Aprilia Tuareg 660 TEST: bentornata! Come va su strada e in off
Come va
Brava Aprilia. Che sapesse fare belle ciclistiche già lo si sapeva. Il segmento delle enduro stradali col cerchio da 21 era però un mondo inesplorato dagli anni 90. Certo, c'erano state le mitiche bicilindriche RXV 450/550, ma quella era roba racing.
Arrivo subito al dunque, perché immagino la vostra curiosità: la Tuareg 660 farà parlare a lungo, perché è un riferimento in termini di guidabilità ed efficacia complessiva nel panorama delle bicilindriche. Leggera, precisa su strada dove si avverte solo la taratura di sospensioni e freni adatta al fuoristrada (morbide le prime, poco aggressivi i secondi nel primo attacco). Lasciato l'asfalto impressiona da quanto è facile e veloce. Vola sugli ostacoli, se li beve nonostante le gomme semi stradali gonfiate a 2,5 bar. Impressionante. Telaio magnifico e sospensioni Kayaba molto scorrevoli. Ed è stupendo il bicilindrico 660. Regolare sotto, dai 5.000 giri il rumore di aspirazione è prepotente e accompagna la spinta fino a 10.000 giri. Ce n'è che avanza. Saranno "solo" 80 cavalli, ma che godimento! Vibra pochissimo e ha fatto 21 km/l a tirargli il collo. Velocità massima di 190 km/h, mentre a 130 il motore gira a 6.000 giri.
La strumetazione è chiara leggibile, così come sono davvero funzionali i blocchetti. Finalmente si può agire sui riding mode e sul traction senza diventare matti coi sotto menù. La protezione dall'aria è ottima, le vibrazioni sono ridotte e non ci pare che il motore scaldi (ma c'erano solo 22 gradi). La sella a 86 cm fa toccare bene a terra coi piedi perché è molto stretta. Ci riserviamo il commento sullo spazio per il passeggero, ci pare sufficiente per fare i viaggi, ma la riproveremo col Gix.
E' ottima l'ergonomia sia nella guida in piedi che da seduto, nessun intralcio e anche il parabrezza funziona bene. Mancano le maniglie del passeggero e il portapacchi (optional come su Ténéré e Africa Twin, che però dal 2022 ce l'ha di serie).
Faccio i complimenti ai tecnici di Noale. Rispolverare il nome Tuareg era una bella responsabilità. E avete fatto un ottimo lavoro.
Consiglio comunque di non fermarsi alla prova di Moto.it, ma di provare le moto ai demoride. Ecco, fate un giro con la nuova Tuareg 660 se vi capita, ma poi non dite che non vi avevo avvisato. Bentornata in fuoristrada Aprilia, il mondo maxienduro oggi è ancora più bello.
Ah, dimenticavo. So già la vostra domanda. Lei o la Ténéré 700? Ci toccherà fare una comparativa presto, molto presto.
E' una giornata speciale per gli appassionati del marchio Aprilia - tantissimi in tutto il mondo - e del mondo adventure. L'attesa Tuareg 660 è finalmente arrivata. Costa 11.990 euro nelle versioni gialla e rossa.
Design minimalista e decisamente originale, come da DNA di Aprilia, che dal suo debutto ha sempre tracciato una strada propria più che seguire quella segnata dai concorrenti.
La nuova Aprilia Tuareg 660 sfrutta la modernissima piattaforma 660. Ma ovviamente è declinata in chiave fuoristradistica. Ha quindi una ciclistica leggera, con sospensioni Kayaba regolabili e a lunga escursione (240 mm), meno cavalli (80) ma più coppia in basso.
TECNOLOGIA APRC
4 Riding Mode, 2 dei quali personalizzabili (1 dedicato alla guida fuoristrada). ABS disinseribile su entrambe le ruote o solo sul posteriore. Sistema APRC completo di Traction Control, Cruise Control, Engine Map e Engine Brake. Tutto accessibile dallo schermo TFT da 5" ad alta visibilità.
PESO CONTENUTO
Con soli 187 kg a secco, Tuareg 660 è uno dei riferimenti nel settore. I tecnici Aprilia hanno limato ogni grammo possibile, equipaggiando Tuareg con tutto l’essenziale per l’adventouring, a cominciare dal capiente serbatoio da 18 litri.
CICLISTICA APRILIA
Tuareg 660 tiene fede alla tradizione delle ciclistiche Aprilia, grazie al nuovo telaio tubolare in acciaio accoppiato a staffe in alluminio e collegato al motore in 6 punti, all’interasse di poco superiore ai 1.500 mm e all’attenta distribuzione dei pesi e centralizzazione delle masse.
SOSPENSIONI OFF ROAD
Più mm, nessun compromesso. Forcella da 43 mm di diametro e monoammortizzatore con leveraggi progressivi, entrambi a lunga escursione: 240 mm di corsa per entrambi.
MOTORE RIDISEGNATO
Il bicilindrico parallelo frontemarcia esprime ora 80 CV di potenza massima a 9.250 giri, 70 Nm di coppia massima a 6.500 giri e un sostanziale incremento della schiena ai bassi e ai medi. La nuova coppa dell’olio riduce l'ingombro verticale, regalando una luce a terra di oltre 240 mm e un’altezza della sella inferiore a 860 mm.
Vediamo le caratteristiche nel dettaglio di seguito.
Design e ergonomia
Il design di Tuareg 660 è il figlio del lavoro del PADC (Piaggio Advanced Design Center), centro stilistico del Gruppo Piaggio a Pasadena in California. I designer italiani (di stanza a Noale) guidati da Miguel Galluzzi hanno immaginato uno stile fuori dagli schemi. L’ispirazione deriva dal mondo dell’outdoor e degli articoli tecnici per le attività adventure. Le grafiche e il logo della variante Indaco Tagelmust invece sono un chiaro omaggio alla Tuareg 600 Wind del 1988. Molto particolare è la soluzione scelta per il cupolino, formato dal solo ampio plexi, le cui trasparenze lasciano in bella vista il supporto strumentazione, che ricorda così il castello del roadbook sulle moto da rally.
Per lo stesso motivo non sono presenti i classici fianchetti sottosella, sostituiti da due pannelli asportabili al momento del montaggio del set di motovaligie (proposte come accessorio) che, in questo modo, rimangono più aderenti al corpo del veicolo.
L’impianto di illuminazione full LED comprende il nuovo gruppo ottico anteriore dalle dimensioni compatte e dotato di DRL perimetrali. Tuareg 660 propone il concetto della doppia carenatura con funzione di appendice aerodinamica, già introdotta su RS 660 e Tuono 660.
Per coniugare un’elevata escursione della ruota posteriore, indispensabile in fuoristrada, con la facilità nello scavalcare la sella per salire a bordo, è stata scavata il più possibile la zona sottosella, permettendo così di disegnare un codino filante ma accessibile. Il serbatoio contiene 18 litri per un’autonomia di 450 km.
Il puntale della leva del freno posteriore può essere facilmente alzato. La posizione elevata del manubrio permette di piegare poco il corpo in avanti, mantenendo una postura eretta. Il peso complessivo in ordine di marcia è di 204 kg.
Sospensioni ed elettronica
Il telaio è una nuova struttura in tubi di acciaio altoresistenziale e piastre stampate; il reggisella in acciaio è saldato al telaio, per ottenere un complesso in grado di sopportare carichi fino a 210 kg, assecondando il carico durante i viaggi con valigie e passeggero. La solidità strutturale è garantita anche dai sei punti di ancoraggio del motore al telaio (contro i tre di RS 660 e i due di Tuono 660), il quale quindi non è più sfruttato come elemento portante (come su RS 660 e Tuono 660). Il suo posizionamento è inoltre ruotato all’indietro di circa 10° rispetto alle stradali, per avere la bancata dei cilindri più verticale, ridurre il momento di inerzia e di imbardata della moto e renderla più agile nelle curve strette.
Il forcellone a doppio braccio in alluminio, dalla notevole lunghezza a garanzia della massima trazione, è infulcrato sia nel telaio sia nel motore ed aziona l’ammortizzatore dotato di leveraggio progressivo. Le sospensioni Kayaba, dalla grande escursione (240 mm), sono regolabili nell’idraulica in estensione e compressione e nel precarico molla (per l’ammortizzatore, attraverso il comodo precarico idraulico a pomello). Il serbatoio del carburante è realizzato in materiale plastico da Acerbis. Nonostante la grande capacità di 18 litri, è molto rastremato nella zona di contatto con le gambe e del tutto protetto dal telaio, in modo da non esigere copertura aggiuntiva. La zona di pescaggio del carburante si trova sotto la sella, con benefici sia in termini di centralizzazione delle masse sia di pescaggio.
La scelta delle misure dei cerchi tubeless in alluminio indica la vocazione fuoristradistica di Tuareg 660: quello anteriore è da 2,5 x 21”; quello posteriore è da 4,5 x 18”. Entrambi usano pneumatici Pirelli Scorpion Rally STR, rispettivamente con misure di 90/90 e 150/70. L’impianto frenante Brembo si avvale di una coppia di dischi da 300 mm e pinze a doppio pistoncino all’avantreno e un singolo disco da 260 mm e pinza flottante a singolo pistoncino al posteriore. Non è presente il cornering ABS.
Aprilia Tuareg 660 è dotata dell’acceleratore elettronico Ride-by-Wire multimappan e di uno speciale pacchetto di controlli elettronici APRC.
L’APRC di Tuareg 660, sviluppato appositamente per questo modello, include:
ATC: Aprilia Traction Control, il controllo di trazione regolabile su 4 livelli ed escludibile.
ACC: Aprilia Cruise Control.
AEB: Aprilia Engine Brake, il sistema di controllo del freno motore durante la fase di chiusura del gas regolabile su 3 livelli.
AEM: Aprilia Engine Map, 3 differenti mappature disponibili per cambiare il carattere e il modo di fornire la potenza del motore. Non cambia la potenza massima erogata.
Nel catalogo di accessori dedicati a Tuareg 660 è presente anche l’AQS: Aprilia Quick Shift, il cambio elettronico, per cambiate rapidissime senza chiudere il gas e senza usare la frizione, dotato anche di funzione downshift, che permette di scalare marcia senza toccare la frizione.
Aprilia ha messo a punto quattro Riding Mode specifici per Tuareg 660: agiscono su taratura di traction control, freno motore, ABS e di tutti gli altri parametri gestiti.
Dei quattro Riding Mode, due sono dedicati alla guida su asfalto, uno è specifico per l’offroad e uno è totalmente personalizzabile:
Urban, per la guida quotidiana, con livelli di intervento dei controlli orientati alla sicurezza; l’ABS è attivo su entrambi i canali;
Explore, per una guida entusiasmante su strada, con livelli di intervento che permettano di gustarsi il percorso. L’ABS è attivo su entrambi i canali.
Offroad, specifico per la guida in fuoristrada, con livelli minimi di traction control e di freno motore. La mappatura del motore è la più dolce nell’erogare la potenza. L’ABS è disabilitato sul freno posteriore e può essere eliminato anche sul freno anteriore.
Individual, che permette la totale personalizzazione dei controlli elettronici.
La gestione dei settaggi elettronici è facilitata da comandi al manubrio: quello di sinistra consente di regolare rapidamente il traction control e il cruise control (oltre alle altre funzioni); quello di destra permette di selezionare velocemente il riding mode desiderato.
La strumentazione digitale TFT a colori da 5 pollici visualizza i vari parametri e dispone di sensore crepuscolare che adatta la luminosità in base alla illuminazione ambientale. È tra gli accessori l’Aprilia MIA, piattaforma multimediale di Aprilia che permette di collegare lo smartphone alla moto estendendo le funzioni della strumentazione. Il sistema Aprilia MIA offre un protocollo di connessione che riduce al minimo il consumo della batteria dello smartphone e include sia il sistema di infotainment per la gestione di assistente vocale, telefonate e musica tramite comandi al manubrio, sia la funzione di navigazione, con la quale è possibile visualizzare le indicazioni direttamente sulla strumentazione. La app Aprilia MIA consente inoltre di registrare i percorsi effettuati ed analizzare i dati acquisiti direttamente sulla app tramite la funzione di telemetria geo-referenziata.
Motore
Il bicilindrico 660, base della nuova famiglia Aprilia, è nato per equipaggiare una serie di moto di diversa destinazione: la versatilità è stata tra gli obiettivi progettuali, assieme alle prestazioni e al peso ridotto. Anche per questo motivo è stato scelto di realizzare un bicilindrico parallelo frontemarcia, un’unità di ultima generazione, molto compatta derivata dalla bancata anteriore del V4 di 1100 cc, di cui ricalca concetti e misure e con omologazione Euro 5.
Il nuovo bicilindrico di Aprilia è figlio dell’esperienza acquisita sul potentissimo propulsore che equipaggia RSV4: testata, camere di combustione, condotti, cilindri e pistoni derivano dal V4. Anche l’alesaggio è di 81 mm come nel V4 da 1099 cc, mentre la corsa è di 63,9 mm. Il motore ha il carter diviso orizzontalmente in due pezzi con i cilindri integrati nel semicarter superiore per ridurre gli ingombri e rendere più robusta la struttura. I cilindri sono disassati rispetto all’albero motore per minimizzare gli attriti interni durante la spinta dei pistoni. Oltre a prestazioni e leggerezza, un altro obiettivo del progetto è stato di ottenere il carattere dei bicilindrici a V. E' stata scelta una fasatura con perni di biella disposti a 270°. Le combustioni sono così asimmetriche e sfalsate di 270° per ottenere scoppi irregolari. Inoltre, questo tipo di configurazione consente con l’utilizzo di un unico contralbero un facile bilanciamento delle forze alterne di primo e di secondo ordine.
Gli interventi specifici dedicati a Tuareg hanno interessato sia la parte superiore, sia quella inferiore del motore, con l’obiettivo, rispettivamente, di elevare la coppia ai bassi regimi e garantire la corretta lubrificazione nelle condizioni di utilizzo fuoristradistico. Gli assi a camme della distribuzione bialbero a 4 valvole per cilindro, comandati da una catena laterale, hanno differenti leggi di alzata per aumentare la coppia massima a un regime di giri più basso. Allo stesso scopo concorre il nuovo disegno dell’impianto di aspirazione dai condotti più lunghi e dalla nuova cassa filtro, posizionata tra il cannotto di sterzo e il serbatoio, che facilita la rimozione del filtro dell’aria.
Il layout del nuovo impianto di scarico infine ottimizza il rendimento del motore ai bassi e ai medi regimi. Rispetto alle sorelle stradali, è differente anche la rapportatura del cambio nella prima marcia (più corta) e la trasmissione finale, con l’adozione di un pignone con due denti in meno (15, contro i 17 di RS 660 e Tuono 660), per la massima prontezza di risposta al gas.
Per quanto riguarda invece la lubrificazione a carter umido, viene introdotta una nuova coppia dell’olio, dalla stessa capacità, ma più alta, in modo da aumentarne l’altezza da terra al valore notevole di 240 mm. La coppa dell’olio presenta nuove paratie, che consentono la presenza della corretta quantità lubrificante in ogni condizione e una nuova succhieruola dalla differente bocca di aspirazione. Il circuito dell’olio ha un nuovo canale nel semi-basamento che porta il lubrificante nella coppa, evitando ristagni nella scatola del cambio.
Come su RS 660 e Tuono 660, la frizione multidisco in bagno d’olio con antisaltellamento, dispone di un sistema di asservimento meccanico che permette di avere un comando al manubrio molto morbido da attuare, senza penalizzarne il rendimento.
Le prestazioni così ottenute sono addirittura superiori a quelle di propulsori di maggiore cubatura: la potenza massima è di 80 CV a 9.250 giri/min; la coppia massima di 70 Nm è offerta a un regime nettamente inferiore a quello di RS 660 (6.500 giri/min contro gli 8.500 di RS 660), con il 75% della stessa a disposizione dai 3.000 giri/min, percentuale che sale all’85% quando si toccano i 4.500 giri/min. L’impianto di iniezione prevede una coppia di corpi farfallati dal diametro di 48 mm, con cornetti di aspirazione dalla differente lunghezza per ottimizzare l’erogazione agli alti e medi regimi.
Colori e accessori
La gamma colori di Aprilia Tuareg 660 presenta la variante Acid Gold, già introdotta su RS e Tuono, c'è poi variante Martian Red, dominata dal nero e dal rosso. La terza grafica si chiama Indaco Tagelmust ispirata esplicitamente a quella della Tuareg Wind 600 del 1988. Aprilia Tuareg 660 è depotenziabile a 35 kW.
Gli accessori originali
- Coppia valigie laterali in alluminio
- Baule alluminio da 33 litri
- Barre paramotore tubolari predisposte per il montaggio dei faretti supplementari.
- Faretti supplementari a LED Si controllano con i comandi elettrici sul manubrio originali.
- Cavalletto centrale
- Guida catena
- Parabrezza touring
- Selle comfort: Disponibili in tre differenti altezze (standard, rialzata di 2 cm e ribassata di 2 cm).
- Quickshift
- Aprilia MIA
- Antifurto elettronico
Info
Luogo: Pula, Sardegna
Meteo: coperto, 22°
Foto di Alberto Cervetti, Thomas Maccabelli
Tester: Andrea Perfetti (185 cm, 85 kg)
Casco X-lite
Giacca e pantalone TUR
Guanti Spidi
Stivale TCX
Maschera Ariete
Alcune note molto positive e altre meno positive.
Plus:
- Motore fantastico. Per me non manca coppia in basso. Si può ripartire dai 2.000 giri con un’ottima spinta. Gira fluido, senza un sussulto. E ha un allungo notevole. Ti scordi delle marce. 80 cv su una moto così leggera ed equilibrata sono tanta roba. Vibrazioni assenti, e se c’erano, non pervenute. Anche se sarebbe da provare in autostrada per un periodo lungo.
- Sospensioni tarate sul rigido per essere un enduro stradale. Solo nei primi centimetri la forcella affonda ma poi diventa rigida. La moto non si scompone. Tiene bene la traiettoria anche con avvallamenti. Top!
- Leggera, neutra, dà sicurezza sempre a qualsiasi velocità, induce ad andare forte, facile da far curvare. Se vai piano, in coda, tra le macchine, non affatica. Sembra più una motard col 17”, che una Enduro col 21”.
- Frizione morbida, senza strappi. E con quel motore la usi poco…
- Strumentazione semplice e abbastanza intuitiva
Minus:
- Parabrezza non molto protettivo, parecchie turbolenze sul casco (e sono alto solo 1.75 M). Esiste un parabrezza optional più grande ma è ancora più brutto di quello standard…
- Il cambio ha la leva un po' dura. C’è da dire che la moto aveva poco più di 100 km. Bisognerebbe riprovarlo con più chilometri e con il quick shift della Tuareg (la mia aveva montato quello della Tuono modificato dal concessionario). In compenso il cambio è preciso, non ha impuntamenti.
- Trovo il tappo benzina un po' anacronistico. Per risparmiare 200g (e qualche euro!), valeva la pena ritornare agli anni 80?!
- Comandi al manubrio, in generale di buona fattura, ma la leva per azionare il cruise control (quella in alto a sinistra) a mio parere potrebbe durare poco … è molto sottile e in posizione a rischio colpi accidentali.
- Sella duretta sui bordi. All’EICMA credo avessero messo una versione con la sella confort, perchè l’avevo trovata molto morbida. Inoltre le versioni della sella ribassata e confort sono solo interamente nere, senza la seduta colorata di rosso, giallo e blu come la moto. Peccato
Bellissima la colorazione Martian Red, in prova c’era la Acid Gold con Quick Shift non originale perché non ancora disponibile ... La colorazione Tagelmust la fa assomigliare alla Africa Twin e non la rende particolare.
Da riprovare in off road!
Hai ragione appena arrivato, vado via subito...
Si, infatti la mia moto più giovane ha 25 anni e non sono né tipo da Bar come molti qui che la moto la vive con le chiacchiere e tantomeno amo le nuove tendenze elettroniche.
Quindi non è posto per me, scusate tutti l'intromissione.
P.s. non ho mai detto di essere saggio, anzi sono uno di quei pazzi funamboli di una volta, adesso vi scandalizzate per una ruota appena alzata... XD