Planet Explorer 11: Australia - Day 4
DAY 4: Noosa / Rockhampton / Byfield (580 km)
Il punto di partenza è Noosa, una cittadina molto, ma molto turistica, dove ristoranti e nogozi non mancano certamente. Ma se da un lato c’è chi ama lo shopping, o magari gustarsi un gelido mojito sprofondato in poltrona, a molti piace l’anima più naturale di questo luogo. Noosa è anche, e soprattutto, un parco nazionale, con una passeggiata lungo costa che viene percorsa ogni anno da 1.300.000 turisti. Decine, anzi centinaia le persone che praticano jogging in modo professionale, e quasi altrettanti sono gli amanti del surf di ogni età, comprese le mamme che portano in mare aperto i figli di 5 anni con la propria tavoletta, insegnando loro uno sport decisamente naturale. Ma Noosa è molto più di una straordinaria palestra a cielo aperto: quello che oggi è un parco, 190 milioni di anni fa era una pianura alluvionale e via via, nel corso dei millenni, la sabbia presente si è ammassata in tanti strati che, compattandosi, hanno formato un susseguirsi di rocce in arenaria capaci di donare a questo luogo un'identità ancora più propria. L’highlight di Noosa si trova certamente a tre quarti del cammino: Hell’s Gate, la porta dell’inferno, una profondissima erosione generata dagli agenti atmosferici che in milioni di anni hanno creato una spaccatura all’interno della stessa roccia arenaria, che si apre così in una baia. Poco più avanti si estende una spiaggia bianca, Alexandria Bay, lunghissima quanto ampia, e lo sguardo severo di un’aquila di mare sembra segnare il confine fra due mondi.
A malincuore lasciamo questo paradiso, un’altra giornata ci attende, e sebbene i ritmi siano sempre serrati le distanze in Australia sono davvero dure da battere! Di nuovo in sella all’Africa Twin, per una bella tratta di oltre 500 chilometri dove le uniche soste ammesse sono quelle per il rifornimento. Passiamo così da Rockhampton, capitale australiana del manzo, dove ci fermeremo a pernottare e ovviamente a cena, ma prima di farlo puntiamo verso la costa, Emu Park, Yeppon e il parco di Byfield. E’ la giovane chef del nostro hotel/ristorante a darci questo suggerimento: motociclista anche lei, è convinta che se avessimo voluto trovare un punto più selvaggio è lì che saremmo dovuti andare. Ed ha avuto ragione in pieno! Pochissimi turisti e grandi biodiversità fanno di questo parco, immerso in una fitta foresta pluviale e con enormi dune di sabbia, un luogo da vivere, una piccola chicca ben nascosta e tutta da scoprire. E pensare che quando ci hanno consegnato a Sydney l’Africa Twin ci siamo detti fra noi che le gomme tassellate da fuoristrada puro non sarebbero servite molto in un percorso di 3.000 chilometri al 99% stradale...Ci siamo sbagliati in pieno, a parte che le Pirelli Scorpion MT hanno mostrato sempre un ottimo grip anche sull’asfalto e pure inondato di acqua ma, soprattutto, mai come qui nel Byfield ci hanno davvero consentito di spingerci avanti nel cuore della foresta, dove fra salti e guadi abbiamo trovato la nostra anima selvaggia!
Luca Bracali