USA: arriva l'Highway Bill
Il Congresso americano il 3 dicembre ha passato un Highway Bill che prevede un investimento pari a 305 miliardi di dollari in 5 anni. La AMA (America Motorcyclists Association) ha salutato l’evento con grande entusiasmo, definendolo una grande vittoria per i motociclisti. Ma “Not so fast, cowboy” direbbero qui, perché la legge deve essere ancora approvata dal Presidente Obama per entrare in vigore
La norma, denominata “Fixing America’s Transportation Surface Act” include alcuni punti che per anni sono stati oggetto di dure battaglie da parte dell’AMA. La conferma del finanziamento al Recreational Trails Program, che prevede fondi federali disponibili per gli stati al fine di mantenere, migliorare ed espandere i loro parchi dedicati al fuori strada; il divieto di utilizzare finanziamenti federali per allestire motorcycle-only checkpoints, quei posti di blocco specifici per motociclisti di cui abbiamo gia discusso e che sono, Costituzione Americana alla mano, del tutto illegali e discriminatori e il re-inserimento del Motorcycle Advisory Council, una struttura di consulenza finalizzata a discutere con gli amministratori del U.S. Department of Transportation (il nostro Ministero dei Trasporti) ogni materia che sia di interesse per la sicurezza dei motociclisti
Tutto questo, ma anche il finanziamento di programmi che promuovano a livello statale la sensibilizzazione contro la guida distratta - in molti Stati è ancora permesso parlare al cellulare senza vivavoce in macchina ma, come ovunque, il pericolo numero uno per i motociclisti sono i guidatori che mandano SMS alla guida, una piaga mondiale che causa ogni anno migliaia di incidenti in cui sono coinvolte le due ruote, ed anche il blocco dell’espansione dei programmi che al momento stanno cercando di reintrodurre il pedaggio su molte strade americane, in base alle norme contenute nell'Interstate System Reconstruction and Rehabilitation Pilot Program.
Come vedete anche in USA i “paroloni” non si sprecano quando si parla di leggi e regolamenti, ma almeno questa volta il “burocratese” si esprime a favore dei motociclisti, sia in termini di sicurezza che di svago e riduzione degli oneri finanziari. Altra buona notizia (beh, direi agro-dolce) arriva dal National Insurance Crime Bureau, che ha recentemente pubblicato i dati relativi ai furti e recuperi di veicoli. Il documento tiene conto anche delle moto, ovviamente, e copre il periodo dal 1 gennaio 2014 al 30 giugno 2015.
Contro ogni aspettativa e malgrado alcuni anni di crescita, nel 2014 ed inizio del 2015 la tendenza si è invertita e i furti di moto sono in calo del del 6% rispetto al periodo precedente, con numeri che parlano di un totale di 42.856 moto rubate. Se consideriamo che le vendite di moto sono salite del 4% nello stesso periodo esaminato, la notizia diventa ancora migliore. Va però considerato che da sempre i due mesi peggiori in USA per i furti di moto sono Luglio ed Agosto, quindi non sapremo i veri numeri fino al report del prossimo anno.
Per pura curiosità sono andato anche a vedermi i numeri dei vari stati: la California, che è anche lo Stato con il maggior numero di moto circolanti, ha subito 6.355 furti ed è in cima alla classifica (non che sia un onore…) ma curiosamente la città che ha registrato il più alto numero di furti di moto non è in California ma in Nevada: Las Vegas ha infatti totalizzato 1.163 furti dall’inizio del 2014 alla fine di giugno del 2015.
Ma la pecora nera in realtà rimane Fairfax City in Virginia, dove i furti continuano a colpire di più in percentuale rispetto alla popolazione: 41,3 ogni 10mila abitanti (e comunque meno dei 61,2 fatti registrare nel periodo precedente). Altro dato riguarda le marche: il più alto numero di moto rubate negli USA sono state Honda, seguite da Yamaha, Suzuki e Kawasaki. Per chiudere una buona notizia: delle 42.856 moto rubate le autorità ne hanno recuperate ben 17.757, pari al 41%: non male, eh?
10.000 nel solo Lazio , 55.000 totali in Italia con tasso di recupero del 33%.
Buon Natale Pietro !