Tour Alpino Invernale, quattro passi da 2.000 metri
Quando tutti noi appassionati delle "due ruote" vediamo l’arrivo dell’autunno sappiamo che sono gli ultimi weekend per intraprendere veri viaggi: c’è chi inizia a bloccare l’assicurazione, chi cerca mantenitori di carica, cavalletti per non ovalizzare le gomme o chi. peggio, vende la moto.
Ma noi no! Anzi, ci consideriamo degli highlander, nulla può frenare la nostra voglia di viaggiare e scoprire ogni giorno luoghi che ancora ci mancano, ma ancor di più rivedere quei posti che in estate siamo abituati a cercare per trovare refrigerio: e allora, perché non tornarci quando nessuno oserebbe?
Giunge il sabato ideale: meteo stabile, l’ultima copiosa nevicata è di una settimana fa, con l’app di Tom Tom My Drive misuriamo il percorso che verifica anche l'apertura dei passi, e finalmente si parte.
Ore 9 gradi 2 C°, Torino Sud direzione provincia di Cuneo, i prati sono ancora imbiancati, pare per abituarci al paesaggio che salendo troveremo, in bassa quota il freddo è meno sopportabile perché l’aria è umida, ma sappiamo bene che fatti i primi 80 chilometri, non appena la strada inizierà a salire, il sole ci restituirà calore.
Ancora campagne cuneesi, finalmente giungiamo a Caraglio, ultimo paese in pianura ai piedi delle montagne, luogo caro al mitico Roberto Boano, il Dakariano dell’Africa Twin: lui c’è l’ha nel DNA, ci ha corso, ci gira tutti i giorni, non ha nemmeno l’auto, e anche i sui figli lavorano sulle vecchie serie, trasformandole in mezzi unici.
La strada inizia salire, verso Demonte sulla statale 21 l’asfalto è asciutto senza ghiaccio, la nostra Africa Twin è felice come noi di essere uscita da casa, va su impavida, i pneumatici Anlas Winter Grip sono una certezza e un riferimento in questa stagione: non è che si debba andare sulla neve, ma la mescola particolare le rende aggressive anche sotto zero, quindi maggiore grip non vuol dire voler rischiare, ma sicurezza in più.
Passiamo Vinadio con il suo forte sulla destra visitabile; il Colle della Maddalena, a 1.996 metri, si avvicina, non c’è niente di più bello che leggere sul cartello "passo aperto": in questa stagione, con molta neve sui monti, non è difficile che capiti una chiusura improvvisa per una slavina, cosa successa proprio pochi giorni fa.
Iniziano i fatidici tornanti numerati del Colle: che paesaggio pazzesco, non c’è nessuno, solo una striscia d’asfalto che si apre tra le montagne di neve, una sensazione bellissima! Accarezziamo l’acceleratore per godere pienamente della vista, questo è stato il passaggio più bello di tutto il giro, non c’è davvero nessuno, siamo nel "deserto della neve" sulle Alpi.
Siamo come bambini all’ultimo giorno di scuola, tutto è perfetto, la nostra Honda corre tra montagne bianchissime quasi a voler portare un po’ di colore in questo quadro in cui dominano solo l’azzurro del cielo e il bianco della neve.
Arriviamo al Colle, finalmente incontriamo qualcuno, i gentilissimi Carabinieri che presidiano e controllano la strada, ai quali chiediamo le condizioni del Col di Vars: ci confermano l'apertura, ma ci avvisano che le condizioni della strada, con tutta probabilità, non saranno così perfette come in Italia.
Dobbiamo ammetterlo: qui il personale addetto alla viabilità ha fatto il meglio per mettere la strada in sicurezza, il sale ha totalmente eliminato lingue di ghiaccio, bravi!
Ripartiamo dopo un tuffo nella candida neve, tanto la tuta Honda/Alpinestars ANDES V2 DRYSTAR protegge in ogni condizione, pioggia, freddo, neve.
La strada scende veloce, siamo in Francia, primo passo fatto, inizia persino a fare caldo, non ci saremo troppo vestiti ora! Si arriva al bivio dal quale si può andare per Barcellonette o il Col di Vars, e troviamo già il cartello "open": benissimo, la nostra Africa è totalmente sporca di neve sciolta, bella, così inizia ad essere segnata dal viaggio!
I militari dell'Arma avevano ragione, la strada è ben peggio che in Italia: qui il sale proprio se lo sono scordato, lingue di ghiaccio e neve non mancano: ma lo spazio per metterci le ruote in sicurezza c’è ancora, poi non c’è nessuno sulla strada, quindi abbiamo anche la possibilità di concentrarci sull’asfalto.
Fortunatamente non sono molti i chilometri in queste condizioni, e giungiamo al Colle di Vars, 2.108 metri: qualche forma di vita qua c’è, anche un bar aperto.
Scendendo troveremo sicuramente molte più auto, del resto stiamo andando verso la stazione sciistica di rifermento della zona.
Qui è stato anche stato staccato il record mondiale di chilometro lanciato su una pista da sci, ben 252, 632 km/h, realizzato dal Valdostano Simone Origone, l’uomo più veloce al Mondo.
Le strade sono bagnate dalla neve sciolta ai bordi, si potrebbe trasformare in ghiaccio dietro una curva all’ombra, la luce è fortissima, sarà meglio moderare l’andatura: la strada è talmente guidata che vien voglia di spingere, ma dobbiamo soffocare lo spirito sportivo, guardiamoci piuttosto il paesaggio.
Siamo alla rotonda che teoricamente potrebbe condurci al passo dell’Izoard, ma questa vecchia via di Napoleone ora è chiusa, a 2.360 metri sarebbe impossibile garantire la sicurezza, si deve aspettare giugno.
Andiamo ancora più a valle, verso il lago artificiale di Serre Poncon, un’importante riserva d’acqua tra le più grandi in Europa, con ben 1,2 miliardi di metri cubi. Qui in estate è il paradiso dei surfisti, l’acqua è così azzurra che pare un mare con le montagne che lo circondano, e l’inverno lo rende ancora più selvaggio: meno turisti, solo neve e ghiaccio sulle sponde.
Al paesino Savines le Lac è possibile trovare qualcosa di aperto, ma prima è bello attraversare il lungo ponte che collega le due sponde del lago, è come volare sull’acqua. Si sta così bene che si può mangiare all’aperto, ormai ci siamo abituati alla temperatura, ma quello che comincia a preoccuparci è il sole che qui a fondo valle inizia a mancare, vuole avvisarci che ancora due montagne ci aspettano, e farle troppo al freddo può essere pericoloso: l’acqua a bordo strada presto potrebbe ghiacciarsi a 2.000 metri, meglio non tardare.
Direzione Briançon, cittadina totalmente fortificata e patrimonio dell’Unesco, un gioiello di storia e cultura, crocevia di popoli: anche Giulio Cesare ci stazionò durante il passaggio per la conquista della Gallia. Un visita velocissima, la luce scende e dobbiamo risalire i tornanti del Monginevro per rientrare in Italia.
E’ pomeriggio inoltrato, la strada è divertentissima a salire, rettilineo tornante curva staccata e via la Honda sale che è un piacere.
Siamo al Monginevro, a 1.854 metri, qui stanno ancora sciando, qualcuno ci guarda con un certa curiosità: in effetti, passare vicino alle persone a piedi con gli sci a spalle sembra strano: loro tutto il giorno hanno cercato la neve perfetta per scivolare sulle piste, noi invece abbiamo cercato di non scivolare e basta!
Passiamo il confine tra Francia e Italia, e pochi metri dopo giungiamo a Claviere: in estate da qui si può partire per bellissime escursioni ai monti della Luna, in mountain bike o in motocicletta.
Siamo a Cesana, e ci rimane solo il Colle del Sestriere: entriamo nel comprensorio olimpico della Via Lattea, il freddo comincia a farsi sentire; è quasi sera e le giornate in inverno sono troppo corte per sfamare la voglia di moto.
Saliamo dalla strada meno frequentata per Bousson, con il fiume Ripa sulla destra che ci tiene compagnia passando per l’imbocco della Valle Argentera: questo comprensorio di montagne non è solo il più grande del nord-ovest per sciare - con ben 400 chilometri di piste a disposizione- e che collega anche due nazioni, ma in estate è anche il luogo con le più belle strade in alta quota d’Europa: il nostro paradiso dopo il disgelo.
Siamo al Colle del Sestriere, 2.035 metri, sta per concludersi questa bella giornata di sole: direzione Val Chisone, si passa a piedi del Forte di Fenestrelle, la più grande fortificazione alpina d’Europa - seconda sola alla muraglia cinese, oltre 100 anni per costruirla dal 1728 al 1850: una sosta e visita la merita sicuramente.
E’ buio, solo la luce della nostra Honda a guidarci verso casa, non siamo stanchi e nemmeno infreddoliti, abbiamo viaggiato bene, tutto perfetto, mai sotto zero, e poi il freddo percepito in montagna è inferiore, essendoci meno umidità.
La nostra Africa Twin, accesa alle 9 del mattino, alle ore 19:28 va a riposare: siamo partiti con il pieno di carburante (24,2 litri), ma segna ancora 163 chilometri di autonomia: 2 tacche di benzina sul display dopo 422 chilometri, mica male dopo quattro passi di montagna, e in alcuni tratti non l’abbiamo di certo risparmiata. Sicuramente con una guida più slow avremmo potuto arrivare ai 23 km/litro, ma lasciateci anche divertire un po’!
Ora non riamane che lasciare qualche piccolo consiglio prima di intraprendere una viaggio ti questo tipo.
Sicuramente un’attenta verifica della viabilità strade e meteo, il mezzo ovviamente oltre ad essere in ordine quello sempre per vostra sicurezza e degli altri, verificare stato e pressioni pneumatici.
Nella stagione invernale l’aderenza è resa ancora più precaria, noi con gli Anlas Winter Grip avevamo una maggiore sicurezza in staccata e curva, ciò non significa che lo stile di guida sia da mantenere uguale che in estate, sempre assoluta moderazione ma la situazione d’emergenza può essere gestita meglio.
Come abbigliamento partendo dal casco avevamo il BELL MX-9 Adventure SHIELD anche dopo 9 ore in testa nessun tipo di fastidio, ha la tecnologia MIPS che protegge le vertebre cervicali in caso di caduta, il frontino parasole ha fori d’uscita per l’aria che evitano effetto vela quando la velocità va ad aumentare, inoltre la visiera non si appanna internamente quando fuori fa molto freddo.
Giacca e pantalone completo Honda/Alpinestars ANDES V2 DRYSTAR multistrato lo rende adatto in ogni stagione, molte le tasche disponibili ed oltre le solite protezioni anche materiali di rinforzo nei punti più soggetti a danneggiarsi in caso di caduta, molto utile la cerniera che collega pantalone e giacca posteriormente un’importante barriera da freddo e vento.
Guanti Spidi NK-6 questo è un accessorio molto importante quando fa freddo le mani sono le prime a congelarsi, la Honda versione Adventure Sport ha le manopole riscaldate a 5 livelli di serie, ma se di questo accessorio ne siete sprovvisti gli Spidi possono davvero essere provvidenziali, offrono non solo un’utile barriera per il freddo e pioggia ma anche un’importante protezione in caso di caduta inoltre sono omologati e all’estero in Francia con guanti non a norma si viene multati, quindi a buon intenditore...
Stivali gli enduro Honda/Alpinestars Toucan Boot comodi e protettivi anche dopo molto ore ai piedi, si riesce anche a camminare nella neve senza scivolare e bagnarsi i piedi.
Navigatore il TOM TOM Raider 500, che durata incredibile la batteria nonostante il freddo, con l’app MY DRIVE pianificata sul Mac al volo passa nel dispositivo, basta che lui sia connesso in Wi-Fi da cui si possono anche aggiornare le mappe.
Attrezzatura fotografica Nikon Mirrorless Nikon Z6 ob-24-70 e Nikon Action Cam Key Mission 170, poco ingombro e tanta resa la nuova mirrorless Z6 autofocus rapido e possibilità di scattare foto anche durante la ripresa video senza interruzioni, nessun problema per la batteria con il freddo.
Attrezzatura fotografica nella borsa serbatoio Givi da 15L, con attacco baionetta sul serbatoio, rapidissima nello sgancio.
Zaino Case Logic sul portapacchi, con le cinghiette a spallaccio è possibile fissarle in sicurezza al telaietto dell’Africa Twin Adventure anche in offroad.
Ora non avete più scuse, fate uscire dal letargo la vostra moto, fatti i primi chilometri vi accorgerete che il divertimento continua non è mai finito, una buona compagnia di viaggio, io avevo il buon Ermanno che fedelmente mi ha seguito anche per documentare questa avventura, serve poi solo usare la testa e lasciarsi trasportare dalla passione e trasformare ogni sogno in realtà, il mondo è la che ci aspetta!
Buon Viaggio!
Fabrizio Gillone
(Alla Fiera di Roma Motodays dal 7 al 10 marzo 2019 presso area turismo verrà inaugurata mostra fotografica realizzata da Printhouse e presentato il viaggio).