I viaggi dei lettori: Balcani in moto
La nave è accogliente e la cabina abbastanza spaziosa da permetterci una buona dormita anche per il mare calmo.
Si sbarca alle otto in punto, usciti dal port prendiamo subito la direzione per Mostar dove pernotteremo due notti.
La strada è invitante e scorrevole ma subito dopo prendiamo pioggia fino all'arrivo in albergo.
Mostar è una cittadina molto bella con una storia recente terrificante. Nel 92/95 una guerra fratricida ha fatto molte vittime tra le due fazioni, il famoso ponte vecchio distrutto è stato ricostruito e la città è entrata a far parte del patrimonio dell'UNESCO.
Lunedì facciamo un'escursione in moto alle cascate di Kravice, sono uno spettacolo della natura, una grande quantità di acqua
proveniente dal fiume si riversa sulle rocce alte fino a venti metri creando uno spettacolo inverosimile. Al di sotto si formano delle pozze dove si può fare un bagno rinfrescante.
La sera di domenica ci incontriamo con i soliti amici goriziani, Oriano e Luigina, faremo un tratto di una settimana insieme. Oggi 3 agosto si parte, destinazione Novi Pazar (Serbia) la pioggia per fortuna non ci accompagna, la strada è panoramica e scorrevole, facciamo diverse soste per le foto. Dopo circa 350 chilometri arriviamo in città dove troviamo sistemazione in un bella home stay con colazione inclusa.
Novi Pazar è una cittadina accogliente è vivace, la sera ci sono molti ristoranti dove mangiare e la vita costa veramente poco, sigarette a soli euro 2,50 mangiare in due si spende tra 15 a 25 euro, la benzina euro 1,45 la camera dalle 25/30 euro, una pacchia.
Alle ore 9 si parte destinazione ingresso in Bulgaria prima tappa a Belogradchik.
La strada come sempre è abbastanza scorrevole e panoramica su montagne e pianura con intensa coltivazione di girasole. Alla dogana espletiamo le pratiche doganali in pochi minuti ed entriamo in Bulgaria.
Il primo impatto con le strade bulgare è deludente forse perché questa che percorriamo è una strada secondaria e di campagna che ci porta alla prima tappa bulgara nella cittadina di Belogradchik.
Troviamo posto anche qui in una bella villetta di famiglia dove abbiamo una bella camera con tutti i servizi e posteggio per le moto.
La sera mangiamo in un bel ristorante dove la spesa è di euro 15 a persona.
La mattina ci prepariamo per la visita del castello fortificato su un costone roccioso dove ci sono diverse formazioni di roccia veramente spettacolare, trascorriamo circa due ore per la visita del sito con scalinate e sentieri che ti tolgono il fiato sia per la fatica che per la bellezza del posto.
Bene dopo aver goduto di tale bellezza riprendiamo il nostro viaggio che ci porterà a ridosso delle cave di Prohodna.
Nel pomeriggio arriviamo in una piccola cittadina dove c'è poco da vedere, ci serve soltanto come tappa nelle vicinanze del sito da visitare, ma in compenso a fianco all'hotel dove pernottiamo c'è un ristorante alla moda dove abbiamo mangiato prodotti locali serviti al dire il vero con poca velocità ma in compenso con poca spesa e una ottima birra.
Le cave di Prohodna sono veramente spettacolari, sono enormi e lunghe. All'interno tutto sembra piccolo avvolti a dispetto
dell'altezza e profondità delle stesse. Un particolare che stupisce sono due fori a forma di occhi da dove traspare la luce dall'esterno, veramente spettacolare.
La nostra prossima destinazione è la città meno bulgara della Bulgaria (così si racconta sui media) Velico Tarnovo.
La strada che percorriamo è molto bella è spettacolare a dispett odel primo impatto avvenuto in ingresso.
Arriviamo in città con nuvole minacciose per fortuna solo minaccia, arriviamo in una bella villa home stay asciutti, dove troviamo posto per due notti.
Oggi il tempo non promette niente di buono, ci attrezziamo con cappelli e antipioggia per la visita di questa città veramente accogliente con una fortificazione imponente che domina tutta la città e la Vallata circostante.
Velico Tarnovo sprigiona storia fin dal periodo preistorico, fu terra dei Traci, dei Romani, seguirono i bizantini per poi succedersi slavi e bulgari.
Fu capitale dell'impero bulgaro dal 1200 al 1400 circa. Passiamo l'intera giornata alla sua visita, piove ma non ci spaventiamo. Il castello è immenso copre tutta la collina con la visione di tutta la città, lungo il corso del fiume Jantra si possono vedere delle bellissime case ottomane ben restaurate adibite a ristoranti e alberghi.
Questa città ci è piaciuta particolarmente.
Oggi domenica 9 luglio salutiamo con dispiacere i nostri amici Luigina e Oriano che con calma fanno rientro a casa e proseguiamo il nostro viaggio da soli verso il mar Nero.
Lungo il percorso decidiamo di fare una puntatina per visitare il famoso Cavaliere di Madara, nei pressi della città di Madara appunto.
È una bella scarpinata in salita per arrivare di fronte la roccia alta e a picco su di noi. Ad un'altezza di circa venti metri si trova un bassorilievo che raffigura un cavaliere sul suo destriero che conficca una lancia su un leone seguito da un cane e un'aquila sopra, il tutto è un po' in rovina e fuobisogna sgranare gli occhi per riuscire a mettere a fuoco il tutto. La cosa strana è come possa trovarsi ad un'altezza di venti metri una opera d'arte di questo genere, ancora oggi gli studiosi cercano una soluzione.
Comunque è stata una bella esperienza farsi una spolverata di storia antichissima anche se è stato faticoso salire con
abbigliamento moto.
Riprendiamo la strada che ci porterà sul mar Nero, abbiamo prenotato una camera in una pensione a conduzione famigliare sulla spiaggia di Ravda non lontano di Nesebar.
Il proprietario ci accoglie con gioia (dopo tutto dei motociclisti da queste parti non se ne vedono poi tanti) mostrandoci orgoglioso la struttura e la nostra camera attrezzata tutto e con balcone.
Trascorreremo tre giorni per rilassarci e fare il bucato, ne abbiamo bisogno.
Non amiamo molto la vita da spiaggia ma essere sul mar Nero mi spiaggia e affittiamo un ombrellone e due sdraio togliendomi la soddisfazione di fare una nuotata sulle acque del Mar nero che tanto nero non è.
Il secondo giorno prendiamo il pullman che passa proprio a duecento metri e ci rechiamo per la visita della città di Nesebar.
La città vecchia di Nesebar si trova su una piccola penisola sul mare è una collina fortificata con delle belle chiese ortodosse e case ottomane. Il tutto è stato restaurato alla perfezione e per questo è patrimonio dell'UNESCO.
Passeggiando al suo interno sembra di essere tornati indietro nel tempo ma il turismo di massa ci riporta alla realtà, è una meta altamente turistica culturalmente e balneare, dicono che questa è la zona balneare più frequentata di tutta la Bulgaria.
La sera passeggiando lungo il corso principale di Ravda ci godiamo la vista e assaporiamo la vita locale scegliendo un ristorante diverso della sera prima.
Questa sera si cena con un piatto di pesce e una buona birra.
Oggi mercoledì 12 luglio si riparte per un'altra tappa che ci porterà nella cittadina di Kardzali nel centro sud della Bulgaria terra dei Traci.
Salutiamo cordialmente la famiglia che ci ha ospitato per tre giorni e ci mettiamo su strada.
Il paesaggio che ci scorre dalla visiera del casco è semplicemente fatto da distese interminabili di campi di girasoli un mare di colore giallo intenso.
Strada facendo visto che siamo in anticipo facciamo diverse soste ammirando il bel paesaggio che ci circonda, la strada lasciando la pianura ora corre serpeggiante lungo un fitto bosco di montagna.
Arriviamo in città nel tardo pomeriggio e senza difficoltà troviamo l'hotel precedentemente prenotato sempre con Booking.
Hotel Caesar 2, e un complesso moderno appena fuori città la camera che ci viene assegnata è a dir poco stupenda direi un camerone di circa quaranta metri con balcone e bagno grande peccato non esserci il frigo. Appena sistemati e fatto la doccia usciamo per una breve ricognizione del luogo scoprendo che a pochi centinaia di metri ci sono dei ristoranti niente male dove la sera ci recheremo per cena.
Abbiamo scelto questo posto perché a una ventina di chilometri si trova uno dei siti archeologici più rinomato di tutti i Balcani "Perperikon" definito la Machu Picchu Europea.
La visita porta via almeno tre ore di camminata su e giù per un costone roccioso, ancora oggi troviamo archeologici che lavorano per portare alla luce manufatti, si racconta che ad oggi quello che si è scoperto è solo il quindici per cento dell'intero complesso.
Siamo stati affascinanti dal complesso veramente spettacolare posto in una zona dove si domina tutta la vallata circostante, è stato duro camminare ma ne è valsa veramente la pena.
Lasciato questo posto incantevole pieno di storia facciamo un anello lungo il corso del fiume Arda, una stradina stretta piena di sorprese ad ogni curva. Il fiume scorre come un serpente con rocce a picco che formano strane forme, ponti tipo tibetani che lo attraversano e fontane di acqua sorgiva lungo il percorso.
Siamo stati affascinanti da questo luogo, non abbiamo quasi mai incontrato nessuno e tutto questo ci è apparso come fossimo tornati indietro nel tempo.
Siamo stati bene anche in questo posto ma domattina si riparte per un'altra tappa che ci porterà in prossimità del parco del Pirin a sud Ovest della Bulgaria quasi al confine con la Grecia.
Lungo il percorso facciamo una deviazione per andare a vedere il ponte a schiena d'asino di Devil lungo il fiume Arda risalente al periodo ottomano. Posto su un contesto spettacolare circondato da rocce, alberi e una biodiversità sorprendente è un piacere sedersi e contemplare il luogo facendo fantasticare la memoria tornando indietro nella storia.
Arriviamo nella guest house precedentemente prenotata nella cittadina di Ognyanovo posto ideale per visitare il parco e le piramidi di Melnik.
Questa sera abbiamo la scelta di due ottimi ristoranti a due passi dall'abitazione uno posto sul laghetto frequentato maggiormente da giovani e uno lungo la via scegliamo questo anche per la tranquillità e la posizione scoprendo che si mangia anche molto bene ad un costo per noi europei molto basso.
La mattina partiamo presto per un giro ad anello di circa 250 chilometri che ci porterà nel parco nazionale del Pirin, centro sciistico della Bulgaria e non solo, la città di Bansko è la porta del parco dove partono le seggiovie per tutto il comprensorio dotato da diciassette impianti e 75 chilometri di piste.
L'altra tappa interessante è il piccolo villaggio di Melnik circondata da un paesaggio lunare con strane formazione di rocce arenarie che l'acqua e il vento hanno trasformato a forma di piramide che si stagliano in altezza come se fossero affettate da un grosso coltello. Lo stesso villaggio fatto di case ottomane restaurato alla perfezione sembra una bomboniera, si racconta che sia il paese con meno abitanti di tutta la Bulgaria.
Ritorniamo in hotel facendo una strada spettacolare tra boschi fitti ed un colle di 1600 metri, frescura e visione fantastica.
Oggi sedici luglio lasciamo la Bulgaria per entrare nella Macedonia del nord, la nostra meta è la capitale "Skopje". La strada che percorriamo è molto movimentata e con molte curve come piace a me.
In dogana le pratiche sono velocissime, la strada che porta a Skopje è una grande delusione, molto trafficata con un paesaggio piatto, brullo e anche un caldo asfissiante.
Arrivati in città troviamo l'hotel facilmente, è un albergo con giardino interno e ristorante, la camera è molto accogliente e con tutti i servizi, distante circa ottocento metri dal centro.
Skopje è una città fantastica, il centro moderno è pieno di statuededicate a studiosi, condottieri, eroi del passato, Re e imperatori, mentre il centro storico restaurato egregiamente è pieno di vitalità con il bel mercato, le case ottomane, le moschee e moltissimi locali dove si mangia molto bene.
Questa città l'avevamo già visitata nel nostro precedente viaggio del 2015 è ne eravamo rimasti affascinati, tanto da ritornarci di nuovo.
L'altra tappa macedone è la cittadina di Ohrid sul lago omonimo (anche questa visitata nel 2015).
Lasciata Skopje prendiamo la direzione per la cittadina di Tetovo, vogliamo visitare la famosa moschea di Xhamia e Larme o moschea dipinta.
Arrivati in città proprio difronte alla moschea c'è un bel bar con giardino all'ombra, e con posteggio, dove facciamo colazione prima della visita.
Ne è valsa veramente la pena perdere un paio d'ore per vedere questo splendore del 1418, gli affreschi interni sono affascinanti è una piccola Sistina, anche le mura esterne sono affrescati e il cortile è affiancato da un bel giardino fiorito.
Riprendiamo la strada per dirigerci verso il parco di Mavrovo, il percorso prima caotico e con buche e strada fatiscente man mano che si sale tutto diventa piacevole, poco traffico, strada in buone condizioni e l'aria più fresca.
Sono circa la mezza e stiamo ammirando la sponda del lago omonimo di Mavrovo, proprio al la fine della strada troviamo un ristorante con terrazza sul lago dove ci fermiamo a pranzo gustandoci una buona birra, un insalata greca e rimanendo incantati dalla visione paesaggistica.
Dopo un paio d'ore ci rimettiamo in strada apprezzando lafrescura della montagna prima di arrivare alla calura della pianura.
Arrivati a Ohrid troviamo senza difficoltà la villetta familiare dove passeremo due notti, il monolocale attrezzato di tutto si trova al piano terra difronte un bel giardinetto e il cortile interno che ospita la nostra moto.
Siamo a due passi dal centro dove c'è una vastissima scelta dove fermarsi per cena o pranzo.
Ohrid o Ocrida si trova sulla sponda nord est del lago omonimo è stato uno dei maggiori insediamenti del popolo Illirico e poi anche dei greci, nel 1978 è entrata fare parte dell'UNESCO.
La sera dopo cena si può passeggiare al fresco lungo la sponda del lago attrezzata.
La passeggiata per andare alla chiesa ortodossa di san Giovanni teologo è a dir poco stupefacente hanno creato una passerella in legno che costeggia le rocce a picco sul lago dove d ogni piccolo slargo è adibito a spiaggia con relativo ristorante.
La chiesa è posta su un costone di roccia proprio sul lago e la sua visione dall'alto è fantastica, siamo rimasti più di unoraya
contemplare la visione proprio come la prima volta nel 2015.
Spostandosi la passeggiata prosegue su un fitto bosco fino ad arrivare al castello che domina la città ed il lago, proseguiamo fino ad arrivare al monastero di San Pantaleone recentemente restaurato, tutt'attorno ci sono resti archeologici e la visione ci fa fantasticare andando indietro nel tempo.
Camminando su viuzze dove ogni tanto ci sono delle case ottomane, alcuni in stato di abbandono altre ben restaurate, si arriva su un'altra perla il monastero di San Maun per poi scendere più a valle dove si trova il teatro ellenistico che ancora oggi è adoperato per manifestazioni teatrale e canore.
Questa è una cittadina che incanta, consiglio vivamente se ne avete la possibilità di visitarla almeno una volta.
Oggi venti luglio lasciamo la Macedonia per entrare in Albania e arrivare a Durazzo dove passeremo un po' di giorni in attesa dell'imbarco per Ancona.
Siamo quasi arrivati alla fine del nostro viaggio gli ultimi giorni li trascorriamo facendo lunghe passeggiate nel bel lungo mare, visitando la sorprendente città di Durazzo con le sue rovine Greco/Romane, il teatro ellenistico è il più grande di tutto i Balcani.
Apollonia antica città Illirica e poi greca e romana, distante circa settanta chilometri ci ha entusiasmato molto, posta su una collina e circondata da un vasto uliveto secolare, si presenta come una vecchia città appena disfatta è quasi tutto a terra come mattoncini di lego tranne una parte dell'arco di trionfo e il teatro il tutto su un vastissimo territorio.
Appena all'ingresso si trova il monastero Ortodosso, una parte è stato trasformato in museo dove sono esposti alcuni particolari trovati sul posto, è un bel complesso monastico restaurato alla perfezione.
Questo complesso archeologico è stato una bella scoperta ed il nostro ultimo luogo visitato, domani pomeriggio si riprende la via di ritorno con imbarco e sbarco ad Ancona dove gli ultimi seicento chilometri ci riportano a casa.
Tutto è andato bene abbiamo trascorso venticinque giorni in bellezza arrichendoci ancora una volta di più sapere e molta esperienza positiva.
Cinquemila chilometri di puro valore storico, paesaggistico e culturale, ancora una volta ci siamo stupiti dalla benevolenza ed accoglienza di questa gente dove per fortuna ancora oggi regna un po' di altruismo ed umiltà.
Filippo Razza