Squalifica per Stewart, tante perplessità
Mi rifaccio vivo dagli USA al di fuori del mio classico appuntamento del mercoledì per confermare che la FIM ha comunicato la sua decisione finale riguardo al caso Stewart. In base all’Art. 2.1 del CAD (Anti Doping Code) l’ente ha deciso di sospendere James per la durata di 16 mesi, con valore retroattivo: la “condanna” verrà dunque scontata dal momento dell’accertamento della sostanza proibita nelle urine del pilota - ovvero il 12 aprile 2014 - fino all’11 agosto 2015.
In pratica “Bubba” non potrà correre né Supercross né National e dovrà restare fermo al palo per una intera stagione. Personalmente mi dispiace molto per lo spettacolo e per il contributo che questo grande atleta può ancora dare, ma le regole sono regole e vanno rispettate da tutti.
Per curiosità ho fatto un esperimento: mi sono messo a cercare sul web se ci fossero problemi nell’uso dell’Adderall durante la pratica sportiva agonistica. In esattamente tre minuti di orologio ho trovato almeno 7 siti internet che specificano in modo inequivocabile che l’uso del medicinale (contiene anfetamine) verrebbe considerato doping senza uno specifico nulla osta da parte dell’ente sanzionante (in questo caso l’AMA e la FIM). Continuo dunque a chiedermi come Stewart e il suo clan possano aver preso sotto gamba l’intera faccenda.
Per amor di precisione voglio sottolineare come la penalità sia stata decisa dalla FIM e non dalla WADA, la World Anti Doping Agency, alla quale spetta solo il compito di rilevare le infrazioni e segnalarle agli enti sanzionanti perché procedano nell’applicazione del regolamento. Per chiudere, almeno per ora, la faccenda vorrei anche richiamare l’attenzione su un fatto disarmante: in qualche modo è diventata pubblica una lettera il presidente AMA Rob Dingman ha scritto al presidente FIM Vito Ippolito. Il testo mi lascia perplesso e fa riferimento ad alcuni vizi di forma nella comunicazione ufficiale, della quale l'AMA avrebbe appreso solo attraverso terze parti e non direttamente dalla stessa FIM. Il tono non è molto diplomatico e lascia intendere che in molti qui in USA sono rimasti scottati dalla faccenda. Non mi dilungo nelle questioni politiche e commerciali dietro la sospensione, ma vorrei ricordare che la FIM, un ente globale, ha tutto il diritto di prendere decisioni che stanno scomode all’AMA o i suoi protetti. C’è modo e modo, vero, ma la sostanza non cambia.
E non dimentichiamoci come la stessa AMA e l’allora promoter del Supercross siano stati salvati per il rotto della cuffia proprio dalla FIM nel 2006. Se ben ricordate ancora nel 2004 la Yamaha era stata pizzicata ad usare un carburante illegale nel Supercross e i suoi piloti di punta, Chad Reed e David Vuillemin, erano stati penalizzati di 25 punti. Nel 2006 lo stesso problema si presentò allorché il Team Suzuki venne beccato ad usare benzina illegale nel Supercross di San Diego. Ma in questo caso il pilota nel mirino di una eventuale sanzione era l’intoccabile "the GOAT", Ricky Carmichael. Ricordo come fosse ieri la conferenza stampa che il pilota tenne dopo aver vinto il Supercross di Atlanta: il titolo tra lui, Stewart e Reed era una questione di pochissimi punti (soprattutto dopo il ritiro accusato da RC a St. Louis per la rottura nella molla del mono) e fu allora che the GOAT scaricò la bomba. Disse senza mezzi termini che se non gli avessero restituito i 25 punti della penalizzazione si sarebbe ritirato dal Supercross e probabilmente anche dal National. Un vero e proprio ricatto (che in molti hanno deciso di dimenticare…) e che metteva in scacco la AMA, che non poteva certo perdere la faccia usando due pesi e due misure dopo le penalizzazioni Yamaha di due anni prima.
Fu allora che intervenne la FIM, che essendo ad un livello superiore rispetto alla AMA poté ribaltare il verdetto, commutandolo in una multa. RC riprese i suoi 25 punti e finì per vincere il campionato sul filo di lana. Fu un gran favore che la FIM fece alla Suzuki, al promoter del Supercross e alla AMA stessa, che oggi invece sembra avere la memoria corta (o forse cerca solo di salvare la faccia).
Vedremo come andrà a finire, per ora Suzuki Yoshimura dice di supportare James al 100% e i social media si stanno popolando di un’immagine di Stewart che dice “Free Bubba #7”, un po’ sullo stampo di quanto fatto per Jason “J-Law” Lawrence a suo tempo. Tra i tanti ad averla diffusa fa piacere annoverare il King of Supercross, Jeremy McGrath, che l’ha messa sulla sua feed di Instagram.
Pietro Ambrosioni
Io ho corso rwegionali e italiani junior nazionali
Cavoli è come se io vado in inghilterra e dico, ma che idioti, ma perchè non guidano come quasi in tutto il mondo nel senso giusto, poi che arrivano un roczen che è minuto e và fortissimo è un caso, chiodi non lo avete mai visto che fisico che ha?
per l'altezza è impressionante e infatti guidava di forza, poi sono uscite le 4 t, che non serve il fisico, ma la destrezza, un 2T ci si muoveva molto di + e gas sempre a stecca, il 4T ha bassi, freno motore, quindi meno fiato e meno fisico, chi onestamente dice di aver fatto motocross o quadcross, dovrebbe capirne certe cose, anche in velocità ci voleva meno testa e + manetta, Kewin si allenava moltissimo nel cross e nel dirty, infatti era ed è ancora nel cuore di molti appasionati, altri personaggi sono svaniti dalle memorie di molti, almeno che come miky è sempre in torno a rossi, cocinski-mamola-loson etc chi li ricorda + per le loro imprese?
Cairoli
Evidentemente Toni avrà fatto presente alla federazione che prendeva il farmaco, e la federazione ed i suoi medici avranno verificato la necessita che l'atleta lo prenda per la sua salute.
Se Stewart non ha seguito questo iter e prendeva un farmaco ( per qualsivoglia motivo, non voglio questionare su questo ) ha sbagliato ed anche gravemente, secondo me, perché un atleta del suo livello non può non sapere che ci sono farmaci che puoi prendere ed altri che se devi prenderli per motivi di salute devi avere il nulla osta della federazione.
ciao