SBK. Il "caso" Bautista: è davvero in difficoltà o si sta nascondendo?
Come ci ha raccontato Carlo Baldi da Phillip Island, il bilancio dei test in preparazione della prima gara è favorevole al campione del mondo, Johnny Rea sulla Kawasaki, e invece preoccupante per il pilota che l’anno scorso lo aveva messo all’angolo nella prima parte del campionato.
L’Alvaro Bautista della Ducati, lo schiacciasassi che si faceva forte della sua esperienza in MotoGP, ora sulla Honda sembra trasformato in un pilota molto incerto e in grande difficoltà.
I dubbi, alla vigilia, riguardavano più la moto che il pilota. Ma che la Fireblade, per quanto esordiente, sia una moto competitiva e dalle ottime basi appare oggi abbastanza chiaro: Leon Haslam ha saputo girare a soli quattro decimi dal Cannibale, chiudendo la seconda giornata con il quinto tempo assoluto.
Per quanto ancora migliorabile nel setting ciclistico ed elettronico, la Honda c’è. Però Bautista è soltanto decimo, oltre, anche se di poco, al secondo di gap.
Baldi ha motivato correttamente il ritardo di Alvaro, alle prese con un layout di motore per lui inedito e invece ben noto al compagno di squadra Haslam.
Da una parte è vero che allo spagnolo non si può rimproverare nulla, dato che Bautista ha percorso il maggior numero di giri nelle due giornate (126); dall’altra parte appare però evidente come il pilota stia tentando di adattare la moto alle sue esigenze, continuando a provare e cambiare le soluzioni di setting e mettendo alla frusta la sua squadra.
Questione di tempo? O c'è dell'altro...?
E’ l’antico dilemma: è la moto che deve essere adattata alla guida del pilota o piuttosto il pilota che si deve adeguare? E cosa possono aspettarsi gli appassionati, per lo meno quelli che attendevano e vorrebbero vedere la rivincita tra Rea e Bautista?
La prima gara chiarirà la situazione, che oggi appare illeggibile. E’ perfettamente naturale che, nei test preparatori, il pilota provi tutte le strade per modificare la moto e renderla più vicina ai propri gusti e al proprio stile di guida. Ce lo dice la storia del motociclismo: chi cambia sella deve lavorare il doppio. Ma poi l’atteggiamento dovrà cambiare rapidamente quando conteranno solo le classifiche
e i punti.
Ne sarà capace, il numero Uno della Honda? Tra una settimana il verdetto.
Ogni moto nasce comunque con un proprio "carattere" e con le sole regolazioni non si può cambiare più di tanto.
Qualche pilota se lo fa bastare e qualcun altro no.
Bisogna vedere cosa ha in testa Bautista, sopratutto se la vicenda di anno scorso gli avrà insegnato qualcosa o guastato definitivamente.
Haslam sembra stia dando il massimo di se e questo dovrebbe essere un buon segnale per Honda.
Valentino Masini