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Planet Explorer 10 Switzerland - Day 3

- Giornata bella, intensa, di quelle memorabili. Il terzo giorno di Planet Explorer è stato di quelli che non si dimenticano facilmente, nel bene e nella grande fatica


DAY 3 - Chateau d’Oex / Gran S. Bernardo / Ginevra (290 km)
Giornata bella, intensa, di quelle momorabili. Il terzo giorno di Planet Explorer è stato di quelli che non si dimenticano facilmente, nel bene e nella grande fatica. Partiamo dalla fatica allora, per descrivere una giornata forse record, almeno a livello personale. Tanto per cominciare sono stati 290 i chilometri percorsi in un solo giorno con il nostro Stambecco, ma più impegnative sono state sicuramente le 14 ore e mezza di scooter, salendo in sella alle 10 del mattino da Chateau d’Oex, per arrivare in hotel a Ginevra alle 00.30. Ovviamente saltando il pranzo e pure la cena!
E visto che non avevamo tempo per mangiare, ma nemmeno per bere, per ironia della sorte la nostra prima sosta fotografica è stata Aigle, nel cantone di Vaud, in quel suggestivo castello edificato alla fine del XII secolo e che, dopo le varie vicissitudini tipiche di ogni castello che si rispetti, nel 1976 è diventato ufficialmente il museo della vigna e del vino. Sì, perchè in questa regione, ricchissima di vigneti che si estendono a perdita d’occhio, si producono vini molto apprezzati, specialmente da vitigni di pinot e di syrah. Imboccando la A9 in direzione sud, in una trentina di chilometri si raggiunge Martigny, oggi una tranquilla cittadina del canton vallese con nememno 20.000 abitanti: ma un tempo è stata uno dei più grandi insediamenti romani, la città fortificata menzionata anche da Giulio Cesare nel corso della sua conquista della Gallia attorno al 50 a.c. A Martigny, però, oltre a perdersi nella storia dei romani, fra i tanti reperti archeologici ed un anfiteatro ben conservato e restaurato, si può venire anche per amore degli animali, dei nostri fedeli amici a quattro zampe. La Fondazione Barry nasce nel 2005, acquisendo dai canonici del colle del Gran San Bernardo il più antico allevamento al mondo del cane da valanga per eccellenza: il San Bernardo! Lo scopo della Fondazione è quello di preservare la varietà di questo straordinaria razza che ogni anno si arricchisce di ben 20 cuccioli! E a noi, amanti da sempre della natura e degli animali, ci hanno subito accolto, facendoci i dovuti onori di casa! Ad oggi sono 37 gli esemplari di San Bernardo a pelo corto ospitati dalla Fondazione che si sostiene piuttosto agevolemente grazie agli aiuti di 100.000 famiglie: le donazioni partono da 20 franchi, ma un giorno di qualche anno fa, dopo la morte di un'anziana signora, giunse in Fondazione la telefonata del suo avvocato, anticipando che i cuccioletti di San Bernardo avevano appena ereditato i nove appartamenti di un palazzo nel cuore di Losanna!
 

Il tempo corre in fretta, e noi siamo costretti a seguirlo. Si riprende la marcia e, dopo una visita del genere, non potevano che andare a scoprire il primo luogo di adozione di questo dolce e mansueto molosso: pensate che le tracce del primo allevamento risalgono a ben 300 anni fa! La strada che conduce al colle del Gran San Bernardo è uno dei percorsi più spettacolari al mondo. La vista si perde fra vette e vallate, e la trama della roccia, la potenza della natura, viene fuori in tutta la sua ieratica bellezza. Per un motociclista è una della massime espressioni da vivere, un destra-sinistra continuo, con il ginocchio sempre fuori. Il nostro Steinbock è stabile e reattivo, il peso si sente ma è ben distribuito in un perfetto equilibrio di masse. Magari il motore, un 350 centimetri cubici con 30 cavalli, non è il massimo per salire certe pendenze, ma è il grande equilibrio di un assetto distribuito su 4 ruote che consente di tenere il propulsore sempre in tiro, chiudendo il gas molto raramente, evitando così il calo di coppia.
A 2.473 metri di altezza la Svizzera e l’Italia si sfiorano, siamo sul colle del San Bernardo, uno dei valichi alpini più importanti e già conosciuto in epoca romana per la sua posizione strategica. Fu San Bernardo da Mentone che nel 1035 fece costruire proprio su questo colle un ospizio, con lo scopo di proteggere ed assistere i pellegrini, ma anche i tanti, intrepidi, viaggiatori di allora.

Testo e foto di Luca Bracali
Backstage foto Manuel Buzio

Videomaker Tommaso Pini