Sulle tracce dei coloni italiani
Il cartello stradale che indica Nova Milano, a 110 chilometri da Porto Alegre, capitale del Rio Grande do Sul, nel sud del Brasile, si trova seminascosto all'uscita della strada principale RS 122. Quando la mia Softail Heritage Classic supera una salita in quarta marcia siamo nella strada principale del paese. E c'è un tesoro che pochi sanno che esiste, nemmeno la gente del posto: una gondola veneziana. La barca, lunga 11 metri e pesante oltre una tonnellata, è “ormeggiata” in Piazza Immigrazione Italiana, vicino alla chiesa di Santa Cruz che è uno dei primi edifici religiosi nella regione montuosa. La gondola è stato spedita dal governo italiano in questa città per le celebrazioni del centenario della prima immigrazione italiana che cadeva nel 1975.
L'immigrazione al Rio Grande do Sul ha avuto inizio nel maggio del 1875 con l'arrivo di tre famiglie italiane: i Crippa, i Radaelli e gli Spreafico. Hanno lasciato il loro paese di origine, attraversato l'Atlantico e sono approdati in un piccolo porto nel fiume Taquari, nell'attuale regione di Santa Teresa.
Con lo stesso spirito audace abbiamo percorso 2.700 chilometri da San Paolo a Serra Gaúcha per conoscere questa saga che celebra i 141 anni vissuti affrontando tanto sudore, molto impegno, spesso sognando e a volte raccogliendo successi.
Per comprendere che cos'era questa avventura basta conoscere la vera storia di una coppia di immigrati italiani, Lazzaro e Rosa, che a un certo punta lasciarono il Brasile in cerca di una vita migliore.
Nel nostro giro passiamo da Bento Gonçalves, Santa Tereza, Monte Belo do Sul, Farroupilha e il suo piccolo quartiere Nova Milano, per poco più di 400 chilometri lungo la regione montuosa di Rio Grande do Sul. La nostra guida è Alexandre Sampaio, di origine italiana è ingegnere meccanico di professione e appassionato motociclista. «Qui al Sud – ci racconta – il turismo in moto sta guadagnando sempre più seguaci ogni giorno. Abbiamo buone infrastrutture, percorsi enogastronomici molto interessanti e un clima adatto a viaggiare in moto, per non parlare naturalmente del bellissimo paesaggio».
Nova Milano, che si trova nel Distretto di Farroupilh, Santa Teresa e Monte Belo do Sul formano una sorta di culla dell'immigrazione italiana nel Rio Grande do Sul. La piccola Nova Milano, per esempio, ospitava le famiglie dei già citati pionieri Stefano Crippa, Tommaso Radaelli e Luigi Spreafico che provenivano appunto da Milano. All'inizio gli immigrati italiani hanno adottato l'agricoltura che conoscevano e in seguito hanno aperto attività commerciali di base o per vendere tessuti piuttosto che kerosene.
Nel 2010 l'Istituto nazionale del patrimonio storico-artistico (IPHAN) ha decretato Santa Tereza come patrimonio nazionale. Passeggiando per le sue strade acciottolate si notano le case ben tenute ed è facile immaginare come poteva essere la vita dei primi immigrati.
South Belo Monte è un tipico villaggio, una sorta di viaggio del tempo da visitare e che mostra la vita quotidiana degli anni quaranta e cinquanta del Novecento. Imperdibile la buona cucina casalinga del Ristorante Nonna Matilde: un ambiente rustico, con pareti di pietra e pavimento di legno che è allo stesso tempo accogliente, piatto forte della cucina è la tradizionale "pasta"!
Itinerari in moto
Chi ama il mototurismo, lo scoprire nuovi aromi e sapori ha a disposizione due tour formidabili: Caminhos de Pedra e Vale dos Vinhedos (Valle dei Vigneti). Entrambi con strade piene di curve e che si snodano per tutta la regione:
Caminhos de Pedra (ovvero dei Sentieri di Pietra) inizia da Bento Gonçalves e ha per destinazione il Santuario di Caravaggio in Farroupilha. Questo itinerario attraversa un museo a cielo aperto che mostra la cultura contadina dei primi immigrati. Attraverso l'architettura, i mestieri e le usanze si conosce la storia della regione.
La Vale dos Vinhedos (cioè Valle dei Vigneti) è l'occasione per un tour enogastronomia. Ci sono decine di cantine e ristoranti che ricordano molto certi luoghi della Toscana. Oltre a frequentare brevi corsi per la degustazione di vini, si apprezzano cene tipiche innaffiate da buon vino e – naturalmente - con tanta musica italiana. Molte cantine offrono anche il pernottamento. Nella via Linha São Pedro (Linea San Pietro), una piccola strada laterale, ci sono diverse aziende vinicole più piccole che funzionano in maniera davvero artigianale. Come accade in altri paesi, grazie alla sua qualità e la personalità dei suoi vini, questa regione ha ottenuto la "denominazione di origine". Ed è la prima regione brasiliana a beneficiare dell'Indicazione Geografica.
Le maggiori attrazioni
Monumento al Centenario dell'Immigrazione Italiana - E' sulle rive della strada RS 122 verso Nova Milano. Costruito nel 1975, la struttura metallica si ispira alle prime tre famiglie di immigrati italiani che sono arrivati a Farroupilha.
Casa de Pedra (Casa di Pietra), museo storico. E' stato costruito tra il 1890 e il 1896 e utilizzato come alloggio e casa commerciale di famiglia Fin. Nella sua collezione ci sono oggetti, mobili e strumenti di uso domestico che ritraggono la colonizzazione italiana.
Park epico. Nel centro Bento Gonçalves, in una rappresentazione giocosa racconta l'arrivo di una coppia di italiani in Brasile.
Santuario della Madonna di Caravaggio. Punto turistico religioso sulla cima della montagna. Luogo di pellegrinaggio, il momento clou è il vecchio Array, o Cappella degli ex-voto, inaugurato nel 1890 dagli immigrati. Il santuario ospita uno dei più tradizionali moto-festival del Brasile: l'anno scorso ha accolto più di 20.000 persone. L'evento si svolge a maggio.
Treno Maria Fumaça. Giro di due ore tra Carlos Barbosa e Garibaldi. All'interno della locomotiva sono organizzati spettacoli e concerti accompagnati da degustazione di spumante Moscato.
Testo di Aldo Tizzani / Agência Infomoto (Brasile)
Foto di Aldo Tizzani e Cézar Fuchs / Agência Infomoto
Crippa, Redaelli e Spreafico ( ho studiato il catasto teresiano del Settecento) confermo sono cognomi assolutamente lombardi (tra Monza e Lecco), un coraggio ammirevole dei nostri progenitori.
Del resto anche Garibaldi era andato in Uruguay !
Saluti e andate avanti !
Bel racconto..e bella moto