Nico Cereghini: "I ragazzi vogliono la moto"
Ciao a tutti! Non tiratemi dentro la discussione su Valencia, su Lorenzo e il gioco di squadra, mi serve qualche giorno per riportare la faccenda a una temperatura accettabile. Per adesso preferisco limitarmi a qualche considerazione sul salone di Milano. Dopo sei giorni di Eicma, nella bolgia dal mattino alla sera, cosa porto a casa da questo mio trentanovesimo salone della moto? Un po’ di mal di gola, perché l’aria di ogni Fiera è viziata e i germi di Rho viaggiano veloci, ma anche una bella carica di entusiasmo; il fenomeno mi aveva colpito già l’anno scorso, e questa volta è per me ancora più chiaro: i ragazzi stanno tornando a sentire una grande passione per la moto.
Naturalmente per qualcuno di loro la passione non era mai mancata, piuttosto erano mancati i soldi per soddisfarla. Ma adesso si vede con chiarezza: al salone, soprattutto nei tre giorni conclusivi, c’erano moltissimi ragazzi che si fermavano davanti alle “loro” moto e non soltanto alle più desiderate in assoluto coma la V4 Panigale o la Duke 790. Ho visto gruppi di adolescenti e ragazzi appena più grandi, gruppi numerosi e pieni di entusiasmo; ho scattato con loro centinaia di selfie, erano felici di vedermi, frequentano il sito e mi conoscono per nome. Soltanto una o due volte mi hanno chiamato Marco (Lucchinelli) o Guido (Meda), ma naturalmente li ho perdonati volentieri perché quello che conta è che fino a tre anni fa erano i quaranta-cinquantenni a fermarmi per una foto, e adesso al novanta per cento sono loro, i ragazzi e i giovani. Finalmente.
Poi ci sono le cose che non vanno. Io a Rho ci vado in moto, dodici tredici minuti dal centro di Milano, e mi fanno entrare senza nemmeno guardare il pass. Per me è facile, ma perché non ci sono parcheggi interni per tutti i motociclisti? L’unico, gratuito, con ingresso al Cargo 5, non è sufficiente. Se ne parla da anni, molti motociclisti sono costretti a prendere l’auto o i mezzi pubblici perché temono il furto della loro moto. E la viabilità, quello è un problema ancora più grosso: dopo dodici anni (l’inaugurazione del polo fieristico di Rho-Pero risale al 2005), ancora la segnaletica è carente e confusa, in qualche caso resiste quella provvisoria. Tra cartelli di ingressi est e ingressi ovest, Cargo, rotonde e giri lunghissimi e irrazionali per spostarsi di soli cinquanta metri in linea d’aria, c’è da perdere l’orientamento e la pazienza. Ho visto auto in retromarcia sulla tangenziale, ho visto manovre di inversione a “u” persino sugli svincoli, con la moto ho rischiato l’incidente. E tutto questo mi sembra davvero inaccettabile. Trascurando per carità di patria l’argomento delle toilette, un disastro anche prima della bolgia degli ultimi tre giorni; solo due accenni: niente sapone liquido ai distributori sui lavandini, sporco dappertutto. E si pagano la bellezza di ventuno euro per entrare.
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BIK3R, Carpaneto Piacentino (PC)I ragazzi vogliono la moto, e le assicurazioni vogliono i soldi.
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patatino1226, Fosso' (VE)quando hai 16 anni la moto te la compra ikl papa', adesso come allora.Se i costi di aquisto e poi di assicurazione, bolloo e patente sono proibitivi, il papa' non la compra piu' perche' semplicemente non puo'.Concordo con chi dice che da ragazzino non e' ancora vera passione per la moto ma un modo per fare parte di un gruppo o un modo per farsi notare.La passione per la moto si manifesta piu' tardi quando si compra la moto senza considerare il voler farsi notare o apprezzare dagli altri ma ragionando da individuo sociale singolo.