Desafio Ruta 40. Vince Benavides, nuova punta del tridente HRC
La Rioja, 24 Giugno - Kevin Benavides ha vinto il Desafio Ruta 40, appuntamento Dakar Challenge in Argentina. Il Rally argentino, giunto alla settima edizione e titolato ad offrire una partecipazione gratuita alla prossima Dakar, si affaccia su uno “spicchio” di Dakar, con un percorso che unisce San Rafael, San Juan e La Rioja.
Il Rally, tuttavia, non si corre nel contesto tipico della Dakar, poiché adesso in Sud America è inverno. Ciò nonostante il Desafio Ruta 40, dal nome della strada che attraversa tutto il territorio argentino da Nord fino all’estremo Sud, è ugualmente una prova molto dura e selettiva. Le piste sono dure e la navigazione, anche se non “martellante” come in altri, Sardegna in primis, è a tratti davvero complicata. Ma in particolare, a fare la differenza sono state le temperature, scese fino a otto-dieci gradi sotto zero durante le tre tappe finali nella zona più a Nord del tracciato, tra San Juan e La Rioja.
Il fatto che non ci fosse un “plateau”, come dicono i francesi, propriamente da capogiro, e nessuna Squadra ufficiale a parte quella Honda, poteva lasciar presupporre che non si sarebbero toccate particolari vette di agonismo. E, invece, il Rally sudamericano è diventato un autentico banco di prova per il Team HRC Honda. Roberto Boasso, infatti, aveva schierato la formazione al completo, ovvero Kevin Benavides, quarto alla Dakar e vincitore del Rally del debutto del Tecnico piemontese, in Marocco, Joan Barreda, la punta di diamante “storica” del Team, l’astro portoghese Paulo Gonçalves e il francese Michael Metge. In Sud America, inoltre, erano state portate le nuove Honda CRF450 Rally, con tutte le modifiche e i miglioramenti suggeriti dalle esperienze della Dakar e dallo stesso Boasso.
Una nuova, intrigante rivalità tra il pilota del momento, Benavides, e il “senatore” Barreda non ha tardato ad accendere la sfida interna al team, probabilmente anche preoccupando il nuovo Team Manager. Per fortuna i toni del duello sono rimasti ampiamente entro i limiti della sportività e della “curva di sicurezza”.
Morale, in un contesto “garantito”, con cinque Honda ai primi cinque posti, Benavides e Barreda hanno dati vita ad un confronto molto “tirato”, elevando così il ritmo del Rally ad una quota inavvicinabile per gli altri concorrenti. L’argentino ha vinto tre delle cinque tappe, Barreda le altre due, e i due piloti si sono alternati al comando del rally fino a presentarsi all’ultimo giorno di gara separati da un gap di appena ventitré secondi. Benavides, vincitore della tappa delle vigilia, partiva per primo, e dunque sulla carta il finale era a favore di Barreda, che non doveva far altro che recuperare il corto distacco sulle tracce del compagno di squadra. Ma non sempre l’ordine di partenza premia gli inseguitori, o almeno non è stato questo il caso.
Nello specifico, l’inseguimento di Barreda si è interrotto a un centinaio di chilometri dell’ultima prova speciale quando, nella polvere dell’argentino, la moto dello spagnolo è finita fuori strada oltre un terrapieno, ma è rimasta intrappolata tra i rovi. Nessun danno, ma per riprendere la sua corsa Barreda, che è stato semplicemente sfortunato, ha dovuto attendere l’arrivo di Paulo Gonçalves, che così ha in parte sacrificato la sua gara per venire incontro alle esigenze della squadra.
Il risultato è “pieno”. Benavides davanti a Barreda e Gonçalves, quarto è l’argentino Caimi, al debutto con una Honda della filiale sudamericana, e quinto Metge. Dal frecciarossa è sceso per un attimo fatale Xavier Pizzolito, comunque nono al termine del Rally, a causa di un problema elettrico durante la terza tappa.
Con il successo ottenuto al Desafio Ruta 40, Kevin Benavides si conferma come uno dei piloti più promettenti della nuova generazione di “dakariani”, al pari dei vari Svitko, Quintanilla, Van Beveren, Brabec, o della promessa mantenuta e vincitore dell’ultima edizione, l’australiano Toby Price. Per il Team Honda HRC la scoperta di Benavides, un pilota da tempo nel “mirino” di Boasso, è la pesca miracolosa di una nuova, buona carta da giocare alla prossima Dakar, e corrisponde a un incremento sostanziale del potenziale di fuoco delle “rosse”.
Adesso c’è da chiedersi come la prenderà Barreda, il leader a meritato titolo della squadra che, non appena ritrovata la piena sintonia con Gonçalves, vede profilarsi una nuova “minaccia”, tra l’altro frutto ormai maturo di quella terra, Benavides è originario di Salta, che ancora una volta ospiterà gran parte della nuova Dakar Paraguay-Bolivia Argentina.
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Carlo.Boffi jr, Milano (MI)Barreda non vincerà mai la Dakar, perché manca di sensibilità strategica. Oramai con tutte le Dakar che ha fatto avrebbe dovuto già imparare a gestirsi, ma riesce solo per al massimo una settimana, ovvero i Rally più corti. Due settimane sono troppe e forse dovrebbe veramente portare un coach (psicologo). Ormai Toby Price è il nuovo mattatore, velocissimo e con grande senso strategico.