Mondiale Trial 2016. L’inossidabile Fujigas in Francia
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Ad una settimana di distanza dal GP di Andorra la carovana del Trial Mondiale si trasferisce a Lourdes, sul versante francese del massiccio pirenaico, per la quinta prova del Campionato 2016. Quest’anno la manche organizzata dai cugini d’oltralpe ha scelto una location famosa, voluta fortemente dall’organizzatore Bernard Estripeux, nome famoso per essere l’artefice ed organizzatore degli spettacolari Indoor francesi e di Trial Urbani di successo, come quello di Cahors. In effetti, sin dal nostro arrivo il giovedì mattina tutto si presentava perfettamente preparato: un ampio spazio per il paddock, che intelligentemente si sviluppava a mo’ di corridoio espositivo con in testa una zona artificiale, ed il palco partenza invero abbastanza artigianale. Completava l’area dedicata ai piloti un comodo parking accanto ai bilici, ed un piazzale per il pubblico predisposto a cento metri di distanza. Da segnalare, oltre alla possibilità di circolare in moto sul percorso, offerta dietro pagamento di 50 euro per i due giorni, anche l’iniziativa di avviamento al Trial proposta alle scolaresche del paese, attraverso un test svolto con Moniteur francesi su moto elettriche Torrot, in un area appositamente recintata accanto alla partenza.
Quindi un tracciato nuovo, sconosciuto al circus mondiale, ambientato in una location molto suggestiva e ricca di visitatori. Si pensi che la ricettività di questo paese, noto per le apparizioni Mariane, è al terzo posto nella nazione francese, e in tal senso, visto i presupposti, ci si aspettava un miracolo del tempo, che purtroppo non si è verificato: infatti è stato un week-end flagellato dal maltempo, con una leggera tregua solo nella giornata di domenica. Così il GP di Francia si è svolto con un sostanziale insuccesso di pubblico, e con tutta una serie di problematiche che, se al sabato sono sfociate in un disastro generale, la domenica si sono invece risollevate salvando in corner la manifestazione.
Detto del maltempo che ha accompagnato la manifestazione sin da inizio settimana, occorre sottolineare, a parziale giustificazione degli organizzatori, come un tempo simile a giugno sia abbastanza improbabile anche per regioni battute dai venti dell’atlantico come questa. Certo è, come vedremo meglio, che grazie alle previsioni a lungo termine un piano B si sarebbe potuto preparare.
La buona organizzazione generale e l'indubbia capacità del Promoter Estripeux, si sono però scontrate con la realtà di un percorso di gara che seppure breve, solo 5 km, si dipanava su un terreno montagnoso costituito da una roccia calcarea mista ad una terra rossa che così umida diventava impraticabile, anche per i migliori. A completare la difficoltà generale c’erano poi le zone controllate molto lunghe e tracciate per l’asciutto, che probabilmente era nei desideri, ma solo in quelli, dell’organizzatore. Ricapitolando, le zone 6/7/8, in alto a circa mille metri, erano raggiungibili solo affrontando questo famigerato trasferimento responsabile del disastro del sabato; si pensi che già al primo giro l’organizzazione di gara inviava del personale con le corde per aiutare la risalita di Minder, Piloti e supporter, ma la situazione peggiorava a tal punto che tutti gli assistenti preferivano saltare il tratto di percorso, lasciando di fatto i piloti da soli ad affrontare le tre sezioni: una vera ecatombe!
La cronaca vede una partenza della gara sotto uno scrosciante acquazzone, ed i timori dei molti sulla fattibilità del percorso aumentano esponenzialmente: ma i piloti, che come sempre avviene nel Trial non sono intimoriti dal maltempo, partono alla volta di questa gara che già dopo la visita alle zone del venerdì si presentava particolarmente dura. Sin dalla zona uno ci si rende conto che il tempo totale di 5h e 45min, vista la lunghezza delle zone stesse, sarà molto tirato: e difatti, dopo due giri nei quali sul percorso accade di tutto, si arriva all’ultimo dei tre giri previsti con i giovani della TRIAL 2 e 125 che devono pagare penalità di ritardo. Ma il vero il colpo di scena accade nella massima categoria, dove il gruppo di piloti capitanati dal nostro Grattarola, viaggiando velocissimo, giunge al traguardo senza penalità di ritardo; mentre un gruppo di cinque piloti, Bou, Fujinami, Raga, Busto e Fajardo, partiti già in netto ritardo per affrontare il terzo giro, ricevono l’ordine di fermarsi alla zona 5 a causa di un incidente occorso al Minder di Gelabert, per il quale deve intervenire addirittura l’elicottero.
A questo punto il colpo di scena: mentre al palco partenza scatta il termine ultimo per entrare in classifica ed i cinque ritardatari sarebbero teoricamente fuori tempo massimo, scatta la decisione salomonica del Race Director, l’irlandese Dave Rodgers, il quale con colpevolissimo ritardo avvisa i presenti che la gara è stata interrotta alla zona cinque, tenendo buoni i punteggi fino a lì accumulati. Naturalmente questa decisione fa scattare la protesta dei presenti, che vedono mortificati i rischi presi per rientrare nel tempo massimo e subiscono la disparità di trattamento rispetto ai cinque graziati dallo stop anticipato della gara, oltretutto congelando una classifica condizionata proprio da una strategia di gara che, anziché premiare i migliori, ha in questo caso premiato i più furbi. Purtroppo, nonostante le rimostranze portate anche in giuria di gara sulla scelta illogica di considerare il termine gara proprio alla zona cinque, anziché alla fine del secondo giro - come sarebbe eventualmente più corretto - spalanca le porte ai dubbi di una regia in qualche modo “influenzata”, che ha garantito il risultato migliore alla squadra più potente, lasciando però l’amaro in bocca a tutti noi appassionati che crediamo ancora nella correttezza di questo sport.
Per il resto dobbiamo registrare un altro passo falso della direzione di gara FIM, quest’anno organizzata con una figura, il Race Director, che ha potere assoluto anche rispetto al Direttore di gara locale ed il Section Advisor Jordi Pascuet, e che dopo aver toppato le valutazioni nel GP di Andorra, fa il paio qui a Lourdes. Come già accennato, di questo GP di Francia rimarrà solo il ricordo positivo della domenica, dove su un percorso modificato tagliando le tre zone alte e ritracciate in luoghi facilmente raggiungibili anche per il pubblico, è andato a vincere con autorità il simpaticissimo Takahisa Fujinami, detto “Fujigas”, che all’alba delle sue 36 primavere ha letteralmente annichilito gli avversari con un magnifico ultimo giro chiuso con un solo piede poggiato a terra.
Gara 1
125 CLASS; Come già spiegato, il sabato la gara ha avuto uno sviluppo anomalo per le condizioni del trasferimento e del meteo, che a parte una mezzora di tregua, ha continuato a flagellare la zona di gara. Ecco quindi emergere nelle categorie 125, con 24 penalità, le doti dell’inglese Jack Peace su GAS GAS, perfettamente a suo agio su zone lunghe e scivolose, seguito con il doppio dei punti dal tedesco Max Faude su BETA, e dallo spagnolo Eric Miguel su SHERCO, molto più staccato.
TRIAL 2; la sorprendente vittoria del francese Gael Chatagno, su SHERCO, è arrivata con una condotta di guida molto sicura e determinata, quasi avesse già provato il percorso...ed essendo nel GP di casa a pensar male a volte non si sbaglia. Malignità a parte, il francese ha tenuto testa al sempre più leader di campionato, l’inglese della GAS GAS Jack Price, ed ai suoi compatrioti Dan Peace, sempre su GAS GAS, e Ewan Roberts sulla BETA del TOP TRIAL TEAM; in questa categoria sono naufragati i sogni di rivincita, dopo il passo falso di Andorra, dei nostri Filippo Locca e Luca Petrella, rispettivamente nono e decimo ad un solo punto l’uno dall’altro, ma molto staccati dai primi.
TRIAL GP; la cronaca del sabato, già ben argomentata sopra, ha comunque visto la nuova vittoria del Campione del Mondo Toni Bou su HONDA REPSOL, seguito dal sorprendente compagno di squadra giapponese Takahisa Fujinami, in evidente stato di grazia, e dal solito Adam Raga su TRS, che non ha gradito particolarmente in questa prima giornata il percorso francese. Seguono poi in classifica Jorge Casales su BETA, finalmente al riscatto con una prestazione degna del suo livello, il sempre più convincente James Dabill su VERTIGO, ed uno sfortunato Jeroni Fajardo, anch’egli su VERTIGO, che dopo uno spettacolare primo giro a soli due punti da Bou doveva arretrare suo malgrado per un problema meccanico. Doverosa menzione a parte per il nostro Matteo Grattarola, che alla guida della sua GAS GAS ufficiale ci ha letteralmente fatto sognare stabilendosi per due giri al quarto posto, ed alla fine piazzatosi settimo, vittima del pasticcio dell’interruzione di gara. Va detto comunque che abbiamo visto nuovamente un Matteo determinato ed in possesso di quelle doti necessarie a stare a giocarsela con i migliori: un bel segnale!
Gara 2
TRIAL 125; fotocopia del sabato la classifica della domenica, con il solito Peace a doppiare gli avversari Faude e Miguel.
TRIAL 2; rivincita del leader di campionato Price in una gara molto più fattibile grazie al meteo più clemente, con secondo Roberts e terzo Chatagno, che non compie “il miracolo” del giorno precedente, ma interrompe il dominio dei piloti inglesi, con Peace che finisce al quarto posto per un solo punto. Nuovamente negativa la prestazione dei due piloti Trial Junior FMI Locca e Petrella, che si classificano ancora nono e decimo senza mai essere stati in gara: un peccato, perché il potenziale e le possibilità di questi due giovani sono ben al di sopra di questa prestazione.
TRIAL GP; con un percorso parzialmente alleggerito dalle difficoltà del trasferimento e asciugato dal clima più estivo della domenica, si sviluppava gara 2. Dopo un iniziale predominio di Raga, che si portava in testa con un giro record a sette penalità, davanti a Fujinami e Busto con 10 e 14 punti, destava clamore la temporanea débâcle di Bou, vittima di una disastrosa botta ai carter motore che ne avrebbe condizionato il resto della gara. Meno bene il nostro Grattarola, che non riesce a ripetere la prestazione del sabato nonostante stia guidando molto bene. Secondo giro con classifica molto fluida, e pare che Raga possa agevolmente conquistare la vittoria davanti a Fuji e Busto; ma al termine del terzo giro accade il miracolo di Fujinami a Lourdes, si presenta già esultante e visibilmente emozionato alla partenza della zona dodici giusto sotto il palco partenza. Raga nel frattempo è già arrivato, facendo segnare uno score non brillantissimo di 16 che lo porta a finire con 36 penalità: per il giapponese è il trionfo, con un giro record ad una sola penalità, vince a distanza di due anni dall’ultima vittoria, conquistata nel GP d’Australia del 2014. Nel frattempo, Bou recupera per la discriminante degli zeri un podio che invece sembrava già essersi materializzato per il giovane spagnolo Busto. Seguono poi in classifica Cabestany su SHERCO, in recupero dopo un sabato da dimenticare; Fajardo che non ritrova la magia del giorno precedente ed un redivivo Gubian sostenuto dal tifo di casa, mentre Dabill, Casales e Grattarola appunto chiudono i primi dieci in leggero peggioramento
In conclusione, un GP a due facce con un'evidente mancanza di competenza da parte degli organi preposti al controllo del percorso e delle zone, oltreché da una gestione di gara poco trasparente il sabato; mentre la domenica assistiamo ad una gara più equilibrata e sostanzialmente corretta, degna di una grande Nazione trialistica qual'è la Francia: unico neo presente in entrambe la giornate è stato il livello dei Giudici di zona, purtroppo al di sotto del minimo necessario alla gestione del complicato regolamento no-stop.
Hanno detto
Adam Raga: “sono dispiaciuto per la pioggia che ha rovinato la gara di sabato, ma sono dell’idea che l’organizzazione di gara avrebbe potuto immaginarlo e correre ai ripari per tempo. Altro problema che sottolineo essere fortemente condizionante è la formula di gara su 3 giri: purtroppo, alla luce di quanto visto qui a Lourdes il sabato, risulta sempre più chiaro che ci dobbiamo orientare sulla formula a due giri per 15/18 zone.”
Loris Gubian: “un vero disastro, gli organizzatori hanno sottovalutato il meteo e non hanno capito cosa sarebbe potuto accadere; inoltre non è possibile terminare una gara con un punteggio di 125 penalità sui tre giri ed essere costretto a correre da solo nelle zone alte a causa dell’impraticabilità del trasferimento per il Minder: tutto ciò è fortemente demotivante.”
Fabrizio Moretto: uno dei più forti e competenti assistenti in circolazione, Minder storico di Grattarola, ci ha confessato di non aver mai sofferto la fatica così tanto come in questa occasione, un percorso realmente impossibile che lo ha costretto a rinunciare a seguire Matteo nelle tre zone alte del terzo giro del sabato.
Matteo Grattarola: “per me la gestione gara ha palesemente favorito i primi, che in quel momento avevano un ritardo enorme e difficilmente avrebbero concluso la gara nel tempo previsto; quindi noi del secondo gruppo siamo stati fortemente penalizzati dalla decisione del Race Director di interrompere la gara alla zona cinque: è evidente che esistono due pesi e due misure…questo è ancora più vero quando poi si vede ciò che accade nell’assegnazione dei punti in zone dove esistono gli intoccabili e gli altri sono, semplicemente, sacrificabili.”
Claudio Favro: “sono molto arrabbiato, perché è l’ennesima dimostrazione che i giochi li fanno per i grandi, sarebbe stato più corretto togliere l’intero terzo giro, mentre è stato fastidioso assistere ad una così poca trasparenza quando, di fronte al tabellone, ce lo hanno levato da davanti e ripresentato con la classifica già fatta! Oltre a questo, i punteggi in tempo reale disponibili quest’anno sulla app FIM non sono stati volutamente inviati dai giudici transalpini. Alla fine noi ci sentiamo privati di un possibile quarto posto”.
Jorge Casales: “una gara molto difficile, molto fango, un trasferimento molto difficile, anche se credo che sia stato un buon Trial. Penso infine che sarebbe stato corretto fermare la gara del sabato per tutti i piloti, almeno per evitare i rischi che abbiamo preso per rientrare nel tempo massimo concesso.”
Thierry Michaud: “ci sono state diverse cose, diverse difficoltà con il meteo, ma questo può succedere, è vero che c’è stata una parte di percorso molto più arduo di quello che si potesse pensare, le zone con un livello difficile da giudicare per i giudici di zona che purtroppo non sono stati al livello che ci aspettavamo. Per la decisione di sospendere la gara, credo che fosse la cosa più sensata da fare per garantire comunque una buona riuscita della stessa, che ricordo essere stata organizzata con cura in una location molto bella”.
Miguel Cirera: "alla fine non è stata male, anche se il problema del percorso inaccessibile si sarebbe potuto verificare prima, ed in questo senso la direzione di gara poteva prevederlo; per il resto le zone erano belle, i giudici, come sempre molto eterogenei nel giudizio, hanno fatto il loro meglio anche se si spera si possa migliorare anche in questo ambito. Vedremo oggi, con il percorso più corto e tre zone meglio raggiungibili per il pubblico, se la gara sarà più azzeccata.”
Donato Miglio: “ purtroppo con la pioggia il trasferimento che già era difficilino, si è rivelato essere un po’ oltre misura, credo perché il fondo particolarmente bizzarro per via di quel tipo di fango sul terreno di montagna, è stato un fuori programma. Il principio comunque, per noi che da anni chiediamo un trasferimento un po’ più lungo, è stato rispettato, così come l’accessibilità per il pubblico; d’altra parte gli organizzatori, seppure volenterosi, hanno dovuto ovviamente fare i conti con la morfologia di un terreno che doveva far loro pensare al grado di fattibilità in casi estremi come quello di ieri. Invece il punto realmente critico dal quale non riusciamo a schiodarci è la difficoltà delle zone in termini di pericolosità, aspetto questo che richiede l’indispensabile presenza del Minder, e non ci permette di fare quel passettino avanti che serve a rendere il pilota indipendente. In pratica bisognerebbe tornare a fare un Trial meno estremo, più accessibile, con zone di una difficoltà adeguata al poterle affrontare, contando solo sulla propria tecnica e non sul coraggio derivante da una persona che ti prende; diversamente, chi si avvicina al Trial attuale vede come condizione sine qua non la presenza del Minder. Se pensi che in una gara come quella di ieri, con zone lunghissime, gli assistenti sono costretti a correre come gazzelle in zona da un ostacolo all’altro, portando sullo stesso trasferimento del pilota uno zaino di tot chili, direi che per me fanno più del pilota, e questo mi fa pensare che c’è qualcosa di sbilanciato. Questo è un mondo che per troppi anni è andato dietro alla tecnica dei piloti, ed oggi il risultato prodotto è che chi si avvicina fa molta fatica ad emergere. Insomma, noi vorremmo un trial dove chi si avvicina alle competizioni non debba sentirsi obbligato ad avere uno o due Minder.”
Radio Paddock
Si parla da tempo dell’arrivo di un Promoter per la gestione del Trial, si sa che sarà il giornalista Jack Miller a gestire questa Società, e venerdì ha scoperto le carte con un sondaggio sulle preferenze espresse dai piloti in merito ad argomenti cardine, quali la formula di gara con due o tre giri e stop o no-stop. Lo stesso Miller, in una breve colloquio, ci ha rivelato che il progetto sta avanzando spedito per una sua probabile presentazione al GP del Belgio, e vorrebbe orientarlo maggiormente alla tutela e crescita dei giovani piloti presenti nelle categorie di accesso come 125 e TRIAL 2.
È arrivata abbastanza inaspettata la notizia che il pilota ufficiale TRS Pol Tarres ha deciso di abbandonare il Trial e le competizioni di alto livello, dopo dieci anni di impegno continuo: pare certa la sua scelta di intraprendere una nuova carriera nel mondo dell’enduro.
Il catalano Jordi Pascuet, attuale Section Advisor FIM, passa da JOTAGAS a GAS GAS e pare che porterà avanti un progetto di promozione del marchio in Brasile.
Sempre dotato di tutore il Campione del Mondo Bou, che fatica a guarire completamente dal problema alla spalla destra.
Presenti anche qui le elettriche di ELECTRICMOTION, a conferma del fatto che il costruttore ci crede e lavora alacremente allo sviluppo di quello che per alcuni potrebbe essere il futuro del Trial
La location particolare ha stimolato molti addetti a portare famigliari con sé: abbiamo rivisto con piacere Giovanna Miglio con le figlie ed il nipotino Giacomo Locca, i genitori di Busto e Bou, la Berlatier family e la compagna di Jordi Tarres.
A proposito di presenze importanti, si è rivisto, assieme alla figlia, il Direttore GAS GAS Lopez, che pare appassionarsi sempre di più a questa disciplina.
Infortunio di una certa gravità quello occorso a Jeroni Fajardo il sabato, una caduta apparentemente normale si è poi rivelata essere nei giorni successivi ben più grave, a causa dello dislocazione delle vertebre cervicali C4 e C5. Per il catalano, immediatamente trattato il lunedì successivo da esperti traumatologi, si prospetta un periodo di riposo forzato che ne impedirà la partecipazione al Campionato Spagnolo del 26 giugno.
Spavento per Charlie Demathieu, sabato pomeriggio a causa di un leggero malore ha dovuto fare tappa in ospedale, dal quale è poi uscito ristabilito in serata riprendendo il comando delle operazioni di classifica, portate avanti in sua assenza dal simpatico responsabile spagnolo Albert Solè.
Fortunatamente solo due costole incrinate per l’assistente di Miguel Gelabert, caduto rovinosamente nel trasferimento “incubo” del sabato e stato trasportato all’ospedale di Tarbes in elicottero, data l’inaccessibilità del tracciato.
1) abolizione no-stop (che secondo me e' la regola aurea del trial)
2) abolizione del minder (il pilota deve fare tutto da solo, se non ce la fa, amen, si prende un 5!)
3) maggior costanza ed equilibrio di attribuzione penalita' da parte dei giudici fra top rider e "rookies" (e qui torniamo al punto 1, se aboliamo la regola del no-stop e' un gran vantaggio).
insomma, si stava peggio quando si stava meglio...