Tecnologia

Light Rider la prima moto, spaziale, stampata in 3D

- Si deve alla tedesca APWorks, del gruppo Airbus, questa leggera moto (35 kg) che è stampata in 3D con una tecnica aerospaziale. E' capace di raggiungere gli 80 orari con un'autonomia di 60 km. Già, perché è elettrica
Light Rider la prima moto, spaziale, stampata in 3D

Alla base c'è la tecnologia aerospaziale della APWorks, una sussidiaria del colosso europeo dell'aviazione Airbus. E' la prima moto realizzata con la tecnica di stampa 3D e vuole dimostrare che cosa si può ottenere con le nuove tecnologie in termini di realizzazione, ma anche design e prestazioni.

Il telaio è ottenuto con la stratificazione di una speciale lega di alluminio per applicazioni aerospaziali (denominata Scalmalloy) che offre una resistenza meccanica prossima a quella del titanio, e può essere stampata con la tecnica 3D. Si tratta di migliaia di strati dello spessore di appena 30 micron, necessari per la costruzione del telaio e del forcellone.

Grazie ad un'attenta progettazione basata su algoritmi bionici (sono già utilizzati in molti campi avanzati, come quello aerospaziale, considerata la proprietà di alcune strutture naturali che sono molto resistenti e leggere), il peso della moto è di appena 35 kg. Il segreto sta anche nell'adozione di componentistica di derivazione velo, come le sospensioni Rockshox e i freni.

 

 

Il motore elettrico ha una potenza di 6 kW (circa 8 cv, per una coppia di 130 Nm), e si serve di una batteria in grado di offrire un'autonomia di 60 km. Batteria che può essere sostituita in pochi istanti. L'accelerazione da 0 a 45 km/h si ottiene in 3”, mentre la velocità massima è di 80 km/h.
La APWorks conta di realizzare 50 esemplari questa moto, che è già prenotabile con 2.000 euro. Il prezzo finale, però, è comunicato in 50.000 euro, più Iva.

m.g.

  • Caballero77
    Caballero77, Villongo (BG)

    Pensare che in passato i ciclomotori han DOVUTO avere i pedali, vedere adesso praticamente delle "biciclette a pedalata assistista senza pedali" venir chiamate motociclette un pelo mi turba.
    Non sto minimamente criticando il prodotto, intelligentissimo e raffinatissimo in se e forse anche più pratico di una moto in ambito cittadino, a parte la giusta "classificazione", quanti km dureranno le gomme a far tornati allegri? A parte i 50 sacchi per quest'oggettino, io da sempre amatore del fuori strada ed ex amatoriale sulle MTB (adoro le discese sui sentieri), sia mai che con una MTB elettrificata si trovi la quadratura del cerchio per gli amanti dell'enduro fuori pista? (stò volutamente tralasciando il fattore "rumore" del motore che molti adorano senza compromessi)

    Stefano
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