Vincenzo Gnerre risponde ai lettori
La nostra intervista a Vincenzo Gnerre della scorsa settimana ha sollevato un polverone. Diversi commenti hanno dato man forte alle posizioni del titolare di Motorsannio, qualcuno lo ha contestato e altri hanno dato vita ad interessanti discussioni.
Proprio per questo motivo Gnerre ci ha scritto per rispondere con una lettera aperta a diversi interrogativi sollevati. Siamo felici di dargli spazio sulle nostre pagine.
Ciao ragazzi,
che bella discussione che è nata. Una discussione tanto bella che non posso esimermi dal partecipare. Non per fare polemica ma solo per scambiare punti di vista e guadagnarci tutti.
Inizio ricordando agli appassionati che il divertimento di un motociclista significa lavoro per altri. Molto spesso un meccanico di moto è un vero e proprio dottore della meccanica, che deve investire in attrezzatura e in continui corsi d’aggiornamento per restare al passo con i tempi e i modelli. I tempi in cui gli interventi erano il cambio di un filo e della guaina di una Vespa 50 sono finiti: allora era molto semplice e ce lo si faceva da soli – come oggi dice qualcuno che il giorno prima magari campava scaricando la legna e il giorno dopo pretendeva di fare il tagliando ad un capolavoro di tecnica come una KTM 450 da cross. Una moto che solo per cambiare una candela richiede una mezza laurea.
Ma finché ognuno fa scelte consapevoli, contento lui contenti tutti, anche chi si fa i tagliandi fai da te. Mi permetto solo di ricordare a chi se l’è dimenticato, o non l’ha mai saputo, che una visita dal dottore costa 150 euro per 10 minuti di lavoro, quando va bene, e senza la garanzia di risolvere il problema. Un buon meccanico prende 45 euro l’ora, di cui un buon 50% se ne va in tasse.
Preferisco non commentare i filtri ad 1,5€. Saranno sicuramente stati acquistati da officine moto molto particolari, interessatissime del loro cliente e della salute della loro moto. Ma credo sia facile capire che, esattamente come in tutti i settori, ci sono persone per bene, che sanno fare il proprio lavoro, e persone disoneste o magari solo inesperte ed approssimative. L’arte delle persone dovrebbe essere quella di saper escludere certuni e… farsela solo con altri, effettuando così una selezione naturale. Basterebbe questo a far capire ai soliti furbetti che così non si fa, e magari a spingerli ad essere più onesti con il prossimo.
Certo, senza moto non si muore e se non si va in giro su due ruote non è certo una tragedia. Ma è vero per chi fa un altro lavoro, non per chi ha investito tutta la sua vita in quel lavoro, e magari dopo 30 anni di lavoro si trova a dire alla famiglia che non ha più di che sostentarla. Sicuramente gli verrà voglia di chiedere a qualcuno perché.
Mi rivolgo qui a Cassiodoro41, un compaesano che ha commentato: è vero, io ho un mio credo e lo porto avanti con onore. Non mi vendo al prodotto del momento per cavalcare le mode del momento. Certo, faccio il commerciante di moto ma con coscienza, come ben sa chi mi conosce davvero, e tanta passione e professionalità, altrimenti negli ultimi 30 anni non sarebbero venuti in così tanti per avere i nostri servizi nel bel mezzo del deserto – motociclisticamente parlando, naturalmente. I miei colleghi mi conoscono bene, sanno come parlo e come mi comporto. Mi spiace che tu abbia comprato un mezzo credendo di poterlo rivendere a più del suo valore, evidentemente avevi fatto male i conti.
Il capitolo assicurazioni: c’è sicuramente qualcosa di marcio, ma tocca a noi motociclisti fare qualche proposta e non limitarci a protestare. Iniziamo a difenderci obbligando le forze dell’ordine ad uscire a fare i rilevamenti in caso di incidente in cui è coinvolta una moto, portando come testimoni le stesse forze dell’ordine e vedrete come si smascherano facilmente i furbetti che vogliono far pagare tutto a noi perché siamo più facili da spremere. E’ stato questo che mi ha candidamente risposto un’assicurazione: di solito siamo più propensi a dare il torto al motociclista, che tanto paga di più ed è abituato ad avere torto.
La svalutazione di certi mezzi non la decidiamo certo noi concessionari, tranne quando decidiamo di farci del male da soli con politiche di prezzo miopi o proprio suicide. Per il resto è facile notare come quando il prodotto di base è valido, la quotazione cala oltre quello che è il naturale deprezzamento dell’usato solo quando la Casa madre intraprende politiche di svendita del nuovo. Ma basta aspettare che finiscano gli esemplari nuovi in svendita e la valutazione si ristabilisce.
Alla fine, cari amici, cerchiamo di tenerci cara la nostra passione, grazie dell’apprezzamento a tutti coloro che hanno ritenuto di commentare l’articolo stimolando la discussione ed un saluto ai colleghi che mi hanno chiamato per parlarne e complimentarsi.
Vincenzo Gnerre
@LeoPelo e altro
Vincenzo non ci raccontare le favole per favore. Per fare il meccanico di moto non serve una mezza laurea. Mediamente nelle moto ci sono un numero di pezzi inferiore a quello di un'autovettura di qualche ordine di grandezza quindi non è niente di impossibile, ci vuole solo un pò di pratica e manualità, magari un buon insegnante. Mio padre, come molti altri, fa l'autoriparatore da quando aveva 15/16 anni e, come molti altri bravi meccanici, risolve vere e proprie "beghe" elettroniche sulle auto che quando si trova a mettere le mani su una moto è quasi un passatempo.
Tolti qualche esemplare più innovativo o strano le moto non hanno un'elettronica estrema e nemmeno il numero di sensori/dispositivi/attuatori che si ritrovano in un auto.
Giustificare i 45€/ora di un meccanico di moto è pressochè impossibile, il grosso del lavoro, dove l'azienda guadagna sono i tagliandi, operazioni tra le più semplici che si possono effettuare su una moto (con le dovute eccezioni del caso ovviamente).
Tentare di giustificarlo citando l'esempio del medico è ancora più ridicolo, MAL COMUNE MEZZO GAUDIO è una regola che non vale niente, soprattutto nella realtà, anzi proprio su questo principio spesso si basa il fallimento delle nostre azioni quotidiane.
FORSE il problema, sentitemi bene, perchè ancora non lo ha detto nessuno è da ricercare in tutti quei costi accessori, non necessari allo svolgimento vero e proprio dell'attività di riparazione che i meccanici ufficiali (e quindi le concessionarie) devono sostenere. Ricordo che quando mio padre era autorizzato e andava tutto bene (ovvero l'economia girava ancora) la situazione era sostenibile, poi man mano che si andava avanti comparivano sempre costi maggiori da sostenere per merchandising, pubblicità, volantini, dispenser e soprattutto prodotti obbligatori che resero insostenibile il lavoro. Praticamente o si lavorava a 45€/ora, per fare un esempio, o ci si rimetteva di brutto. Quindi il problema forse è proprio questo. Visto che una concessionaria non dirà mai che il problema è quello che impone la casa madre...Vincenzo Gnerre non dirà mai che il problema è la casa che gli impone tutti questi costi e che deve pur mangiare anche lui.
Inoltre c'è da considerare un altro fatto, che si ritrova anche in altri settori e non solo in quello motociclistico: la gente che compra un veicolo non ha la consapevolezza di quanto costa mantenerlo al momento dell'acquisto e quindi finisce per lamentarsi dei costi da sostenere pretendendo di spendere poco quando i listini ricambi sono quelli. La clientela, soprattutto di questi tempi, non può disinteressarsi dei costi di gestione fino al momento del tagliando e poi dare contro al meccanico che gli fa spendere tanto.
Infine ripeto che 25/30€/ora sono sufficienti per un bravo meccanico.
Olio usato
http://www.coou.it/
Il sito del Consorzio obbligatorio degli oli usati.
Ti segnalano loro dove andare a portare l'olio usato.
Numero verde 800.863.048
Svuoti il vecchio in una bacinella, metti il nuovo nel motore e rimetti il vecchio dalla bacinella alle bocce appena svuotate e lo porti nei punti di raccolta a zero spese.
Una legge del 2008 impone a tutti i Comuni di organizzare dei punti di raccolta in tal senso.
A Roma io l'ho portato sulla Laurentina.
Non è così complicato fare le cose fatte bene...