Mauro Tononi: "Parlo come Valentino Rossi, canto come Jovanotti"
Ai più il nome Mauro Tononi magari non ricorda nulla, ma bastano un paio di frasi e la sua voce è inconfondibile. Mauro infatti, per caso o per destino, da dieci anni è l’imitatore di Valentino Rossi, prima in radio, poi in televisione e sui palchi del nord Italia. Ha solo trent’anni, ma ha già molta esperienza alle spalle e tre album pubblicati. Imitare Valentino infatti è stata solo l’occasione per iniziare una carriera artistica a tutto tondo che ben presto ha virato verso la musica. La vera passione di Mauro, bresciano di Corte Franca, è infatti scrivere e mettere in musica le sue canzoni.
Insieme a Nico Cereghini e a noi di Moto.it è stato autore e complice di una serie di scherzi telefonici ai personaggi più famosi del mondo delle due ruote. Ma prima scopriamo meglio chi è l'artista dietro alla voce di Valentino.
Come è iniziata la tua carriera di imitatore?
«Io ho sempre avuto la passione per i DJ e sono sempre stato attratto dal mondo delle radio e dello spettacolo. Quando, nel 2004, Radio Deejay ha organizzato un concorso per nuove voci ho partecipato spedendo la registrazione di quattro imitazioni. L'idea non era esattamente la migliore per un provino, ma andò comunque in onda insieme ad altre registrazioni scartate. Non mi scelsero come DJ, ma la mia imitazione di Rossi colpì Albertino che mi contattò. Da lì ha avuto inizio tutto».
Come mai hai scelto di imitare proprio Rossi?
«In realtà non l'ho scelto io, è successo per caso che sia stata selezionata quella imitazione. Ai tempi non ero un appassionato della MotoGP o un fan sfegatato di Rossi. Poi, proprio studiando ogni aspetto di Valentino per imitarlo meglio, le interviste e le varie dichiarazioni, mi sono appassionato tantissimo di tutto il mondo della MotoGP».
Che rapporto hai con Valentino?
«L'ho incontrato la prima volta durante una gara. Un ragazzo di Brescia che lavora nell'hospitality mi fece entrare nel paddock. Era il 2008 e ho avuto la possibilità di conoscere tutta la squadra di Rossi. Quando poi mi sono presentato a Valentino lui è stato davvero molto gentile: abbiamo scambiato qualche battuta, ha riso e ha fatto una dedica su una foto mia. La seconda volta che l'ho rincontrato è stato in occasione della registrazione del Chiambretti Night (varietà condotto da Piero Chiambretti e trasmesso prima da Italia1 e poi da canale 5 tra il 2009 e il 2011, NDR). Rossi in quell'occasione è stato davvero bravissimo. Io ero emozionatissimo ma lui mi ha sostenuto e sul palco mi passava la palla. Pur non ricordandosi del nostro primo incontro mi ha messo davvero a mio agio. Quando poi ho cominciato ad imitarlo gli sono piaciuto da subito e a metà della gag mi ha messo la mano sulla spalla. In quel monento, quando ci siamo guardati negli occhi, mi ha dato una carica pazzesca.
Dopo due settimane poi l'ho rincontrato ed è stato lui a venirmi a salutare. Ero nella sua pizzeria a Tavullia, io non pensavo nemmeno che ci fosse, perché era mezzanotte. Stavo prendendo il caffè, sento battere sulla spalla, mi giro ed era lui. Allora ci siamo salutati, mi ha fatto i complimenti per come era andata la puntata del Chiambretti Night. Davvero emozionante».
Che effetto ti fa quando lo incontri?
«Mi sento quasi un po' a disagio, perché non ho mai avuto occasione di parlargli veramente del mio progetto. Penso però che se ci fosse la possibilità di farlo mi aiuterebbe».
Com'è il tuo rapporto con i tifosi di Valentino?
«Io ho sempre sentito un grande sostegno da parte dei suoi tifosi. Ho fatto anche uno spettacolo a Tavullia e in quell'occasione ero davvero un po' teso. Ma si sono divertiti, hanno apprezzato il mio lavoro e nei giorni successivi anche le critiche sui miei social network sono state molto positive».
Sei partito dall'imitazione e ora canti e nelle tue canzoni c'è tanto Valentino Rossi, ma non solo...
«Io non credo di avere una voce che spacca, ma ho comunque la capacità di scrivere canzoni e di metterle in musica, e questa è la mia più grande passione».
Hai scritto anche una canzone per Simoncelli.
«Quando è morto il Sic stavo andando molto forte con le imitazioni, ma ho sospeso tutto per sei mesi. In tanti mi hanno chiesto perché invece che sospendere non scrivessi una canzone per il Sic. Ma in quel momento tutti si erano messi a fare cose per Simoncelli. Io invece sono voluto uscire con la mia canzone due anni dopo, l'anno scorso, con il singolo dedicato a Marco. Il videoclip che ne è uscito ha avuto molto successo grazie anche al sostegno della famiglia e della Fondazione Simoncelli e di Gigi Soldano».
Tu fai il pasticcere, come concili un lavoro così duro con la tua passione per la musica?
«Ho la fortuna di avere un capo che da quattro anni a questa parte mi ha concesso il part time. Ha capito che lo spettacolo e il canto non erano solo un hobby, ma una vera passione e un impegno in qualche modo professionale. Faccio molti sacrifici perché mi sveglio anche il sabato e la domenica alle 5:30, ma così ogni pomeriggio posso dedicarlo alla musica: a scrivere testi, modificare arrangiamenti, allo studio o a visitare le location dove girare i video».
Qual'è il tuo idolo? Anche fuori dalla MotoGP.
«La mia passione più forte è certamente la musica e il mio idolo è Lorenzo Cherubini, Jovannotti! Anche nelle mie canzoni cerco di avvicinarmi alla sua musica sia nei testi che negli arrangiamenti».
Sogno nel cassetto?
«In realtà sono tre. Mi piacerebbe che Valentino apprezzasse veramente il mio progetto e quindi pubblicare con lui un singolo. Il mio sogno nel cassetto vero poi è incontrare Jovanotti e parlargli dei miei progetti musicali. Poi vorrei fare una puntata di Zelig insieme a Giacobazzi visto che è un grande appassionato di motori».
Quali progetti hai per il futuro?
«Voglio continuare a produrre musica in qualche modo legata al mondo dei motori perché anche se la mia è una passione, diciamo, tardiva, è cresciuta sempre di più e anche se non ho mai avuto la moto - ma ho la patente - mi sono appassionato tantissimo alle due ruote. Voglio continuare con il progetto Valentino».
E quando Valentino smetterà di correre come pensi di continuare rimanendo legato al personaggio?
«Sinceramente non lo so. Ma inseguendo un sogno non sai mai dove ti porterà. Nel senso: adesso ho questo progetto con voi e Nico Cereghini. Anche semplicemente fare uno scherzo a un personaggio famoso non sai mai cosa può nascere. Tutta questa avventura è nata dal nulla e oggi mi sembra di aver fatto tantissime cose che non avrei mai pensato. Quando insegui un sogno, passo dopo passo si aprono nuove strade che prima di metterti in viaggio nemmeno potevi immaginare e che magari ti portano lontano».