200 milioni di motocicli elettrici entro il 2016
Il centro di consulenza e ricerca americano Pikes Research di Boulder (Colorado), in grado di fornire analisi approfondite riguardanti tutti gli aspetti inerenti la pulizia dell’ambiente, ha pubblicato un approfondito rapporto ove si analizzano gli sviluppi del mercato globale relativo ai veicoli elettrici a due ruote - quindi biciclette, motociclette e scooter –nel periodo che va dal 2010 al 2016. Lo studio fornisce una chiarissima panoramica sull’attuale stato della tecnologia applicata alle batterie – che chiaramente rappresentano il cuore di tutto il discorso – e suggerisce opportunità fondamentali per lo sviluppo di questo settore, oltre a considerarne gli eventuali ostacoli: il primo dei quali, naturalmente, oggi come oggi è senz’altro rappresentato dall’assenza di una rete di ricarica delle batterie in giro per le città, a meno che non si disponga di elementi ricaricabili tramite energia solare.
Il completissimo rapporto di 37 pagine (scaricabile gratuitamente in forma riassuntiva dal sito www.pikeresearch.com, o in vendita in rete, in versione integrale, a 2.500 dollari) esplora anche le forze demografiche ed economiche basilari per la diffusione dei suddetti veicoli elettrici. Inoltre, il rapporto di Pikes Research fornisce dettagliate previsioni riguardanti la diffusione dei tre tipi di veicoli nel mondo, con i profili dei mercati strategicamente più importanti.
Passando ai numeri, per il mercato mondiale dei “due ruote” elettrici Pikes Research prevede una crescita annua del 9% da oggi a tutto il 2016. Il che si concretizzerebbe in ben 466 milioni di veicoli a due ruote (!). Per il 56% si tratterà di biciclette, ma per il 43% (ovvero circa 200 milioni) si tratterà di moto, mentre solo l’1% dovrebbe essere costituito da scooter. Ma è importante specificare che il fagocitante mercato asiatico, e in particolare la Cina, di quel cospicuo numero di veicoli ne assorbirà addirittura più del 95%, mentre 5 milioni si diffonderanno nel Nord America.
Facendo due conti, le previsioni di Pikes Research assegnerebbero dunque al Far East asiatico circa 443 milioni di veicoli elettrici in genere (quindi comprese le bici), mentre il mercato nordamericano ne assorbirebbe 5 milioni in totale. Logico quindi che i rimanenti 18 milioni circa andranno suddivisi sugli altri mercati: il grafico che alleghiamo (che non include l’andamento del mercato nel Far East) evidenzia peraltro la crescita esponenziale dell’interesse dei mercati dell’Europa occidentale nel periodo preso in esame dal rapporto degli specialisti americani.
Futuro a “pile”?
È ormai chiaro, oltre che logico, che la spinta verso la diffusione di mezzi che si muovono sfruttando energie alternative ai combustibili tradizionali si stia rafforzando sempre più. In particolare, riguardo ai veicoli spinti da motori elettrici, il progresso in termini di prestazioni generali sta iniziando a dare i suoi frutti, anche se è ancora presto per parlare di vero successo. Anche perché non sempre si parla di prezzi appetibilissimi: per fare un paio di esempi, le fuoristrada della svizzera Quantya costano 7.950 euro (Iva esclusa) in versione cross, e 8.390 in versione enduro targabile, mentre la “urban commuter” Enertia dell’americana Brammo viene venduta su Internet a 7.995 dollari, equivalenti a 5.900 euro.
L’ambiente, comunque, si sta pian piano “elettrizzando” anche a livello di veicoli a due ruote, e i segnali di questo tendenza sono sempre più evidenti, a partire dalle dichiarazioni di intenti di alcune case motociclistiche (Yamaha, per esempio) riguardo all’argomento, e dalla sempre più frequente apparizione di prototipi verosimilmente realizzabili. Vorremmo anche ricordare l’americana Vectrix, che in tempi recenti aveva iniziato con una certa convinzione a spingere, anche qui in Italia, il suo interessante maxiscooter elettrico VX-1 (ma erano anche stati presentati un “tre ruote”, e, addirittura, un’ambiziosa superbike), ma che purtroppo lo scorso anno ha dovuto abbandonare il suo ambizioso progetto per motivi finanziari.
In pista in silenzio?
Ma anche il motociclismo sportivo, si sta avvicinando pian piano discorso del rispetto ambientale, e sono sempre più frequenti le proposte anche in questo senso. Tant’è che in Danimarca, sotto l’egida della Federazione Motociclistica Internazionale, lo scorso dicembre si è svolto il primo FIM Ride Green Eco Enduro per moto elettriche (le Quantya, appunto), mentre già lo scorso giugno, al Tourist Trophy dell’Isola di Man, c’è stato l’esordio ufficiale del TTXGP, la prima gara di moto “no emission” da velocità ospitata dal tradizionalissimo Tourist Trophy, vinta da Rob Barber con la moto del team indiano Agni - una Suzuki GSX-R600 K7 “elettrificata” - che, sul rettilineo di Sulby, ha spuntato i 171 km/h; l’americana Brammo Enertia TTR, prima delle moto prodotte in serie, si è classificata invece al terzo posto.
- la Agni TT, vincitrice del 1° TTXGP all'Isola di Man, nel 2009
La formula TTXGP, inoltre, quest’anno assurgerà a livello di World Series: il nuovo campionato intercontinentale è basato su dodici prove con inizio a maggio a Infineon Raceway (California, USA) e gran finale ad Albacete (Spagna). Due di quelle gare si svolgeranno in Italia, a Franciacorta e al Mugello, nel contesto del nostro C.I.V., e segneranno l’esordio ufficiale del primo Campionato Italiano Moto Elettriche. Va comunque ricordato che in giro per il mondo, e in particolare in Italia, già da qualche anno vengono effettuate gare-esibizione di moto elettriche da competizione nell’ambito di altre manifestazioni motociclistiche.
La Enertia TTR al TTXGP dell'Isola di Man 2009:
https://www.youtube.com/watch?v=foRIB9h8T20&feature=player_embedded
La Enertia Urban Commuter:
https://www.youtube.com/watch?v=3IcwiDHTADE&NR=1&feature=fvwp
ma che discorsi sono
Nel mondo reale si può solo scegliere il "meno peggio", e sicuramente ecologicamente parlando comprare una moto elettrica o ad idrogeno è meglio che coprarne una a benzina. Se non ci si accontenta della scelta migliore del mercato ma si vuole qualcosa di più perfetto beh, non resta che vincere alla lotteria ed aprire una ditta che produca energia pulita, che converta veicoli a benzina in qualcosa di più pulito e che soprattutto possa omologarli. Just do it
e l'impatto ambientale?