Esclusivo

SWM ritorna! Con molte novità a Eicma

- Vi raccontiamo in esclusiva la genesi della rinascita della SWM. La 72esima edizione di Eicma terrà a battesimo ben cinque nuove SWM delle otto previste a breve. Dopo quasi trent’anni di oblio uno dei brand più apprezzati del nostro motociclismo fuoristradistico tornerà infatti in attività nello stabilimento ex-Husqvarna di Cassinetta di Biandronno
SWM ritorna! Con molte novità a Eicma

Chissà quanti appassionati fuori stradisti con tendenza al capello grigio staranno già drizzando le orecchie e aguzzando la vista leggendo questa notizia! Proprio così, all’EICMA milanese, che aprirà i battenti la prossima settimana, vedremo ricomparire il celebre marchio costituito dalle lettere  SWM  di “Speedy Working Motors”, fondato all’alba degli anni 70 dai tecnici Pietro Sironi e Fausto Vergani. Tre lettere magiche, che fecero felici almeno un paio di generazioni di appassionati del tassello, trialisti inclusi, fino al 1984, anno del fallimento dell’azienda di Palazzolo Milanese. I due fondatori non si dettero però  per vinti, e trasformarono la “W” in “V” creando la  SVM di Società Veicoli Milanesi, ma il giochino fini definitivamente tre anni più tardi.

Da notare che la Casa lombarda nel corso della sua attività accumulò parecchi successi sportivi, e anche commerciali: fu una SWM, per esempio,  la prima moto italiana a vincere il Mondiale trial, nel 1981, con Gilles Burgat ; e la mitica RS125GS da “regolarità” (oggi enduro) nel 1979 venne decretata miglior moto della sua categoria. Non sarà un caso, insomma,  che ancora oggi le SWM storiche siano piuttosto apprezzate e ricercate, a testimonianza dell’affetto dei numerosi  estimatori di quegli anni d’oro.
Non stupisce, quindi, che un noto progettista motociclistico come l’ingegner Ampelio Macchi sia l’artefice della rinascita di questo marchio nostrano ancora parecchio stimato. Un'idea peraltro fortemente sostenuta da un affermato industriale cinese del settore, che ha deciso di sostenere l’ingegner Macchi nell’operazione “SWM coming back”.

Molti di voi conosceranno di sicuro l’Ingegner Macchi,  varesino, classe 1955, con alle spalle una notevolissima esperienza – non solo tecnica, ma anche economica e finanziaria - maturata nel settore.
Dal 1983 al 2002 ha operato in Cagiva e Husqvarna con responsabilità sempre crescenti che l’hanno gradualmente portato al ruolo di brand manager,  e dal 2002 al 2010 è stato direttore tecnico di  Aprilia per l’Off Road, prima come Amministratore delegato della struttura esterna Motocross  Company, e poi direttamente, dopo l’acquisizione di Aprilia da parte di Piaggio. Sono dunque farina del suo sacco i sofisticati  motori bicilindrici a V 45.2 e 55.2 (da 450 e 550 cc)  presentati a fine 2003 e successivamente montati sulle splendide moto RXV da enduro, MXV da cross, e, soprattutto,  sulla SXV che nel 2004, al debutto, vinse il Mondiale Supermoto S2 con Giraudo. Quello fu solo uno dei ben 51 titoli iridati acquisiti di riflesso dal progettista varesino, 46 dei quali con Husqvarna  e gli ultimi 5 con Aprilia. Nel biennio successivo, Macchi ha poi assunto il ruolo di direttore tecnico alla Engine Engineering di Bologna, per poi diventare titolare della società Motor Company S.r.l., e co-fondatore della OS Vehicles: azienda, quest’ultima,  che sta sviluppando il progetto Tabby,  una vetturetta a propulsione ibrida da vendere in scatola di montaggio, e dallo stile personalizzabile dal cliente.

Ed eccoci dunque a  parlare del rilancio di un marchio italiano sopito da quasi trent’anni: operazione indubbiamente coraggiosa, ma ritenuta fattibile ed anche in maniera abbastanza ambiziosa. Si parla infatti di ben otto modelli suddivisi in quattro categorie, tutti con motore monocilindrico a 4 tempi e, presumibilmente, con prezzi verosimilmente abbordabili. Si tratta delle gemelle da enduro,  RS300R e 500R, della Supermotard SM450R e della turistica Superdual 650. A queste si affianca l’interessante famigliola delle  stradali “old fashion” con inediti motori da 440 cc raffreddati ad aria, a partire dalla scrambler Silver Vase: si chiamava così l’ampia gamma di modelli da Regolarità con motori Sachs a 2 tempi da 50, 100, 125, 175, 250 e 255 cc, il cui nome celebrava la conquista dell’ambito Vaso d’Argento alla 6 Giorni dell’sola di Man del 1975, ottenuta dalla RS125. Alla Silver Vase si affiancano tre modelli prettamente stradali: la Gran Turismo – con manubrio rialzato e comoda sella biposto -  e la café racer Gran Milano, monoposto con mezzi manubri e silenziatore anche qui a bottiglia. Di quest’ultima  al Salone milanese dovremmo vedere solo la più preziosa versione Special,  ricca di particolari raffinati, anodizzazioni, speciale verniciatura color bronzo opaco e un bel tromboncino rialzato.  Ma in programma ci sono anche nuovi modelli per giovanissimi – enduro e  supermotard, che dovremmo vedere più avanti - con un bel motore già praticamente pronto
A testimoniare l’evento, allo stand della SWM potremo ammirare anche una serie di vecchi modelli originali, già pronti nella nuova sede operativa per una rispolveratina e una lucidatina di preparazione all’imminente première milanese.

Quanto al nuovo quartier generale di SWM, dicendovi che si trova a Cassinetta di Biandronno, sulle rive del lago di Varese, molti di voi capiranno immediatamente di cosa stiamo parlando. Esatto, proprio dell’ex-stabilimento ex MV Agusta ed ex-Husqvarna (la cui insegna compare tutt’oggi sulla recentissima palazzina uffici costruita dalla recente, discussa gestione BMW), attualmente ancora di proprietà KTM, che già dallo scorso marzo ne ha affittato a lungo termine 700 metri quadri ai cinesi della Shineray Motorcycle Company. Si parla di un costruttore che in patria produce un centinaio di modelli suddivisi tra ATV, moto da strada, fuoristrada e scooter, e relativi motori da 50 a 400 cc; ma anche un simpatico minivan con motori da 975, 1.012 e 1.051 cc.  E non è affatto improbabile che il costruttore di Changqing, nella persona del signor Gong, sia interessato ad acquisire l’intero sito industriale di Cassinetta di Biandronno, che ovviamente è ancora perfettamente in grado di tornare a produrre in tempi brevi. Il che chiaramente apre uno spiraglio almeno ad una parte del personale che già lavorava allo stabilimento di Cassinetta, e che in piccola parte è già operativo dallo scorso marzo, perlomeno a livello uffici e centro stile.

Ma torniamo alle nuove SWM che  troveremo alla Fiera di Rho. Moto che naturalmente non arriveranno a brevissimo, ma una pre-serie dovrebbe essere pronta verso la metà del 2015. Le enduro gemelle RS300 e 500R montano motori bialbero a 4 valvole da 297,6 e 501 cc a carter secco di derivazione Husqvarna, quindi raffreddati a liquido, alimentati ad iniezione elettronica (con corpo farfallato Mikuni D42), con avviamento elettrico e a pedale, frizione azionata idraulicamente e cambio a 6 marce. I pesi dichiarati sono di 107 e 112 kg, mentre le selle sono decisamente da spilungoni, visto che il piano di seduta è a ben 96 cm da terra. La stessa supermotard SM450R è spinta da un motore (da 449 cc) con le caratteristiche dei due già citati, a parte l’assenza della pedivella, a favore del solo avviamento elettrico, con alzavalvola automatico. La moto pesa dichiaratamente 120 kg a secco e ha la sella a 92 cm dal suolo.

Più “umana” la Superdual 650 il cui motore - anch’esso affine ai già citati ma con il corpo farfallato da 45 mm e col solo avviamento elettrico - ha una cubatura effettiva di 600cc netti. Qui abbiamo un serbatoio da soli 12 litri, mentre il piano sella è a 89 cm da terra, e le ruote sono in lega, anziché a raggi come su tutti gli altri modelli.

Veniamo alla Silver Vase 440, come già detto, una scrambler con propensione all’on-off leggero dal look piuttosto vintage, accentuato dal parafango anteriore appena distaccato dalla ruota, doppio scarico gemello rialzato, freno anteriore a disco e posteriore a tamburo. Il motore è un mono raffreddato ad aria da 435,7 cc, con distribuzione monoalbero a 4 valvole,  iniezione elettronica con corpo farfallato da 36 mm ed avviamento elettrico. La frizione qui è azionata meccanicamente, ed il cambio è a 6 marce. Notevole il serbatoio da ben 20 litri, e non meno interessante il peso dichiarato a secco (inteso come “a serbatoio vuoto”): 150 kg. Sulla Silver Vase, moto decisamente adatta ad un’utenza polivalente, si siede a 79 cm da terra.

E veniamo alla Gran Milano, la prima SWM stradale vestita da  café racer. La moto monta lo stesso motore della Silver Vase, rapporto finale incluso, ma si presenta appunto con un attraente look da sportiva anni 60, con tanto di silenziatore a bottiglia a mezza altezza. Anche qui troviamo il freno anteriore a disco ed il manubrio rialzato, mentre la versione Special allestita appositamente per il vernissage milanese ha il freno posteriore a disco, e i mezzi manubri.

Le schede tecniche delle nuove SWM

  • marco.visentin4463
    marco.visentin4463, Ton (TN)

    visto che siamo in vena di resurrezioni lancio un idea a chi potesse interressare: il marchio proma. il mitico proma oro. sarebbe bello rivederlo in giro magari a spese dell ormai onnipresente akra che personalmente mi ha un po stufato.
  • marco.giaroni
    marco.giaroni, Reggio nell'Emilia (RE)

    Bravi ma... ??

    moto con motori 440 ad aria nei nostri mercati non vengono minimimanete prese in considerazione, come (sfortunatamente) moto da enduro dual dalla bassa manutenzione.
    In europa, ma sopratutto in Italia (dove i limiti di velocità sono più severi, le strade malconcie e i luoghi per sfruttarle mancano) si gioca a che c'è l'ha più grossa, la moto, quindi moto stradali 1200/1400cc da minimo 140cv. Moto da enduro da 50cv e meno di 100 ore buone prima di fare una bella sosta dal meccanico.
    Questo discorso, per augurarvi un sincero in bocca al lupo e un appello a cercare di proporre moto sensate, dalla bassa manutenzione e che possano essere sfruttate a pieno (non al 20/30%), che siano affidabili e che regalino le soddisfazioni che una moto deve regalare... se poi qui in italia non aprezzano moto italiane economiche verranno sempre aprezzate in mercati in cui si guarda all'affidabilità, qualità e convenienza.
    Ricordiamoci... le moto vere sono quelle che ci lasciano il sorriso sul volto dopo ogni giro
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