Maurizio Castelli: “Nel 2020 correrò con i normodotati”
Per Maurizio Castelli, 29enne viterbese, la passione per la moto è iniziata presto: a sedici anni con la Mito 125. Poi altre moto stradali, fino alla Yamaha R1 nel 2015: “Dopo cinque giorni che l’avevo – racconta Maurizio - un Defender guidato da un ubriaco mi ha centrato in pieno, e da lì c’è stato il buio totale...”.
Dall’incidente Maurizio è uscito con il braccio sinistro compromesso irrimediabilmente, tanto limitato nel suo uso da non potergli permettere nemmeno di guidare la bicicletta.
Però lui voleva tornare in moto, e così ha parlato con i medici e ha deciso di amputare l’avambraccio. In questo modo avrebbe potuto usare una protesi che gli permettesse di essere ancora un motociclista.
Maurizio ha diverse protesi, che cambia a secondo delle sue necessità nella vita quotidiana, piuttosto che, appunto, per guidare.
E’ così che dopo aver ripreso l’abilità necessaria ha comperato una Yamaha R6, ha spostato tutti i comandi sul manubrio destro e ha iniziato a girare in pista “Perché riprendere la patente per la strada era un percorso più lungo”. Ci si è trovato così bene da vincere gare e diventare pilota e istruttore di guida in pista - per la scuola di motociclismo SMC, nella sede di Orte - collaborando anche ai corsi dell’associazione Diversamente Disabili.
Dopo due anni con la R6, Maurizio ha corso quest’anno, sempre nella Bridgestone Cup, con la Yamaha R1 del suo incidente.
E l’anno prossimo il nuovo limite da raggiungere "Sarà quello di correre con la R1 assieme ai normodotati" partecipando alla Coppia Italia Amatori.
La sua storia ce l’ha raccontata in questa intervista registrata a EICMA.