SBK, Jerez 2015. Jonathan Rea è campione del mondo!
La nona tappa del Mondiale Superbike 2015, quella disputata negli Stati Uniti, ha rappresentato il punto più basso della stagione di Jonathan Rea. Sì, il più basso, perché a Laguna Seca il pilota 28enne nord irlandese ha infatti collezionato (solo!) due terzi posti. Nelle altre gare - in tutte le altre gare - ha vinto o è arrivato secondo. In altre parole Rea è stato mostruoso! Una costanza e una superiorità che diventano imbarazzanti quando tradotte in numeri. Su 20 gare disputate fino a ora ha conquistato 12 ori con quattro doppiette, 6 argenti e i 2 bronzi americani. E' arrivato in Spagna con 452 punti contro i 308 di Davies. Numeri che già dalla vigilia lo davano matematico vincitore qui a Jerez. Basta pensare che lo scorso anno Guintoli vinse con 410 (con sei gare in più) e ancora prima, nel 2013 Sykes vinse con 447. Gli bastava un 10° posto per diventare campione, ma Rea non si è accontentato ed ha sfiorato il podio in gara 1.
D'altra parte Jonathan non ha mai fatto mistero di come il suo unico obiettivo fosse vincere. Questa sua pura ambizione e unica dedizione al successo è chiaramente rispecchiata delle scelte che ha fatto nella sua carriera di pilota. Dopo sette anni in Honda (dal 2008 al 2014) ha infatti deciso di cambiare moto e salire in sella alla Kawasaki e nell'anno del debutto ha divelto la concorrenza sia degli avversari che del compagno di box Tom Sykes, un osso tutt'altro che tenero da sgranocchiare. D'altra parte il potenziale di Rea non è mai stato un mistero e con Honda, la moto non esattamente più competitiva tra le derivate dalla serie, è riuscito in ogni stagione a fare belle gare e qualche podio, pur sempre senza poter ambire concretamente alla vetta della classifica.
Di essere un pilota più che veloce lo ha dimostrato anche nel 2012 quando è salito sulla Honda MotoGP di Stoner infortunato a Indianapolis. Nei GP di San Marino e di Aragon si piazzò all'8° e 7° posto. Proprio la voglia di vincere gli ha permesso di resistere alle sirene della MotoGP che di stagione in stagione gli hanno offerto contratti per correre su una moto Open. Ma con le Open non si diventa campioni del mondo e Jonathan ha sempre declinato l'offerta. «Non mi interessa andare in MotoGP per parcheggiare il mio motorhome accanto a quello di Rossi - aveva dichiarato in proposito - Io voglio vincere!». Vedremo nei prossimi anni.
Non è stata certamente la sua miglior gara della stagione, quella di Jerez, costellata di errori e chiusa al quarto posto (peggior risultato stagionale) ma è stata la gara che Johnny Rea ricorderà per tutta la vita perché è quella che lo ha laureato campione del mondo. Un titolo meritatissimo a conclusione di un campionato dominato dal nordirlandese e dalla Kawasaki.
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Andrea.Turconi, Rho (MI)La Sbk è chiaro che non è quella di una volta, Cammeluzzo è terribile, fa regole che poi per chi vuole lui le infrange a seconda del potere che uno ha .... un pasticcio, il RBW concesso alla Kawa, se si evitava, avrebbe prodotto un campionato piu' equo, la zx10r di serie non lo ha il RDW, un campionato di moto derivate dalla serie per alcuni per altri no, il problema è tutto qui .... Poi via l' elettronica, vogliono diminuire i costi, basta togliere l' elettronica mi fece ridere Bayliss che quando torno sulla Panigale la prima cosa che chiese era di togliere tutta l' elettronica....
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Andrea.Turconi, Rho (MI)Marci2 Puggio' non so cosa significa se intendi un campionato di seconda categoria e intendi la mgp la massima espressione del motociclismo, siamo messi malissimo ... la mgp non è uno sport, tutto gira attorno al profitto e chi ha piu' soldi vince .....