I viaggi dei lettori: Unusual Silk Road
Solitamente chi affronta un viaggio sulle orme di Marco Polo si concentra sull’Asia centrale anche se esistono diversi caravanserragli più vicini a noi come, ad esempio, quello armeno del Selim Pass che risale al 1332. Ed ecco la mia idea di una Via della Seta alternativa, unusual, da raggiungere passando dalla Russia per poi tornare a casa attraverso il Caucaso e Turchia. Su e giù dall’Asia e ritorno per l’appunto.
Mi chiamo Biagio Lucignano, ho 51 anni e sono partito in solitaria da casa a Genova ad inizio agosto 2023 con una moto BMW F650GS monocilindrica, un mezzo con oltre 120'000 chilometri, semplice, affidabile e privo dell’elettronica che tanto piace all’utente medio ma che un po’ intimorisce chi come me viaggia in luoghi estremi, ed ho attraversato nell'ordine Austria, Germania, di nuovo Austria, Cechia, Polonia, Lituania e Lettonia per entrare in Russia dal confine di Tereshova.
Ho viaggiato nella taiga russa con le sue stupefacenti notti stellate in bivacco avventura fino a Mosca, poi ho raggiunto prima Nizvy Novorgod con le mistiche chiese ortodosse, poi la Repubblica del Tartarstan e il magnifico Cremlino di Kazan con la sua torre pendente di Sjujumbike e poi gli Urali con la Russia Asiatica e la città settecentesca di Orenburg sorta tra i fiumi Ural e Or’ ovvero tra Europa ed Asia, ho continuato verso la sterminata Regione del Volga con Saratov, Samara e Tol"Yatti ma soprattutto con la carica storica ed emotiva di Volgograd conosciuta un tempo come Stalingrado. Il viaggio ha proseguito attraverso la Repubblica caucasica di Circassia, la steppa infinita del Daghestan e le foreste della Cecenia con la sua capitale Grozny rinata dalle ceneri della guerra del 2002 per finire con le Repubbliche di Inguscezia ed Ossezia del Sud-Alania.
Border di Stepantsminda, Georgia, Armenia e ancora Georgia con le loro chiese e le loro montagne e i caravanserragli sulla Via della Seta, il Mar Nero, il Monte Ararat e il Kurdistan turco lungo i confini militarizzati coi suoi panorami mozzafiato di Iran, Irak e Siria fino alla città di Gaziantep ferita dal sisma del febbraio di quest’anno.
Anatolia centrale e Cappadocia, Bosforo e Tessaglia in Grecia, con ritorno via mare nel Bel Paese.
Circa 14'000 chilometri in 24 giorni.
L’episodio che ricordo con più piacere del mio viaggio è quello capitatomi sul confine tra Turchia e Siria, nei pressi di Katran nella Provincia di Şırnak quando ho avuto un problema elettrico alla moto. Solo nel deserto a 3'700 km da casa con la moto senza vita al bordo di una strada ho iniziato a sentire tutti i miei amici che mi dicevano “ma se ti succede qualcosa a te o alla moto? sei da solo, che fai?”. Ero quasi pronto a dargli ragione quando con mia grande sorpresa mi sono venuti in soccorso i soldati turchi di stanza ad un vicino checkpoint che mi hanno adottato ed aiutato in ogni modo per farmi ripartire. In piena notte hanno contattato un conoscente meccanico nella città frontaliera di Cizre tra Irak e Siria e mi hanno accompagnato con un mezzo blindato ad acquistare la batteria di ricambio, il tutto ovviamente ascoltando a tutto volume L’Italiano di Toto Cutugno alla radio. Una coincidenza singolare: era il giorno della scomparsa del cantante tanto amato fuori dai confini nostrani.
Di questa bellissima avventura mi resteranno certamente e per sempre la bellezza dei paesaggi sconfinati e l'orgoglio di aver compiuto una piccola ma per me grande impresa. Ma quello che forse ricorderò però con piacere nei tempi avvenire saranno le persone incontrate, i loro sinceri sorrisi anche se provengo da un Paese non proprio amico, la loro autentica curiosità per un motociclista che veniva da un posto lontano, la sorprendente gentilezza e il loro essere incredibilmente umani che tanto sembra strano ad un occidentale che vive in una società che ormai purtroppo ha perso tutto questo valore aggiunto.
Ricorderò il giovane calmucco che mi ha fatto conoscere il caffè armeno, i due ragazzi del Daghestan che mi hanno regalato nonostante le mie proteste una bottiglia d’acqua fresca, due pere e 200 rubli per qualche litro di benzina (inshallah), il ragazzo ceceno che mi ha aiutato a trovare una sistemazione per la notte a Grozny, i sorridenti doganieri georgiani, i simpaticoni armeni che mi hanno voluto offrire a tutti i costi il loro schnapps di albicocche iperalcoolico fatto in casa e cordialissimi soldati turchi di Katran che mi hanno soccorso al confine con la Siria.
Chi sei? Presentati
Mi chiamo Biagio Lucignano sui social BIAGIONAUTĂ, sono nato a Genova 51 anni fa e lavoro come tecnico in una società di ingegneria. Ho una grande passione, viaggiare in solitaria con la mia motocicletta BMW F650GS del 2007, una mezzo con oltre 120'000 chilometri, semplice, affidabile e privo dell’elettronica che tanto piace all’utente medio ma che un po’ intimorisce chi come me viaggia in luoghi estremi.
Perché UNSUAL SILK ROAD?
Tutti immaginano la Via della Seta come un percorso carovaniero che si sviluppa in Asia Centrale fino alla Cina, ma in realtà la Silk Road parte dalle coste turche dell’Egeo e attraversa il Caucaso per poi proseguire fino al Paese del Dragone. Solitamente tutti viaggiano in Asia centrale ma esistono diversi caravanserragli più vicini a noi come, ad esempio, quello armeno del Selim Pass. Ed ecco la mia idea di una Via della Seta alternativa, unusual, da raggiungere passando dalla Russia per poi tornare a casa attraverso il Caucaso e Turchia. Su e giù dall’Asia e ritorno per l’appunto.
Qual è stato il percorso che hai seguito?
Sono partito da casa a Genova ad inizio agosto 2023 ed ho attraversato nell'ordine Austria, Germania, di nuovo Austria, Cechia, Polonia, Lituania e Lettonia per entrare in Russia dal confine di Tereshova.
Ho viaggiato nella taiga russa con le sue stupefacenti notti stellate in bivacco avventura fino a Mosca, poi ho raggiunto prima Nizvy Novorgod con le mistiche chiese ortodosse, poi la Repubblica del Tartarstan e il magnifico Cremlino di Kazan con la sua torre pendente di Sjujumbike e poi gli Urali con la Russia Asiatica e la città settecentesca di Orenburg sorta tra i fiumi Ural e Or’ ovvero tra Europa ed Asia, ho continuato verso la sterminata Regione del Volga con Saratov, Samara e Tol"Yatti ma soprattutto con la carica storica ed emotiva di Volgograd conosciuta un tempo come Stalingrado. Il viaggio ha proseguito attraverso la Repubblica caucasica di Circassia, la steppa infinita del Daghestan e le foreste della Cecenia con la sua capitale Grozny rinata dalle ceneri della guerra del 2002 per finire con le Repubbliche di Inguscezia ed Ossezia del Sud-Alania.
Border di Stepantsminda, Georgia, Armenia e ancora Georgia con le loro chiese e le loro montagne e i caravanserragli sulla Via della Seta, il Mar Nero, il Monte Ararat e il Kurdistan turco lungo i confini militarizzati coi suoi panorami mozzafiato di Iran, Irak e Siria fino alla città di Gaziantep ferita dal sisma del febbraio di quest’anno.
Anatolia centrale e Cappadocia, Bosforo e Tessaglia in Grecia, con ritorno via mare nel Bel Paese.
Circa 14'000 chilometri in 24 giorni.
Qual è l’episodio che più ricordi con piacere del tuo viaggio?
Sul confine tra Turchia e Siria, nei pressi di Katran nella Provincia di Şırnak ho avuto un problema elettrico alla moto. Solo nel deserto a 3'700 km da casa con la moto senza vita al bordo di una strada. Ma con mia grande sorpresa mi sono venuti in soccorso i soldati turchi di stanza ad un vicino checkpoint che mi hanno adottato ed aiutato in ogni modo per farmi ripartire. In piena notte hanno contattato un conoscente meccanico nella città frontaliera di Cizre e mi hanno accompagnato con un mezzo blindato ad acquistare la batteria di ricambio, il tutto ovviamente ascoltando a tutto volume L’Italiano di Toto Cutugno alla radio. Una coincidenza singolare: era il giorno della scomparsa del cantante tanto amato fuori dai confini nostrani.
Cosa ti resterà di questa avventura?
Mi resteranno certamente e per sempre la bellezza dei paesaggi sconfinati e l'orgoglio di aver compiuto una piccola ma per me grande impresa.
Quello che più ricorderò però con piacere nei tempi avvenire saranno le persone incontrate, i loro sinceri sorrisi, la loro autentica curiosità, la sorprendente gentilezza e il loro essere incredibilmente umani che tanto sembra strano ad un occidentale che vive in una società che ormai purtroppo ha perso tutto questo valore aggiunto.
Ricorderò il giovane calmucco che mi ha fatto conoscere il caffè armeno, i due ragazzi del Daghestan che mi hanno regalato nonostante le mie proteste una bottiglia d’acqua fresca, due pere e 200 rubli per qualche litro di benzina (inshallah), il ragazzo ceceno che mi ha aiutato a trovare una sistemazione per la notte a Grozny, i doganieri georgiani, i simpaticoni armeni che mi hanno voluto offrire a tutti i costi il loro schnapps di albicocche iperalcoolico fatto in casa e cordialissimi soldati turchi di Katran che mi hanno soccorso al confine con la Siria.
Ecco i numeri di questa mia grande Avventura:
11 Nazioni attraversate
7 Repubbliche russe visitate
6 Borders extra UE
14000 Chilometri percorsi
24 Giorni di viaggio
1 Motocicletta del 2007
1 Motociclista solitario
1 Autentica passione
Biagio Lucignano
solo una domanda: ma coi visti/permessi di ingresso come hai fatto? sul luogo o fatti mesi prima qui in Italia?