ben 25 nel solo primo weekend di agosto. Al nord le statistiche peggiori
Incidenti in moto: un’estate terribile

La sicurezza stradale è al centro dell’attività della ASAPS, l’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale nata nel 1991, e un editoriale del suo presidente Giordano Biserni a pubblicare i numeri di una estate terribile per i motociclisti.

Grazie ai dati raccolti dall’Osservatorio Due Ruote, Biserni sottolinea come nei soli fine settimana dei mesi di giugno, luglio e agosto ci sono stati 185 motociclisti morti sulle nostre strade.
Un dato allarmante che ha visto 70 vittime a giugno (sono stati quattro i weekend), 45 a luglio e ancora 70 nei cinque fine settimana di agosto: nel primo weekend del mese si sono registrate 25 vittime in 22 schianti. Per dare l’idea dell’entità degli incidenti, nell’intero anno 2018 i dati Istat riportano 685 vittime.

Biserni precisa che la maggior parte di questi incidenti mortali è avvenuta al nord d’Italia. Ben 28 se ne sono contate in Lombardia, 19 in Veneto e Emilia Romagna, 18 nel Trentino Alto Adige e 8 in Piemonte. Passando alle altre regioni, 18 vittime in Puglia, 12 nel Lazio, 11 in Campania e 15 in Sicilia.

Il presidente dell'ASAPS afferma come sia difficile individuare i fattori di tutto ciò. Fattori molteplici che comprendono comportamenti rischiosi dei motociclisti stessi nel mancato rispetto delle regole della strada.

Ma pesano anche la responsabilità e superficialità di molti automobilisti sempre più distratti alla guida a causa del cellulare. “Le dinamiche classiche degli incidenti più gravi col coinvolgimento dei dueruotisti – scrive Biserni - hanno una frequente connotazione: una vettura che svolta a sinistra col conducente che non si accorge dell’arrivo in senso contrario o da dietro del motociclista, che ovviamente ha sempre la peggio”. E inoltre: “Aggiungiamo la condizione delle strade che in molti casi diventa moltiplicatore dei rischi: buche, segnaletica orizzontale, guard rail affettatori, strade non illuminate”.

  • angus87y
    angus87y, Andreis (PN)

    Ragazzi la verità tutti la sappiamo, le moto sono pericolose.
    C e da dire una cosa però, che negli ultimi anni una cosa ha impennato in modo vertiginoso i rischi, lo smartphone.
    Purtroppo sulle auto spesso e volentieri abbiamo il pilota che sta telefonando o peggio sta scrivendo un messaggio o guardando le notizie, e buttano solo un occhiata alla strada, che basta per vedere un auto, ma non per vedere una moto.
    Aggiungiamo che ormai ovunque lo sfalcio erba in prossimità delle laterali si fa di rado così anche l'automobilista più attento nn riesce proprio a vedere la moto che arriva.
    Aggiungiamo che di media in moto i limiti sono un optional, e non parlo di quelli di 50km/h ma di quello di 90.
    Aggiungiamo che vedo davvero pochi rallentare in prossimità di incroci o rotonde.
    E in fine aggiungiamo che nei passi almeno il 20% va tranquillamente contromano sia in moto che in macchina oltre ad aggiungere gli amici ciclisti che chiamarli delinquenti e poco ( non tutti per fortuna) che nei passi in pieno tornare corrono contromano, cosa che mi e capitata davvero spesse volte soprattutto su stelvio,giau,pordoi e gavia.
    E la cosa che mi lascia più perplesso, l abitudine degli automobilisti a correre a filo linea centrale e non sulla destra cosa che trovo assurda e che porta spesso le moto a sorpassi ( nel traffico) quantomeno azzardati.
    Quindi signori vi prego usate la testa, e lo dico perché davvero mi piange il cuore quando vedo uno in moto disteso ( quest'anno ne ho visti 4 dei quali 3 coppie).
    Ormai ho la moto da troppi anni per riuscire a farne a meno, ma ogni tanto il pensiero mi viene.
  • Tornante 6
    Tornante 6, Vicenza (VI)

    Comunque la macchina della foto ne ha cecchinati 2 (ma potevano essere anche di più) perché molto probabilmente, come noto molto spesso, le moto procedevano senza rispettare un minimo di distanza di sicurezza tra loro. Se lo avessero fatto quello che stava dietro avrebbe avuto il tempo almeno per frenare e limitare i danni. Guidano tutti (automobilisti compresi) sopravvalutando le proprie capacità.
Inserisci il tuo commento