Milano-Vladivostok tutta d'un fiato. I perché di un record
Il viaggio attraverso la Siberia lo sognavo da molto tempo. Pianificarlo ed idearlo non è stato semplice. Ci è voluto un anno di preparazione, oltre che fisica e mentale, anche per presentare il progetto ai vari sponsor (che non danno aiuti economici come molti credono) che hanno appoggiato questa mia nuova impresa. Nuova impresa perché, è già il terzo viaggio dove amo fondere assieme due lati del mio essere: il turismo in moto con la ricerca dell’estrema prestazione sportiva.
Il mio primo viaggio estremo fu quello per Caponord. Impiegai meno di sessanta ore (56) per raggiungere questo luogo fantastico, con la mia Yamaha XT 1200 Z, partendo da Reggio Calabria, città dove vivo. La distanza è di 5.000 km.
Anche nel 2013 feci qualcosa di insolito ed estremo, e cioè, quella di partire in solitaria per attraversare il deserto del Tabernas, in Spagna, con 280 km/q di estensione, ed anche lì riuscì a completare questo rally raid desertico, non senza difficoltà.
La Transiberiana è stata per me un’altra grande sfida con se stessi. Sicuramente non parliamo più di turismo, perché in una traversata fatta in questi termini, non hai tempo di poter assaporare appieno i luoghi e le culture del posto. Puoi solo goderti i paesaggi che attraversi e le sensazioni che ti regala la guida della tua compagna di viaggio.
Credo che ciò che mi spinge ad affrontare i viaggi in modo estremo sia proprio questo: la continua ricerca del punto d’incontro tra l’uomo e la sua passione, la passione per le due ruote.
Questa sfida poi, è stata ancor più enfatizzata dal fatto che, il viaggio di tredici giorni (12 giorni e 2 ore per l'esattezza) da Milano a Vladivostok, di 14.800 km, non è stato affrontato su di una moto da viaggio, comoda e con tanta autonomia, bensì su di una Street-motard, la Yamaha MT-09 Strett Rally, concessmi dalla Yamaha Italia, che ha creduto in questo mio progetto.
La mia “compagna di viaggio” è stata eccezionale. Ha subito forti sollecitazioni senza mai perdere un colpo. Il suo tre cilindri ha rullato per 14-16 ore al giorno in media, per tutta la traversata. Nessun intoppo, semplicemente perfetta.
Questo viaggio mi ha dato tanto e… tolto altrettanto. Se pensate di organizzare un viaggio del genere, dovrete mettere in conto anche il tempo che dovrete togliere alla famiglia e agli amici. Le rinunce che ho dovuto fare durante l’anno di programmazione non sono state poche: lavorare tanto, anche i festivi come Natale e Capodanno, e curare molto l’alimentazione, che vuol dire rinunciare a pranzi e cenette varie, moto-giri, notti brave a scorrazzare!
Questa cura per la preparazione è stata uno dei pensieri che mi è pesato di più durante il viaggio, ma è la stessa cosa che ti darà la forza per affrontare le situazioni più dure e critiche che di certo incontrerai.
Credo comunque di aver finito con questo tipo di viaggio! Parlo delle lunghe cavalcate percorse in poco tempo. Credo di aver superato me stesso questa volta.
Per le mie prossime avventure cambierò il tiro, dedicandomi sicuramente di più all’esplorazione dei luoghi e alla conoscenza di civiltà che incontrerò. Mi piacerebbe tornare al vero succo del viaggiatore a due ruote, quando i motociclisti partivano senza tecnologia, con monocilindrici dalla bassa cubatura, solo con le mappe cartacee, e tutta la passione e la voglia di scoprire! Un viaggio alla vecchia maniera insomma.
Gianclaudio Aiossa
Bravo e complimenti, per me sei un grande!!!
Ti sarei molto grato se potessi parlare con te.
Ti lascio il mio e-mail personale.
Ciao Luciano.
A parte la straordinarietà del viaggio da motoviaggiatore e non da mototurista, ti chiedo se il percorso è completamente asfaltato o ci sono tratti ancora con lavori in opera.
Inoltre ti chiedo se la moto del viaggio è moto adeguata o se, potendo scegliere, quale moto avresti usato.
Grazie.
Seby