Viaggi in moto: in Scozia con la Royal Enfield Classic 500
Il tutto in sella ad una moto fuori dal comune, priva dei comfort offerti dalle moderne moto da turismo ma insuperabile nello stile e nella capacità di far assaporare ogni centimetro del paesaggio che si attraversa, grazie al suo instancabile mono a corsa lunga, trasformando il viaggio in un’avventura. La nostra fidata Royal Enfield.
Partiti dall'Italia, dove viviamo nella zona fra Milano e Como, attraversiamo Svizzera e campagna francese percorrendo quasi esclusivamente strade secondarie per raggiungere la prima vera tappa del viaggio, Reims e la zona dello champagne
Dopo un paio di giorni passati ad esplorare i dintorni si riparte verso Calais dove ci imbarchiamo sul traghetto per Dover, sul quale attraversiamo la Manica e una volta sbarcati iniziamo la nostra personale invasione del Regno Unito.
Qualche chilometro (o miglia) per abituarci allo stile di guida inglese e ci fermiamo a sud di Leicester per visitare il centro tecnologico Royal Enfield, dove ci attendono per trascorrere la mattinata con una speciale visita del centro di ricerca e sviluppo del marchio anglo-indiano.
Terminata la visita saltiamo nuovamente in sella e affrontiamo il lunghissimo (e bagnatissimo) transfer fino al confine con la Scozia, per fermarci qualche miglia a Edimburgo dove ci fermiamo un paio di giorni per visitare l'affascinante capitale scozzese.
Tornati in sella alla moto riprendiamo il nostro pellegrinaggio verso nord seguendo la costa orientale, fermandoci a visitare edifici storici come lo Scone Palace e i castelli di Glamis e Dunnotar e ad assaggiare il tipico pesce affumicato ad Arbroath.
Giunti all'altezza del Cairngorms National Park abbandoniamo la costa puntando verso ovest, per dirigerci nell'interno e raggiungere le tanto agognate Highlands Scozzesi, percorrendo strade tortuose che attraversano un paesaggio selvaggio e maestoso.
Superata l'estremità occidentale del Cairngorms arriviamo sulle sponde di uno dei più famosi laghi del mondo, il misterioso Loch Ness.
Dopo qualche foto di rito torniamo a dirigerci verso nord di nuovo su strada costiera, facendo un paio di tappe a Inverness e al castello di Dunrobin, fermandoci poco prima dell'estremità settentrionale dell'Isola per una notte quasi a picco delle ripide scogliere. Il giorno successivo, in cui la pioggia finalmente concede una breve tregua, raggiungiamo il paesino di John o' Groats e più in su Duncansby Head, l'estremità della costa nord-orientale britannica che ci regala uno strabiliante panorama sulle altissime scogliere.
Poche miglia più a ovest, seguendo la costa settentrionale, ci portano poi a Dunnet Head, piccola penisola che rappresenta il punto più settentrionale della terraferma britannica, e quindi anche del nostro viaggio. Continuiamo la nostra avventura in direzione ovest percorrendo la mitica North Coast 500, strettissima strada panoramica che segue la frastagliata costa settentrionale regalando scorci spettacolari su insenature sabbiose e piccoli paesini di pescatori.
Arrivati al paese di Durness, posto all'estremità occidentale della costa nord scozzese, puntiamo la ruota della moto verso sud e seguendo sempre l'impervia strada che percorre la costa stavolta occidentale arriviamo in un paio di giorni, durante i quali ha ripreso a tormentarci il ruvido clima scozzese, al celebre castello di Eilean Donan e alla magnifica Isola di Skye, nella quale visitiamo dopo un breve tratto in barca l'incontaminato Loch Coruisk. Ripresa una moto continuiamo il nostro viaggio sulla costa verso sud, attraversando le favolose vallate di Glen Nevis e Glen Coe, fermandoci per una foto al solitario Stalker Castle e per un giro a piedi della bella cittadina di Oban.
Il giorno successivo ci attende il traghetto che salpando da Kennacraig dopo circa due ore di navigazione ci porta all'isola di Islay, famosa per le sue distillerie di whiskey torbato. Dedichiamo un paio di giorni per visitare l'isola e le sue numerose distillerie, per riprendere poi il traghetto che riportandoci nella terraferma ci permette di riprendere il nostro itinerario verso sud, nel quale tra strada costiera e qualche traghetto arriviamo all'isola di Bute, il cui clima decisamente temperato rispetto al resto della Scozia ci permette di asciugare al sole la pioggia accumulato nei giorni precedenti e di visitare la cittadina di Rothesay e la magnifica residenza nobiliare di Mount Stuart.
Il giorno successivo, l'ultimo in terra scozzese, dopo aver preso un traghetto che ci riporta nella terraferma continuiamo la nostra "discesa" fermandoci a visitare i castelli di Drumlanrig e Caerlaverock, e una volta passato il confine anglo-scozzese attraversiamo lo spettacolare Lake District National Park, costellato di piccoli laghi intervallati da basse alture e prati verdeggianti.
Il giorno successivo, proseguendo il cammino di ritorno, attraversiamo anche il Peak District National Park che ci regala anch'esso vedute mozzafiato della tipica campagna inglese, rese ancora più apprezzabili dal bel tempo finalmente ritrovato e dal sole che non ci abbandonerà più fino alla fine del nostro viaggio. Continuiamo la traversata, e dopo aver fatto una tappa nella città universitaria di Oxford arriviamo a Londra nella quale ci sembra obbligatoria la sosta per una colazione al celeberrimo Ace Cafè, vera e propria mecca motociclista inglese.
Da lì decidiamo di attraversare tutta la città con la nostra moto per fare una seconda sosta per visitare il quartiere di Camden Town e il suo affollato e variopinto mercato. Ripresa la moto continuiamo il viaggio, salutiamo la capitale inglese e dopo una rapida visita alla cattedrale di Canterbury arriviamo a Dover per riprendere il traghetto che ci riporta nel continente, e attraversando nuovamente le campagne francesi e i valichi svizzeri arriviamo a casa stanchi ma gratificati per l'incredibile avventura che noi e la nostra moto siamo riusciti a portare a termine.
Aimone Cambini
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kodiak59, Bergamo (BG)davvero tanta ammirazione per lo spirito! posti meravigliosi e una moto tostissima, a dimostrazione che con l'atteggiamento giusto certi viaggi si possono fare anche con moto "piccole", in due e stracarichi, che dire? BRAVI!!!!
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Alberto101non ricordo chi lo diceva: l'importante non è la meta, ma come ci si arriva. E mi pare che abbiate scelto il mezzo migliore. Sono di vecchia concezione, spartane, non parliamo neanche delle performance, ma le classic Royal Enfield hanno un fascino incredibile. E il motore corsa lunga, ha un suo perché, oltre alle vibrazioni trasmette sensazioni