Moto.it, Vemar Helmets e BePositive. Ecco come abbiamo celebrato la moto al party più figo di Pitti
BePositive The Party Attitude, ore 23:00. Chiesa di Santo Stefano, pieno centro di Firenze a due passi dal Ponte Vecchio. Fuori, le prime 500 persone che spingono per entrare, dentro dj Tommy Vee alza il volume dalla consolle sotto all’altare. Inizia la liturgia di deep house, elettronica e hip hop. È la festa più figa di Pitti Uomo edizione 95, lo sanno tutti. Lo sappiamo noi di Moto.it, media partner dell’evento. Lo sa Vemar Helmets, che insieme a BePositive sotto la nostra art direction ha realizzato l’esemplare unico del suo casco con una grafica ispirata alla navigazione. Lo sanno pure i muri del 1116 dC, dove sono proiettate le immagini in visual mapping delle sneaker firmate dal brand veneto e quelle del Taku da fuoristrada in versione 3D.
Ore 24:00, la navata centrale è quasi colma di fedeli in delirio. Davanti a tutti il bollo papale, a certificare che grazie a Moto.it la cultura delle "due ruote" è arrivata dentro al tempio del menswear e del lifestyle contemporaneo: quattro modelle sui cubi ballano indossando quattro caschi bianchi con le coordinate geografiche della rosa dei venti. Il re degli accessori da moto protagonista alla festa delle feste di Pitti Immagine Uomo, celebrato in stile Daft Punk, il duo francese della musica elettronica che da sempre cela l’anonimato sotto due caschi futuristici.
Ore 1:00. Tommy Vee abbassa la musica, in consolle arriva l’uomo nero della new gospel house music. Dreadlock a metà schiena, voce grossa come la sua giacca oversize, l’America di Cleveland nelle tonalità soul e RnB, e CeCe Rogers fa da intro alla cassa, che un minuto dà un nuovo ritmo ai caschi V Helmets X BePositive. Poi Moony, all’anagrafe Monica Bragato, altra grande interprete della musica dance-pop con i suoi ultimi successi. E ancora luci, house music, il logo di Moto.it che scorre sopra gli affreschi seicenteschi, the party goes on.
Ore 2:00. Sul sagrato transennato di Santo Stefano ancora la fila. Dentro, più di duemila persone con il ditino che punta la cupola. Si balla, si suda, si balla, si gode, qualcuno chiede il casco a una modella perché fa figo, perché è un pezzo d’abbigliamento, perché chissenefrega: la pista della discoteca stanotte è come la strada, ma la protezione non c’entra, c’entra lo stile. E quello, se non lo avete capito, passa dall’asfalto al dancefloor senza chiedere nessun permesso.