Il fighetto

La carica delle bici motorizzate

- La nuova tendenza punta dritta verso due ruote con i pedali. Ma a motore, naturalmente
La carica delle bici motorizzate

Come probabilmente avrete notato, sono sempre più numerosi i tentativi, da parte delle case, di inserirsi in quello che è a tutti gli effetti un mercato completamente nuovo, quello delle bici elettriche.

Una definizione utilizzata, qui, in senso lato. Ci riferiamo, infatti, in questa maniera, a quel tipo di mezzi che le case stesse stentano a ricondurre a una categoria ben definita: che rappresentano qualcosa in più di una bicicletta, pur se elettrica, e qualcosa in meno di una motocicletta, anche se di piccole dimensioni.

Prendete, ad esempio, la nuova Bultaco Brinco. Certo, ha i pedali, ma per portarla in giro a spinta servono le gambe di Cipollini. Però non è neppure una moto, coi suoi 2 kW e un’autonomia di 50 chilometri. Un oggetto interessante, dal punto di vista commerciale, e sicuramente molto divertente, ma che deve ancora trovare una collocazione ben precisa, nel mercato e nella testa di chi potrebbe volerla comprare.

Bene, non ci crederete, ma anche questo tipo di oggetti è da tempo “attenzionato” – come direbbe un carabiniere – da chi, oltre che alle moto, segue da vicino l'evolversi dei costumi.

È già da qualche anno, infatti, che a dar mostra di loro sono alcune particolari lavorazioni caratterizzate dalla presenza di motori di piccole dimensioni, per lo più a scoppio, incastonati in telai di derivazione ciclistica. Degli strani ibridi, talvolta somiglianti alle board tracker di inizio secolo – recentemente d’ispirazione anche per alcune special illustri, come la Yamaha XV950 Playa del Rey della serie Yard Built – e in altri casi alle moto da speedway, con strane derivazioni in stile cruiser.

Come spesso capita, sono gli Stati Uniti a dimostrarsi i più propensi alla sperimentazione, in questo settore. Tra i marchi più attivi, segnaliamo, ad esempio, Wolf Creative Customs e Derringer Cycles. E indovinate dove si trova la sede di entrambi? Ma in California, ovviamente. La stessa regione dalla quale provengono le novità che più sono state capaci, negli ultimi anni, di attirare l’attenzione e verso le quali i fighetti su due ruote hanno dimostrato il maggiore entusiasmo in giro per il mondo.

È a L.A. che ha trovato la consacrazione definitiva il fenomeno Deus, prima di esplodere come una bomba a livello planetario, è da lì che vengono le bagger, di cui vi abbiamo già parlato, ed è sempre da quelle parti che si è fatto le ossa uno come Ola Stenegärd, gran capo del design di BMW Motorrad – colui che si cela dietro a tutte le più succulente novità, in termini di stile, prodotte in Baviera. Siete pronti, quindi, a vedere, davanti al solito bar, assieme alle fixed, ai chopper, alle enduro e alle cafe racer, anche qualche bici a motore? Nel caso, fate la parte di quelli che sono già riusciti a stufarsene. D’altra parte, sarà almeno tre anni che vanno in Ame

  • rufus1973
    rufus1973, Citta' di Castello (PG)

    In Europa questi mezzi sono considerati a tutti gli effetti ciclomotori, quindi vanno assicurati, immatricolati e, soprattutto, guidati con il casco. Non riesco però a comprendere perché comprarsi uno di questi "cosi" invece di un 50ino "serio" che magari potrebbe pesare anche meno...

    Saluti, Raffaele
  • RICKY666
    RICKY666, Busto Arsizio (VA)

    Concordo con quanto detto da magaboal. In Italia è praticamente impossibile circolare con mezzi simili. Al mio Moto Club ne abbiamo più volte avute le prove. Con le vecchie bici Bianchi motorizzate con il Mosquito oppure con il Cucciolo oggi non si può più circolare in quanto questi mezzi ai tempi erano muniti di librettino per il motore ausiliario, non per la bici. Quindi non esiste omologazione del mezzo a due ruote e da qui nascono un'infinità di problemi burocratici, assicurativi, revisione, casco, bollo ecc. Anche iscrivendo i mezzi al Registro Storico della F.M.I. poi per circolare liberamente su strada diventa un calvario. Diventano mezzi solo da esposizione a qualche raduno di Moto d'Epoca. Come sempre accade in Italia, noi che questi mezzi li abbiamo...inventati...oggi non li possiamo usare.
Inserisci il tuo commento