Nessun taglio delle accise sui carburanti; è la mossa giusta?
Abbiamo purtroppo constatato che il costo del carburante è ormai arrivato ai livelli di ottobre scorso, un prezzo medio molto vicino alla soglia psicologica dei 2 euro al litro che davvero turba ed infastidisce gli italiani. Il motivo è da ricercare principalmente nella situazione in Medio Oriente e nel crescente timore che il conflitto possa estendersi alle regioni vicine, per intenderci oltre Israele ed Hamas. Tra queste l’Iran, membro dell’OPEC, che di fatto ha già ridotto la produzione di greggio negli ultimi mesi diminuendo l’offerta sul mercato e generando quindi un rialzo dei prezzi.
Eppure, per ora, di tagliare le accise sui carburanti non se ne parla. Il governo sembra ritenere che, ad oggi, il livello dei prezzi non sia ancora così allarmante e, attraverso le parole del ministro Adolfo Urso responsabile del Mimit, fa riferimento al periodo nel quale, solo a fronte di un prezzo medio di oltre 2,30 euro per litro il governo precedente era intervenuto con un taglio temporaneo delle accise. Insomma, per farla breve, finché il prezzo della benzina sarà “accettabile” possiamo solo stare a guardare e continuare a pagare.
Ma è davvero questa la strategia migliore? Aspettare che l'acqua arrivi alla gola e solo allora allentare la presa? Sicuramente si tratta di un problema complesso ed articolato, la dipendenza energetica costa cara e l’Italia deve poter trovare soluzioni adeguate nella speranza, un giorno, di rendersi indipendente. Dolce chimera? Probabilmente si…
Ecco perchè.