l'editoriale di Nico

Nico Cereghini: "Mica parliamo di politica!"

- Qui si parla soltanto di moto e di motociclisti. Quattro moto, quattro motociclisti e se ci vedete qualche significato recondito è colpa vostra, siete troppo maliziosi | N. Cereghini
Nico Cereghini: Mica parliamo di politica!


Ciao a tutti! In questo periodo di grande incertezza tutti parlano molto di politica. Immagino che lo facciate anche voi al lavoro, al bar, sul web, in famiglia. E’ un momento delicato: fatte le elezioni, adesso siamo nella fase delle analisi in attesa di comporre un nuovo governo, che è un’operazione difficile ma anche urgente. In questo sito però non si parla di politica: non è opportuno, sono altre le cose che ci interessano. Noi parliamo soltanto di moto e di motociclisti.

Nel mio quartiere, a dominare la scena in questo momento è una Ducati Hypermotard SP 2013 con lo scarico Termignoni che fa vibrare i vetri delle finestre con la sua musica. Gran voce, qualche pensionato si lamenta. E’ uno spettacolo quando questa Hyper arriva al bar piegando come se fosse spiritata e gratta l’asfalto buttando scintille a dieci centimetri dal cordolo del marciapiedi. La gente fa il tifo dai tavolini all’aperto, finalmente qualcosa di nuovo! La guida il miglior giocatore di carte della zona, un vero artista, e d’altra parte la Ducati è una di quelle moto che non scegli con la testa, ma con la pancia e con il cuore; è una moto che sa soprattutto stupire e qui non si parla che di lei: “belìn, che tsunami!”.

Cinquanta metri oltre il bar fa sosta da anni una vecchia Guzzi Falcone, non quella originale degli anni Cinquanta con il suo bel volano cromato e tutto in vista, ma il rifacimento dei Settanta, quella con il carter squadrato e l’avviamento elettrico. Di un beige anonimo, qualche segno di ruggine qui e là, è la moto del salumiere, che tutte le mattine si presenta alle otto, solleva con cura sul cavalletto centrale il suo museo su due ruote, poi traffica con le chiavi, alza la serranda e va nel retro a infilarsi il grembiule blu. Ogni ora butta un’occhiata alla sua Guzzi attraverso la vetrina. “Non siamo mica qui a insaccare i falconi” dice sempre, per far sorridere i clienti. Tanto scontato che ci potresti regolare l’orologio.


Poco più in giù c’è la presenza più classica e ammirata del quartiere: la Gold Wing del ’94 del direttore della banca, una motorona molto ben tenuta e tutta sberluccicante di cromature. Gli esperti lo sanno che sotto le plastiche non c’è più una gran meccanica: quella Honda ha fatto un mucchio di chilometri, ha trasportato le più belle donne della via perché il ragioniere ci sa fare, ha fatto tardi la notte. Adesso è quasi alla frutta, lascia cadere qualche goccia d’olio quando è ferma, fuma leggermente allo scarico e la frizione slitta quando riparte alle 17 la sera. Ma la carrozzeria è talmente lustra e ben conservata che gli anziani la guardano e le signore sospirano.

E infine c’è la Vespa 150 rossa del commercialista, anzi non proprio la Vespa ma per l’esattezza la Cosa, quella di fine anni Novanta. La ricordate? Era come una Vespa ma più seria e impostata; era quel modello che doveva risollevare le sorti dello scooter e della stessa Piaggio, ci dissero che era l’Europa che la chiedeva, che sarebbe stata un successo, invece si rivelò un flop di breve durata. Il commercialista la tiene bene, come soltanto un commercialista sa fare: la scalda con cura quando parte al mattino per andare in ufficio, e mai cento giri più del necessario perché l’affidabilità è tutto.

Cosa dite? Che ho parlato di politica? Macché, sono soltanto moto e motociclisti….

 

  • menek62
    menek62, Brescia (BS)

    Me le farei tutte e quatro.

    Vedo moto e fondoschiena e che tette la madonna grazie a dio vado di corsa mi diverto senza intelleto e se poi chi se ne frega.
  • algor65
    algor65, Montecatini-Terme (PT)

    La politica a compartimenti stagni non esiste più.

    Il giochino di Nico è carino e secondo me è stato creato ad arte (non a caso, e lo dico, adesso, in senso giornalistico, non in quello di grande conoscitore delle moto quale lui è).

    Infatti, secondo me, questi quattro "stereotipi" si mescolano tra di loro, tant'è che qualcuno di noi è "caduto nella trappola" e ha anche stilato il suo cliché (la Gold Wing è di destra, la Cosa è di sinistra e via dicendo...). Insomma, come la canzone di Gaber... Ma anche Gaber era un uomo del XX° secolo, non certo proiettato nel mondo del terzo millennio.

    Le ideologie secolarizzate non hanno più senso di esistere. Il PD lungi dall'essere un partito di comunisti annovera tra le sue file e tra i suoi elettori fior di amministratori delegati e archistar. Il PDL ha protetto i lavoratori dell'apparato statale più di ogni sindacato di sinistra. La Lega si proponeva come il partito del nuovo e ora ha più indagati di chiunque altro movimento.

    In tutto questo ambaradan si vedono oggi persone vestite con l'eskimo (tradizionalmente un capo di abbigliamento che nel secolo scorso era un "marchio di fabbrica" della sinistra) che votano per Giannino e persone vestite con pantaloni mimetici che votano per Ingroia.

    Il giochino non vale più... E' finito o comunque sta finendo... E il giocattolino Italia si sta rompendo. Dove andremo a finire nessuno lo sa. Certo è che, al di là di come la si possa pensare, non possiamo buttare a mare 60 anni di storia europea...

    At salùùùùtttt!!!!
Inserisci il tuo commento