foto spia

La nuova Ducati Multistrada 1200 2013

- Sorpresa sulle strade dell’Appennino: ecco la Multistrada 1200 che a prima vista ha tutta l’aria di essere l’edizione 2013, che verrà presentata alla stampa la prossima settimana. Cosa cambia
La nuova Ducati Multistrada 1200 2013

La nuova Ducati Multistrada 1200 2013


Sorpresa sulle strade dell’Appennino: un lettore ha fotografato questa Multistrada 1200 che a prima vista, fin dagli accostamenti cromatici, ha tutta l’aria di essere l’edizione 2013, quella che verrà presentata alla stampa la prossima settimana.


Deve trattarsi del modello Pikes Peak, quello più aggressivo e sportivo della serie Multistrada: si notano infatti i tipici particolari in fibra di carbonio, e rispetto alla versione oggi in commercio l’accostamento delle tinte è diametralmente opposto. Se guardiamo con attenzione, sono certamente inedite le ruote Marchesini a tre razze sdoppiate, anzi triplicate; e diversa è la sella, costruita con due materiali diversi e cucita a vista con un effetto di maggiore eleganza; probabilmente anche la seduta è più comoda.

Cupolino leggermente più grande e parabrezza differente
Cupolino leggermente più grande e parabrezza differente


Pare differente anche il parabrezza e pure il doppio faro, che è più esteso sui fianchi del cupolino; forse lo stesso cupolino è leggermente più grande.


Si vocifera che ci siano novità anche al reparto sospensioni (ancora più elettronica?); certamente è inedita la colorazione grigia dei foderi della forcella.

In ogni modo, per i nostri lettori si tratta di pazientare ancora una settimana: il nostro Francesco Paolillo è in partenza per Bilbao dove proverà la nuova Ducati. Ne conoscerete dunque ogni dettaglio.

  • gilmour
    gilmour, Roma (RM)

    ho 42.000 km!!!

    dunque, qui tutti dicono la loro, più o meno giustamente, visto che molti giudicano una moto "per sentito dire", senza mai esserci salito sopra! Comincio col dire che io NON SONO nè ducatista, nè bmwista nè patito di un'altra marca. Ho la moto dall'età di 7 anni (ora ne ho 41) e mi è piaciuto cambiare sempre marca, perchè non mi piace fossilizzarmi su di una. Ho avuto italiane, giapponesi, tedesche, sportive, touring, endurone ecc...Tuttora posseggo una Multi 1200S touring, con cui ho fatto la bellezza di 42.000 km!!! L'ho usata dappertutto (anche la mia 1° volta in pista, dove ho girato a Vallelunga con un discreto 2.04), ma prevalentemente per turismo (europa, marocco e ultimo viaggio capo nord). Che dire? che sono pienamente soddisfatto, non ho MAI avuto alcun problema, ha un motore fantastico, una ciclistica super, è comoda per viaggiare ecc ecc. Proprio questo ultimo aspetto sta diventando molto importante per me, perchè mi rendo conto che uso prevalentemente la moto per turismo. Quest'anno la vorrei cambiare e neanche a farlo apposta sta uscendo il restyling... già, ma escono anche la nuova gs, la nuova ktm 1190 adventure... a pensarci bene di ktm non ne ho mai avute...
  • alessandro.g4877
    alessandro.g4877, Lonate Pozzolo (VA)

    Per completare il post 2

    Se il tester Paolillo è in Spagna per la presentazione della versione MTS 1200 per il 2013, dobbiamo assumere che il modello nelle foto di Moto.it sia proprio quello. In precedenza, dunque, ho espresso delle considerazioni, piuttosto che degli auspici: oggi vorrei motivarle completando il mio breve intervento al post nr. 2 con qualche riflessione. Pochi anni fa l'ing. Domenicali dichiarò che, nel proprio segmento di mercato, una Ducati non può essere meno potente delle proprie rivali, e che i motori 2 valvole in un prossimo futuro equipaggeranno soltanto dei modelli Ducati particolari (facendo indiretto riferimento, più che alla famiglia Monster, ad un possibile nuovo Scrambler non più monocilindrico). Il vicino debutto della Hypermotard con motore 4 valvole raffreddato a liquido della 848 è una conferma di quelle parole e se a ciò aggiungiamo i limiti alle emissioni prescritti dalle normative di omologazione Euro 4, 5, ... che restringeranno sempre di più la possibilità di equipaggiare una moto con propulsori raffreddati ad aria se non penalizzandone sostanzialmente le prestazioni, è evidente come d'ora in avanti ben difficilmente in Ducati vedremo la nascita di nuovi modelli low-tech (per la sicurezza ben venga, certo, l'ABS obbligatorio) e con potenze entro i 100 cavalli. Il passaggio di proprietà al gruppo Audi, sinonimo di sportività e di alta gamma, attraverso il controllo dell’esclusivissima Lamborghini, chiaramente comporterà un sempre maggior ricorso all'elettronica, presumibilmente in un reciproco scambio di alta (?) tecnologia tra auto e moto, dunque è poco verosimile che Ducati sforni nuove moto che possano posizionarsi entro i 10.000 Euro e "ignoranti" come una Super Sport (vedi Bimota DB5). Poi, osservando la più recente produzione di Borgo Panigale, quella della gestione Del Torchio (tra non molto sembrerebbe dover arrivare pure lo scooter più sportivo del mondo!), possiamo notare come degli storici elementi distintivi delle Ducati siano rimasti il forcellone monobraccio e la metà anteriore del telaio a traliccio - se non consideriamo la 1199 con telaio fantasma - mentre gli scarichi alti di Tamburini hanno ceduto il posto a quelli bassi, e la tintinnante frizione a secco ormai da tempo è stata soppiantata da quella in bagno d'olio: si dirà che sono tutte soluzioni più moderne e pratiche, ma se a ciò aggiungiamo che, a guardare queste ultime Ducati, il motore non risulta più il centro focale, ma si riesce a scorgere soltanto il cilindro orizzontale e non più l'intera L del desmo (fin quando rimarrà desmodromico e non si opterà per le valvole pneumatiche) e che poi nella Panigale la disposizione è a V e non a L, allora tutto considerato vediamo bene che la Ducati del nuovo corso, senz'altro al passo con un mondo - e purtroppo non solo quello delle motociclette - che in una febbre di ostentazione richiede sempre il prodotto più avanzato, più nuovo e che tutto quanto tende ad omologare, non potrà che produrre modelli hyperpotenti, hypertecnologici, hyperelettronici, ma nei quali, come avevo detto nel mio precedente post, io personalmente ormai fatico a trovare lo spirito che, ancora ragazzino, mi fece appassionare alla rossa bicilindrica, lo stesso spirito che riconosco ogni volta che poggio il fondoschiena sulla mia Multi 2 valvole. E non faccio principalmente un discorso di prezzo, perché le questioni micro/macro-economiche contingenti o future non hanno a che fare con i cosiddetti mercati premium, che ignorano la parola recessione, e questo è chiaro. Ad ogni modo, tanto per definire meglio: i miei riferimenti sono le 750 degli anni '70, la F1 e la 851 (anni '80), il Monster, la 900 SS e la 916 (anni '90), la mai pienamente capita ST3, ovviamente le Multistrada 2v, la 749, la Sportclassic Sport 1000, l’Hyper - tutte di Terblanche – e l’inossidabile 1098 (anni 2000), poi basta. Oltre che ducat-ista, nelle moto sono sempre stato un italian-ista convintissimo, ma... per non andare fuori tema approfondendo l'argomento dell’anche più elitaria Bimota, che alla rincorsa del mercato già un paio di volte nella sua storia è andata al tappeto, attualmente qualcosa di prossimo a quello spirito che dicevo mi pare di ritrovarlo soltanto nelle 2 cilindri KTM, che guarda caso hanno mutuato il telaio a traliccio dalle rosse, insieme a un bel po' di carattere… Alla fin fine, tuttavia, resto uno che sa sorprendersi, e allora mi auguro che – magari non tanto a breve – un giorno questa nuova Audi-Ducati mi sorprenda per davvero. Ancora un lampeggio da un figlio degli anni ’70. Ale
Inserisci il tuo commento